CAPITOLO VENTI

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Sembrava passata un'eternità dal discorso che Silente aveva fatto ad Harry, erano passate altre due settimane e ormai chiunque era preoccupato di questa sua assenza repentina.

Ormai era un mese che Harry non si faceva vedere per il castello e di questo l'avevano notato anche i Serpeverde che quasi con estremo piacere andavano a dire in giro che il merito andava tutto al loro capo nonché Draco Malfoy.

"Potter? E' impossibile, lui è ovunque ogni volta quel moccioso ficcanaso" disse Draco una sera seduto sul divano della Sala Comune con al fianco Coraline che leggeva un libro, "Dolcezza hai sentito? Il tuo amichetto è scomparso e di lui non vi sono più tracce pensa te che storia, se avessi saputo prima che bastasse una semplice minaccia per farlo scomparire definitivamente l'avrei fatto molto tempo prima" continuò ridendo guardando i suoi amici.

Coraline ignorava le sue provocazioni, non aveva spiaccicato la minima parola con Draco in merito ad Harry e non era sua intenzione farlo. Dentro di lei sentiva il bisogno però di accertarsi che lui stesse bene, protetto dal male che lei gli aveva causato.

Si ricordò quindi che aveva con sé nella sua borsa il mantello dell'invisibilità del ragazzo e con la scusa di dover andare a mettere a posto il libro andò in camera di Draco.

"Malfoy ma di Burke cosa te ne vuoi fare?" chiese un Serpeverde vedendo andare via Coraline.

"Non saprei, potrei usarla per divertirmi ma per ora mi piace averla al mio fianco lontano da quel coglione di Potter che pensa di rubarla al ragazzo più ricercato del castello" rispose Draco ridendo e sorseggiando un po' d'acqua.

Mentre Coraline si incamminava verso camera di Draco da sola, iniziò a sentire l'impulso di correre da Harry ed abbracciarlo, nelll'ultimo periodo aveva riflettuto molto sulla sua scelta di proteggerlo ma cresceva nella sua mente il desiderio di parlargli e di sentirsi ancora una volta vicino a lui.

Draco non l'aveva rispettata, non le aveva ridato "l'amore" che lui tanto aveva predicato ormai un mese prima e il loro rapporto non migliorò per niente in confronto a quanto già era diventato nel corso dell'estate.

Aprì la porta della camera e trovò davanti a lei Pansy che sorrideva con in una mano la sua borsa e in un'altra il vuoto anche se quel vuoto non era altro che il mantello dell'invisibilità.

"Cosa pensavi di fare con questo? Pensavi di scappare e fare la vigliacca?" disse ridendo Pansy giocando col mantello davanti a lei.

"A dire il vero stavo semplicemente riportando a posto il libro ma tu come sempre non ti fai mai i cazzi tuoi" ribatté Coraline.

Per quanto potesse temere di rivivere una situazione drastica quanto quella che la allontanò da Harry, Coraline non poteva negare dentro di sé l'odio che aveva sempre covato nei confronti di Pansy in tutta la sua vita.

"Come ti permetti a parlare così alla ragazza di Draco Malfoy?" disse urlando come una gallina Pansy.

Coraline sorrise maliziosamente, dentro di sé sentiva nascere quel desiderio di vendetta che ora poteva esplodere su di lei.

"Perché stai ridendo? Gallina da quattro soldi" continuò schiamazzando Pansy.

"Quanto sei stupida, è sempre così divertente vedere come ti innervosisci per il nulla"

In quel preciso istante Pansy lasciò tutto a terra e tirò fuori la bacchetta.

"Stupef..."

"EXPELLIARMUS!" urlò Coraline disarmando Pansy.

Difatti la mente intelligente di Coraline era in grado di mostrare un'ottima dominanza degli incantesimi soprattutto quelli per attaccare e difendersi.

Non era un caso che Harry stesse leggendo un libro di incantesimi due settimane prima, era stata proprio Coraline a consigliarglielo per migliorare al meglio le sue prestazioni.

La bacchetta di Pansy cadde e nel momento in cui cercò di riprenderla Coraline la chiamò a sé con "Accio".

"Ora cosa fai? Gallina da quattro soldi?" disse ridendo Coraline.

Pansy cominciò ad urlare per farsi sentire da qualcuno ma ci volle poco affinché Coraline silenziasse con un ulteriore incantesimo la camera finendo tutto col pietrificarla.

Si avvicinò a lei e recuperò sia la borsa che il mantello dell'invisibilità.

"Ora se non ti dispiace, devo andare nel mio posto felice" disse uscendo dalla camera col mantello dell'invisibilità posto su di lei. 

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