Capitolo 6

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Come previsto Piazza del Plebiscito straripava. Nonostante le colossali dimensioni della piazza gli spettatori erano costretti ad accalcarsi l'uno sull'altro, una scena che non si era vista nemmeno ai tempi della prima vittoria della Coppa Italia da parte del Napoli. Come preannunciato da Dimitri erano arrivati curiosi da tutta l'Italia meridionale, e probabilmente anche dal resto del paese. Davanti alla scalinata della basilica di San Francesco di Paola era stato allestito un grande palco, gremito di personale. Di fronte a esso, da un'estremità all'altra del colonnato e tra le due statue equestri della piazza, erano schierate le forze dell'ordine messe in campo dalla città partenopea e quelle sovietiche che accompagnavano i cosmonauti; la Celere aveva formato un muro di scudi a protezione del palco e il porticato che cingeva la piazza era presidiato da agenti di sicurezza.

Vista la presenza di importanti strutture quali la Prefettura e il Palazzo Salerno erano presenti anche dei soldati dell'esercito italiano. Uomini dell'IKPS e del KGB si muovevano intorno al palco e fuori, tra la folla, per tenere costantemente d'occhio la situazione. Dimitri si trovava nello spazio dietro alla provvisoria struttura. C'era un continuo andirivieni di personale sovietico di sicurezza e tra loro riconobbe alcuni colleghi dell'IKPS con cui si fermò a parlare. Arkady Golikov, suo superiore che non vedeva da quando aveva lasciato Roma, lo abbracciò con entusiasmo. «Dimitri Sergeyevich, quanto tempo! Hai fatto grandi cose qua a Napoli, non vedevo l'ora di vederti, ho fortemente sollecitato la tua presenza stasera! Sei sulla bocca di tutti al comando a Roma. Si parla di te persino a Mosca!»

«Immagino» replicò tiepido Dimitri, quasi infastidito da tutte quelle attenzioni.

«C'è qualcuno che ci tengo a farti conoscere, seguimi!»

Golikov lo guidò facendosi spazio in mezzo a tutto il personale che si muoveva frenetico dietro al palco. Un uomo abbastanza attempato in alta uniforme da tenente generale stava parlando con alcuni ufficiali che lo ascoltavano silenziosi. Di fianco a lui c'era una signora con una vistosa uniforme dell'aeronautica.

«Compagno Ilyushkin, vi presento il commissario politico Dimitri Sergeyevich Doskov» gli disse Golikov. «E lei è Galina Pavlovna Krupskaya, immagino che hai già sentito il suo nome...»

«Certo, una delle aviatrici del reggimento al comando di Marina Raskova nella grande guerra patriottica, insignita del titolo di eroe dell'Unione Sovietica. Le "Streghe della Notte", come le chiamavano i nazisti. Chi non ne ha sentito parlare, voi e le altre aviatrici avete compiuto imprese eroiche nei cieli tedeschi. Sapevo che anche voi facevate parte del gruppo al seguito dei cosmonauti, è un grande onore conoscervi. Se non sbaglio stasera parlerete dopo Gagarin.»

«Non sbagliate» disse la donna sorridendo leggermente.

«Ah, Doskov! Anche noi abbiamo sentito parlare molto di voi ultimamente» si intromise gioviale Ilyushkin poggiando una mano sulla spalla del commissario. «Che onore! Vedete ragazzi, questo è un fedele servitore dello stato che sta compiendo grandi imprese per noi!»

«Esagerate» rispose Dimitri divincolandosi senza farsi notare dalla stretta dell'ufficiale.

«Tutt'altro! Abbiamo più che mai bisogno di uomini come voi» disse affabile, poi si voltò verso l'aviatrice. «E di donne come la nostra Galina ovviamente!»

Dimitri squadrò brevemente l'uomo. Quei tratti facciali gli ricordavano terribilmente qualcuno, ma in quel momento non seppe stabilire chi. Prima che potesse approfondire meglio quella somiglianza intervenne Golikov: «Il compagno Ilyushkin accompagna Gagarin e gli altri cosmonauti in giro per l'Europa.»

«Più che altro svolgo funzioni di rappresentanza, della sicurezza se ne occupano principalmente quelli del KGB. Non lo dicono chiaramente ma pensano che noi dell'esercito non siamo in grado di occuparcene.»

Napoli non crede alle lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora