Prologo

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Aprì gli occhi lentamente. Una strana luce abbagliante lo costrinse a socchiudere le palpebre. Non ricordava dove fosse né perché si trovava lì. Non conosceva quel luogo. La sua mente si riempì di domande.
Chi sono? Da dove vengo? Che posto è mai questo?
Dovrei essere morto.
Si sollevò delicatamente, ma fu bloccato da una fitta di dolore che gli attraversò interamente il corpo. Comprese di essere ancora nel mondo dei vivi.
Prese consapevolezza dell'integrità delle sue membra. Erano ancora al loro posto.
Al tatto con il suolo sentì l'erba fresca di rugiada.
Ritentò a mettersi in piedi e questa volta ci riuscì.
Si guardò attorno: davanti ai suoi occhi increduli si stendeva una valle boscosa, solcata da un torrente lungo il pendio fino a scomparire tra la vegetazione. In lontananza la vista si perdeva in una pianura sconfinata dove si ergeva una gigantesca città.
Quel paesaggio aveva qualcosa di molto particolare: la vegetazione  era tutto fuorché naturale. Erano presenti specie vegetali che non aveva mai osservato prima. Quel paesaggio pareva un quadro super variopinto che non tralasciava alcun colore.
Bastò un instante. Cadde a carponi. I ricordi tornarono dapprima sconnessi, vaghi, poi divennero un flusso costante e alla fine ricordò ogni cosa.
Si portò le mani alla testa.
《Perché sono vivo!? Non ci sono riuscito? Cosa significa tutto questo?》urlò.
Fu allora che la vide.

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