Capitolo 25

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Si erano trovati nel luogo concordato. Piotr aveva l'impressione che la sua ultima conversazioni ai giardini con Dimitri fosse stata sorvegliata da qualcuno dei suoi e aveva deciso di scegliere un luogo più appartato per il loro incontro. Su suggerimento di Aldo il commissario politico aveva proposto di trovarsi nel distretto industriale della città, quel quartiere noto come Gianturco. Avevano quindi deciso di trovarsi in uno stabilimento industriale abbandonato del quartiere, lontani da occhi e orecchie indiscreti. Al suo arrivo Dimitri trovò il tedesco in attesa di fronte al cancello spalancato del fabbricato.

«È in ritardo» fece notare Steuer seccato.

«Ha ragione, ho avuto da fare in questura. C'è qualcosa che le interesserà sapere.»

«Sì, sì, me lo dirà dopo. Presumo che Ilyushkin ci stia già aspettando dentro.»

«L'ha visto?» domandò il commissario politico.

«No, ma ho sentito qualche rumore provenire da dentro. Se non è lui dovremmo preoccuparci.»

«Sarà lui, non c'è problema. Era l'unico a sapere dell'appuntamento.»

I due oltrepassarono il cancello e superarono in fretta il piazzale invaso dalle erbacce poi con una spinta al vecchio portone in ferro all'entrata scivolarono nel vecchio edificio. Lo stabile doveva essere un noto ritrovo per le attività più varie perché sul pavimento impolverato giacevano bottiglie rotte, lattine e pacchetti di sigarette vuoti, Dimitri notò anche qualche siringa. Superarono un paio di stanze sudicie e si ritrovarono nella grande area in cui si svolgevano le lavorazioni, quando la fabbrica era ancora attiva. Il militare sovietico aspettava appoggiato a un banco da lavoro mezzo arrugginito, l'immancabile sigaro in bocca.

«Dimitri!» urlò, salutando con un cenno della mano.

Squadrò per un momento il tedesco, diffidente.

«Lui chi sarebbe?»

«Werner Steuer, l'agente della Stasi» disse Doskov. «Ci teneva molto a conoscerla.»

Werner fece un cenno con la mano per salutare l'ufficiale sovietico.

«Lui...Dimitri, lui sa...?» balbettò Ilyushkin.

Intendeva dire se il tedesco sapesse quali fossero gli argomenti che Dimitri e Piotr trattavano nei loro incontri. Il commissario fece segno di no col capo.

«È un piacere conoscerla» esordì Steuer, sfoggiando un perfetto russo. «Era da molto che volevo farlo. So che è stato spesso in Germania ma non siamo mai riusciti a incontrarci.»

Piotr, da cordiale e affabile quale era solitamente, divenne freddo e distaccato.

«Mi muovo spesso» si limitò a rispondere.

«C'è una novità importante» si intromise Doskov. «L'agente della Gehlen è stato fermato.»

«Davvero?» disse Piotr. «Non mi era ancora stato comunicato. Siete stati voi?»

«Ja. Io in persona» disse Werner accennando un sorriso soddisfatto.

Dimitri evitò di correggerlo, annunciandogli della cattura del tedesco a Palermo. Avrebbe lasciato la notizia per dopo.

«È un'ottima notizia, complimenti» commentò Ilyushkin. «Un problema in meno per tutti noi. Potrò girare un po' più tranquillamente per le vie della città.»

«Non abbassi la guardia. Questa città, questa città, non è mai abbastanza sicura...» disse Steuer.

«Non certo come le nostre città» notò l'ufficiale. «Soprattutto le vostre, no?»

Napoli non crede alle lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora