Shin aveva uno sguardo quasi pensieroso, era più che comprensibile. Erano quelli i momenti in cui ti vedevi passare tutta la vita davanti, però erano anche gli unici in cui potevi urlare al mondo: 《Sono qui e non ho paura! 》
《Cos'è quella faccia! Da quando usi quella testa vuota!?》
Gli urlò quelle parole con tutto il fiato che aveva in gola.Sorrise.
La terra si stava avvicinando. Il brivido dell'avventura si fece sempre più grande.
La prima volta in cui il maestro ci portò sulla cima del monte avevamo male ovunque, pensavamo che fosse impossibile raggiungere a piedi quell'altitudine, eppure ci riuscimmo. Eravamo esausti, ma il maestro ci disse che avremmo potuto riposare. Provammo un grande senso di sollievo. Però durò poco: aggiunse che per scendere saremmo saltati giù. Pensammo che stesse delirando. Ricordo ancora lo sguardo allibito di Akane che cercava una conferma di aver realmente udito quelle parole. Purtoppo non potei rassicurarla perché non ero in condizioni diverse da lei.
Non avemmo il tempo di lamentarci: il sensei ci spinse con un calcio. Ci mancò la terra sotto i piedi e iniziammo a cadere.
Pensai di morire e non osai aprire gli occhi. La discesa era interminabile. Il non sapere dove sarei caduto, però era anche peggio. Mi feci coraggio.
Mi trovai di fronte allo spettacolo più bello che avessi mai visto. La luce del sole al tramonto illuminava il cielo che era diventato la loro terra.
Ma la cosa più luminosa tra tutte era il sorriso di Akane. Gli occhi scarlatti guardavano il modo con pura curiosità e amore per la vita.
L'unico problema a cui non avevamo pensato era l'atterraggio...
Sotto di noi c'era una grande distesa d'acqua. Entrambi durante l'impatto ricordammo tutti gli allenamenti sulle cadute con cui ci aveva torturato il sensei. Il nostro corpo agì di istinto, eseguimmo un rotolamento che parve interminabile e poi finimmo a bagno.
Quando ci riappropriammo del nostro battito cardiaco scoppiammo a ridere.
Il risultato fu, una serie di costole rotte per me e per Akane solo il braccio destro.Akane scese per prima, Shin La seguì.
Ripresero fiato e nuotarono in profondità fino a raggiungere la riva.Non l'avevano detto a parole, tuttavia la sfida si sarebbe conclusa all'arrivo nel tempio.
Ripercorsero il sentiero a ritroso.
Il maestro era nel dojo. Avendo appena concluso l'allenamento si stava riposando quando vide che due nuvolette di fumo si avvicinavano progressivamente. Poco dopo capì che erano i suoi allievi.
《20000 a 20000, mia cara》
《Tsk.》
《Vi stavo aspettando.》
《Sensei... andiamo.》Si incamminarono.
Raggiunsero un' altura a strapiombo sul mare.
Una decina di tombe.
Akane raggiunse le due più vicine al mare.
《CIAO MAMMA, CIAO PAPÀ.
Oggi sono già sette anni.
Sapete, mi sono comportata molto bene e sono anche riuscita a sopportare Shin senza ammazzarlo.
Sono riuscita a non procurarmi altre fratture! ... magari qualche botta...Quest'anno i peschi mi sembrano proprio come l'ultima volta che li abbiamo visti... ho una strana sensazione... in ogni caso la affronterò come mi avete insegnato. Grazie per vegliare sempre su di me. Vi voglio tanto bene.》
Si inginocchiò e congiunse le mani in segno di saluto.
Guardò il mare per l'ultima volta e sorridendo tornò dai compagni.
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Sheliak
FantasyIn un futuro prossimo Akane e Shin vivono serenamente la monotonia delle loro giornate tra scuola e allenamenti da comuni studenti quattordicenni. Quando un bel giorno incontrano Kevin, un membro di un'organizzazione coinvolta in tutti gli affari se...