capitolo 11

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Erano già passate sette ore dalla loro partenza e la temperatura era salita. Il profumo di verzura diventava sempre più intenso camminando nel bosco e tra uno scricchiolo e l'altro riuscivano a distinguere un richiamo animale. Gin apriva la strada ai compagni perché erano entrati in quello che era stato il suo territorio per molto tempo: la foresta in cui si erano incontrati per la prima volta. Kevin era l'ultimo del gruppo perché non voleva sprecare troppe energie. Nonostante avesse fatto un intensissimo allenamento per molti anni rimaneva ugualmente un inguaribile pigro.
Si chiedeva che cosa ci facesse assieme a quegli strani ragazzi coinvolto in un' avventura nella quale non aveva nessun ruolo particolare. Guardò i suoi due coetanei e sorrise.
Sono come leoni, creature selvagge che ti inquietano e ti affascinano allo stesso tempo. È naturale seguirli sarebbe impossibile lasciarli proseguire da soli lungo il loro cammino pensò.
Akane e Shin riuscivano a stare assieme senza punzecchiarsi o sfidarsi per poco più di qualche minuto. Indubbiamente era raro annoiarsi in loro compagnia.
Gin si fermò. Davanti a loro si stagliava una piccola locanda in legno di un classico stile giapponese. All'entrata, sovrastante la porta, era appesa una piccola insegna con su scritto: 《Welcome To Paradise》 Era quasi buffo quel cartello in un posto simile. Incerti sul da farsi si scambiarono rapide occhiate e alla fine optarono per fermarsi a passare la notte in quel luogo. Shin fu il primo ad entrare e anche a spalancare la mandibola. Quello a dispetto delle apparenze era un hotel a cinque stelle. Davanti a loro vi era un lungo tappeto rosso, la stanza era piena di luci che davano maggiore lucentezza alle pareti chiare e ad accoglierli alla loro sinistra trovarono un ragazzo, pressoché della loro età, vestito da maggiordomo. Era molto alto, magro, dai capelli corvini e dagli occhi scuri come la pece e aveva una particolare neo appena sotto l'occhio sinistro.
Sbrigarono tutte le pratiche per la loro breve permanenza e vennero accompagnati nelle loro stanze. Non appena il maggiordomo si chiuse la porta alle spalle, Akane e Shin si precipitarono ad aprire ogni porta della loro stanza. I letti erano tutti da una piazza e mezza, nei mobili e nelle decorazioni si alternavano il bianco e il nero che erano i colori predominanti in quell'edificio. I ragazzi erano sfiniti perciò dopo un lungo bagno rigenerante decisero di dormire.
A notte fonda Gin si svegliò e vide che la sua padrona e Shin non erano nella stanza. La finestra era leggermente socchiusa; ciò permetteva all'aria fredda di entrare nella stanza. Il lupo si alzò e con una zampata la chiuse. Solo più tardi capì che i due ragazzi erano andati nel bosco. Ripercorrendo il loro percorso grazie alle impronte e soprattutto al suo eccezionale fiuto riuscì a trovare Akane addormentata all'ombra di un grosso salice e avvinghiata ad un piccolo micetto bianco.
Si unì a loro e si stese al loro fianco. Qualche ora prima...
Erano passate alcune ore dal momento in cui erano andati a dormire, eppure non c'era verso per Akane di addormentarsi. Per evitare di sprecare tempo decise di alzarsi e allenarsi nel bosco.
Era una notte senza luna e le ombre proiettate dal bosco erano più mostruose che mai.Trovò un piccolo spazio sufficientemente ampio da permetterle di eseguire i suoi soliti esercizi. Passarono una decina di minuti quando si trovò di fronte il suo caro amico. Continuarono l'esecuzione assieme.
Allorché esaurirono le energie Akane costrinse Shin a giocare a nascondino e con una partita alla morra cinese scelsero chi avrebbe contato: Shin.
Rapidamente percorse più strada possibile per distanziarsi dal compagno e improvvisamente lo rivide: la piccola macchietta bianca dagli occhi viola. Non esitò e lo seguì. Il micetto la portò ai piedi di un possente salice piangente dalla chioma così folta che non lasciava intravedere la corteccia. Quando poi le fece strada all'interno lo stupore iniziale si trasformò in meraviglia: miriadi di lucciole volavano sopra le loro teste. Quell'albero così decadente all'apparenza in realtà era il più fortunato tra tutti perché grazie ai suoi rami intricati riusciva a nascondere creature stupende. Akane osservando il tronco vide che le radici erano sollevate dal terreno o forse era il terreno che sprofondava in una grotta che a occhio e croce era capiente abbastanza da contenere tre adulti accovacciati. Senza pensarci su seguì i movimenti spontanei del corpo e vi si accovacciò. Il gatto la seguì.
Shin intanto aveva ispezionato invano ogni singolo angolo della foresta. Proseguì ininterrottamente per ore e alla fine la trovò. Si era addormentata e al suo fianco c'era uno strano gatto che non aveva mai visto. Non se ne preoccupò e si sdraiò al suo fianco. Senza accorgersene sprofondò nel mondo dei sogni.

Aprirono gli occhi in sincrono, la luce che filtrava attraverso gli spessi rami fece intuire loro che il sole era già alto nel cielo. Era più impossibile che raro il fatto che avessero potuto svegliarsi dopo l'alba. Si alzarono con una strana sensazione addosso. Uscirono dal rifugio. Quello che avevano di fronte non era il bosco della sera precedente bensì un'immensa valle variopinta. Distese di prati multicolori, alberi dalle più strane forme e soprattutto... la natura era commestibile. Gli alberi che li circondavano erano fatti di liquirizia, il prato sul quale appoggiavano i piedi era una distesa di bastoncini ricoperti di cioccolato...
Sto sognando pensò Akane. Si girò e tiro un pugno a Shin.
《Ahiaaaaaa... che ti salta in mente!》 Chiese l'amico.
《Non è un sogno allora... 》 disse meravigliata.
《Noo... ma davvero? Non l'avrei mai detto!》 La prese in giro ironicamente Shin.
《Dove siamo finiti?》 Chiese stupefatta Akane alzando gli occhi al cielo.
Nel cielo galleggiavano un numero indescrivibile di isole dalle più varie dimensioni e particolarità ma ciò che veramente catturò la loro attenzione fu l'assenza del sole. Al suo posto c'era un grande cristallo  romboide di colore viola.
《Cosa sarebbe quello?》chiese stupefatta.
《Quello è il kary, ciò che governa questo mondo》 le rispose una profonda voce alle sue spalle.





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