capitolo 6

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Avevo quattro anni, ma ricordo ancora bene il mio arrivo in Giappone.
Era una soleggiata giornata invernale.
Quando attraversammo la città di Tokyo, abituata com'ero ai piccoli villaggi, mi sentii schiacciata da quegli enormi grattacieli e da quella moltitudine di persone che camminavano per le strade. Tuttavia allo stesso momento tutte quelle luci ai miei occhi brillavano in un'affascinante danza colorata.
I miei genitori mi avevano avvertìto che la nostra casa sarebbe stata tra i monti, infatti il viaggio fu ancora lungo.
Il paesaggio piano piano mutava: le lunghe vie affollate lasciavano spazio ad una più folta vegetazione naturale.
Passarono altre tre ore. Anche il tempo cambiò: ora nel cielo danzavano piccoli fiocchi bianchi.

Fino ad allora ero stata solo alle Hawaii e in Australia, non avevo idea di cosa fosse la neve, ma quei piccoli fiocchi mi affascinavano moltissimo.

Ci fermammo alla fine della strada. Di fronte a noi si ergeva un'enorme villa in stile nipponico e, poco distante, un tempio shintoista alquanto grande.
Non appena scesi, la cosa che più mi premette fare fu scoprire quella strana sostanza fredda.

《Mamma, papà, posso andare a fare un giro?》 Chiesi fremendo.

《Certo tesoro, però stai attenta a non perderti》mi rispose la mamma.

Eravamo circondati da un'enorme bosco.
Mi lasciai la strada alle spalle e misi un piede nella neve. Il suolo era morbidissimo, non avevo idea che esistesse una simile sostanza.  Imparai a mie spese gli svantaggi di quella sofficiezza e a fare attenzione a non sprofondare, camminando con più leggiadria.
Fancendomi prendere dall'emozione iniziai a correre. Purtroppo non feci abbastanza attenzione e caddi.
Il terreno non era in pianura. Ruzzolai giù e continuai a rotolare fino a che la mia traiettoria fu interrotta da un albero sul quale non sbattei il mio viso.
Mi sanguinava il naso. Ebbi un'idea: la neve alla sua temperatura sarebbe stata utile. E così fu. Ne presi una bella manciata e me la misi sul naso. Qualche secondo dopo, l'emorragia terminò.
Mi sentii fiera di me stessa.
Ripresi la mia esplorazione. Non avevo idea di dove fossi finita.
Avanzai facendomi largo tra gli alberi fino a quando giunsi in una radura.
O meglio, una distesa di neve.
La botta di prima non era stata sufficiente per fermarmi, infatti le mie gambe si mossero di istinto.
Ad una ventina di metri dal punto in cui mi trovavo, notai una figura. Aveva capelli corti neri, occhi di ghiaccio e lineamenti sottili. Indossava un vestito lungo che era tenuto chiuso da una cintura.
Si muoveva abilmente nella neve e i movimenti della spada sembrava servissero per trafiggere avversari invisibili.
《Finalmente un' altra ragazzina con cui posso fare amicizia!》pensai. Ebbi un' attimo di incertezza se interrompere o quello magnifico schema di combattimento, ma poi non esitai e le corsi incontro.

《HEY!》 Urlai.

In un millesimo di secondo rinfoderò la spada e corse nella mia direzione.
Solo poi ne capii il motivo: non avevo visto che a separarci c'era un ruscello. Mi mancò il terreno sotto i piedi. Caddi.
L'acqua era gelata.
Si senti un altro tonfo. La bimba si tuffò.
Mi porse la mano. Con qualche difficoltà riuscii ad afferargliela e nell'istante seguente allora persi i sensi.

Mi risvegliai attraversata da brividi. Ero infreddolita, ma qualcosa che emanava calore rendeva la mia situazione più sopportabile. Solo dopo compresi ciò che era accaduto: la bimba mi aveva salvata e ora mi stava portando in spalla.

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