Capitolo 23

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«Ma no, è impossibile prevedere lo svolgersi degli eventi, capirne l'andamento con certezza» disse Boris. «Questa visione deterministica, così presente anche in Marx, per quanto affascinante non ha molto a che spartire con la realtà.»

«Eppure fino ad ora sembra aver indovinato» rispose Olga.

«Visto che tra noi possiamo dircelo, quello che si è realizzato fino ad ora non è proprio quello che aveva previsto lui» rispose Boris con un sorriso beffardo.

«Le sue previsioni devono ancora realizzarsi in modo completo, ma la strada è chiara ed evidente» ribatté lei, decisa.

«Nessuno può prevedere con tanta certezza il corso della storia» rimarcò Boris. «È una chimera. Qualcosa che l'umanità ha sempre anelato, ma che non si è mai rivelato possibile.»

«Qualcosa come la psicostoria» commentò Sasha.

«Ancora?» rispose Valentin. «Non perdi occasione di citarla da quando hai letto quei libri.»

Avevano appena terminato la frugale cena che Anya, sua moglie, aveva preparato per gli ospiti ed erano al terzo di giro di vodke. Dimitri aveva tentato di allungare una mano verso un bicchierino colmo del suadente e trasparente liquido ma Boris gliel'aveva schiaffeggiata. Mesto, il giovane si era ritirato ed era tornato ad addentare gli immancabili sirniki che Anya gli aveva lasciato da parte.

«Che libri?» domandò il ragazzino.

«Di quello scrittore americano...come si chiama?» Ivan si rivolse a Sasha.

«Asimov. E non è americano, è uno di noi, lo si capisce anche dai suoi scritti» rispose l'altro. «È nato qui, poi la famiglia si è trasferita.»

«E cosa sarebbe questa psicostoria?» chiese Dimitri.

«Una branca scientifica in grado di prevedere con un'ampia percentuale di affidabilità lo sviluppo e l'andamento delle società umane» scandì meccanicamente Sasha. «Basandosi su modelli statistici e matematici e vincolata a una serie di condizioni, sarebbe in grado di prevedere con minimi margini d'errore lo svolgersi di eventi su grande, grandissima scala. Su scala galattica. Olya, è un po' il tuo campo, mi hai promesso che lo leggerai.»

«Ti ho già detto che appena avrò tempo lo farò!» sbottò la ragazza, spazientita. «Ci sono alcuni colleghi all'istituto con cui ne ho parlato che si sono mostrati interessati comunque, dovresti prima farlo leggere a loro.»

«Prevedere il futuro? Ma è magia, non scienza» commentò Dimitri.

«Non è una vera e propria previsione del futuro» argomentò Sasha. «Il futuro di un singolo individuo è misterioso e imperscrutabile, soggetto a migliaia di variabili casuali impossibili da prevedere. Sono predicibili però i movimenti di masse su larga scala, così come dei modelli matematici possono servire a predire fenomeni complessi della materia. Ritrovare gli schemi che si ripetono ciclicamente nella storia e tramite quelli costruire modelli che anticipino il futuro, come le cicliche fasi di lavorazione di un macchinario industriale. Qualcosa di non poi così molto diverso da ciò che affermava Marx quando teorizzava il susseguirsi di fasi e cicli nella storia.»

«Dici che l'americano l'ha letto?» chiese Ivan.

«Probabile» rispose Sasha. «Ci sono però secondo Asimov degli elementi terzi, elementi alieni che introducono variabili non predicibili ed estranee rispetto ai modelli preparati in precedenza in grado di scombinare completamente le previsioni deducibili dagli schemi. Quegli individui, volendo guardare alla storia del nostro mondo, che da soli spostano l'ago della bilancia.»

«Ma la storia non è influenzata unicamente dai movimenti della masse?» domandò il ragazzino.

«Forse sì, forse no. O forse gli individui che spostano il ripetersi ciclico degli eventi sono essi stessi prodotti delle masse, e quindi la risposta è sì. Oppure fanno parte di quelle infinite variabili parte di un sistema estremamente complesso come la società umana che rendono impossibile una vera forma di predizione. La differenza tra probabilismo e determinismo può sembrare sottile, ma c'è.»

Napoli non crede alle lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora