capitolo 5

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Il giorno seguente ripresero le lezioni.
I due ragazzi, come consuetudine, all'alba, si erano allenati nell'arena.
Alcune ore dopo suonò la campanella. Akane si presentò con i capelli ancora umidi e scompigliati perché non aveva avuto abbastanza tempo per asciugarli: quella mattina avevano fatto tardi. Shin era tornato il solito ragazzo, infatti affrontarlo si rivelò un esercizio molto impegnativo.

I due ragazzI spalancarono la porta della classe contemporaneamente.

《Buongiorno!!!》urlarono in coro.

Akane aveva la giacca della divisa scolastica ancora sotto braccio, i capelli bianchi, sciolti, le cadevano lungo le spalle e gli occhi rossi fiammeggianti erano rivolti al professore per scusarsi del ritardo.
Shin era messo peggio della compagna: i capelli corvini corti erano asciutti ma tutti scompigliati, la camicia era sbottonata, la cintura da agganciare e la cravatta ancora in mano. I suoi occhi che parevano ghiaccio cercavano un volto amico tra gli alunni. Le cicatrici sui suoi addominali scolpiti si contraevano e si rilassavano in sicronia col respiro. Alcune goccioline gli cadevano lungo il petto.
Non erano ragazzi che passavano inosservati per di più se li prendevi in coppia... anche perché litigavano ogni secondo.

《Saito, Kobayashi, sedetevi. La prossima volta vedete di arrivare in orario!》

Scusatemi, non mi sono ancora presentata, il mio nome è Akane
Saito, sono una ragazza nella norma, quoziente intellettivo normale, altezza nella media, corporatura standard. Indubbiamente i miei segni particolari sono i capelli quasi bianchi, le lentiggini che mi coprono la faccia, gli occhi rossi come il sangue e probabilmente si possono aggiungere un numero incalcolabile di cicatrici che mi ricoprono il corpo. La più evidente è quella, lunga circa una spanna, che mi attraversa la clavicola sinistra.
Sono all'ultimo anno di scuola media. La mia storia è alquanto complicata... infatti vivo in Giappone da quando sono piccola però ho sempre frequentato una scuola in cui tutte le lezioni, i corsi extra scolastici e le attività dei club venivano e tuttora sono svolti in lingua italiana.
Il motivo è il seguente: ho un albero genealogico pressoché esteso a tutte le parti del nostro pianeta, ma mia madre era di origini italiane e soprattutto i miei genitori si conobbero proprio nella terra della pizza! (Nonostante questo io nacqui alle in una spiaggia hawaiana... ci tengo a precisarlo perché è proprio figo da raccontare! )
Pensandoci a me non cambierebbe frequentare una scuola giapponese, italiana, inglese, francese, spagnola o australiana, una varrebbe l'altra.
I miei genitori però scelsero così e quindi mi va più che bene! Ogni parola è un ordine generali!
Così ora mi trovo in classe ad ascoltare la professoressa Magnani che ci rispiega per l'ennesima volta la prima Guerra Mondiale mentre i capelli bagnaticci mi si stanno increspando.

La ragazza affianco a lei si accorse subito che stava litigando con le sue lunghe ciocche. Le allungò un elastico.

Gli occhi le si riempiono di gratitudine.
《Grazie mille Shiva! Non so che farei senza di te!》 Le bisbigliò per evitare che il professore la sentisse.

Ora come ora la prima Guerra Mondiale la conosco fin troppo bene... perciò tornerò a raccontavi la mia storia...
Vi starete chiedendo che rapporto c'è tra me e SHIN... Il ragazzo con cui sono stata per il maggior tempo durante miei quattordici anni.

Ebbene, ebbe inizio tutto dieci anni fa, quando mi trasferii in Giappone.

SheliakDove le storie prendono vita. Scoprilo ora