Capitolo 9

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-El tu non puoi scappare così dalle tue responsabilità-

-Questo tipo di discorso è inaccettabile da parte tua-spengo con un gesto di stizza lo stereo sul cruscotto che riproduce musica di una qualche emittente radiofonica-Sta zitto e guida-intimo a mio fratello.

-Si, insomma farsi anticipare le ferie per così tanto tempo-svolta a destra per imboccare la strada diretta all'aeroporto di Linate-Per andare a trovare la mamma e ricavarne cosa? Lo sai che darà sempre priorità al lavoro-

-Vorrà dire che ne ricaverò una bella vacanza a Los Angeles ?-

-El non puoi avercela davvero con me-Parcheggia nello spiazzo riservato alle auto prima che le persone in partenza accedano al check in-E' ancora per la storia di Marina?-

-Ancora?-faccio un gesto di stizza-Non mi sembra si sia risolta-

-Ma non sappiamo nemmeno se è il mio o meno questo bambino!-

-Marco, Marco, Marco-scuoto il capo con fare paternale-Quella ragazza è tutto tranne che una troia-

-Non ho mai detto fosse una troia-

-Sto dicendo che sei l'unico in grado di farle aprire le gambe!-

-Magari invece ha dei talenti nascosti proprio come te che a quanto pare conquisti tutti i personaggi famosi nell'ultimo periodo, mi spieghi qual è il tuo segreto?-

-Innanzitutto non conquisto TUTTI i personaggi famosi-

-Oh ti sei scopata quel tipo inglese per cui le ragazzine si taglierebbero un braccio solo per farci una foto insieme e poi sei amica di quel Taylor-scendiamo dalla sua auto, un'utilitaria grigia piena di graffi e ammaccature dal cui portabagagli estrae la mia unica valigia-Taylor mi sta simpatico sai?-Alza il manico del trolley rosa convincendomi a farmi accompagnare fino all'ingresso dell'aeroporto-Vi sentite ancora giusto? Avete almeno scopato insieme?-

-Il tuo è proprio un chiodo fisso-

-Mi preoccupo solo che la mia sorellina resti una zitella acida a vita vista la sua veneranda età-

Gli assesto una gomitata dritta nello stomaco-E comunque per soddisfare la tua curiosità, si siamo stati insieme, a Roma-mi riaffiorano alla mente i ricordi uno ad uno.

-Lo sapevo!-mi appoggia la mano libera sulla spalla-Non siamo poi così diversi io e te sorellina mia!-

-Smettila di chiamarmi sorellina, siamo gemelli-

-Sono io il più grande tra i due-

-Sicuramente sei il più grande coglione-mi riprendo il bagaglio-Ti prego-lo guardo fisso negli occhi verdi-A me non interessa quale sarà l'epilogo della tua faccenda ma vorrei la risolvessi in maniera matura e che agissi con raziocinio una sola buona volta nella tua fottutissima vita-mi metto in punta di piedi per lasciargli un bacio sulla guancia.

-Toglimi un'ultima curiosità El-si volta prima di ritornare al parcheggio-Hai approfittato di questa coincidenza non solo per trascorrere del tempo con la mamma vero?-

Abbasso lo sguardo. Si dice che tra gemelli ci sia un'innata sintonia, che i sentimenti siano reciproci e che non si possano non rivelare l'uno all'altro. E forse è proprio così: ricordo ancora nitidamente quando all'età di 6 anni mio fratello cadde dalla bici rompendosi una gamba e io avvertìì lo stesso dolore nello stesso punto seppure ero a scuola seduta al banco, o quando quella volta che venni picchiata dal mio primo fidanzato, un episodio risalente a 5 anni fa ormai, Marco spalancò la porta di casa intervenendo improvvisamente come se qualcosa o qualcuno lo avesse avvertito del pericolo imminente. Così anche stavolta non posso che ammettere la mia "colpa", il mio doppiogioco-Diciamo che si, in effetti spero di incontrare un'altra persona non troppo distante da lì-

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