《Sarai assegnato a comando della squadra B464, il tuo compito è quello di utilizzarla al meglio per portare a termine la tua missione. Tutto chiaro agente?》 Gli domandò l'imponente comandante davanti a lui. Era alto quasi due metri, il suo fisico atletico si nascondeva sotto alla divisa dell'organizzazione. I suoi occhi erano scuri come la pece e i capelli castani rasati gli coprivano la nuca quando bastava per non essere definito calvo. Pareva un ragazzo se non per il viso segnato da profonde cicatrici e la pelle poco curata e piena di ferite, a seguito di numerose battaglie.
Kevin si ricompose e rispose: 《Sisignore!》 Dopodiché si recò dalla sua squadra. Durante il tragitto che li separava continuava a ripensare al discorso con il supremo comandante della sua armata che era uno tra i sette vertici che a capo dell'organizzazione.
Entrò nel suo ufficio scortato dalle sue guardie. Come ci si poteva aspettare non poté avere una conversazione in privato, anzi, durante tutta la sua permanenza in quella stanza si sentì il fiato sul collo di quegli agenti che tanta gente ammirava eguagliare. Provò solo del ribrezzo al pensiero di dover difendere con la vita quell'uomo tanto odioso, tuttavia cambiò subito opinione: per essere arrivato a fare tanto era sicuro che avesse avuto dei motivi. Non gli importava quali fossero, in qualunque caso, al contrario di quanto potessero pensare i cittadini comuni, il fine non giustifica mai i mezzi.
Quel luogo era enorme, a dispetto delle dimensioni però lo spazio al suo interno era occupato solo da una scrivania ordinata e due sedie, l'una per gli ospiti, l'altra per il capo. Le pareti erano tutte in vetro, la luce attraversandole illuminava tutta la sala. Il signore in piedi era dietro la scrivania, intento ad osservare la città. Si girò quando Kevin raggiunse la sedia. 《Agente D969, cosa ti porta qui? Come mai hai fatto così tanto per finire qui a parlare con me?》 Chiese. A guardarlo appariva come un ricco non particolarmente differente dagli altri. Indossava abiti eleganti scuri con un'inguardabile camicia arancione fluorescente e sul taschino sinistro c'era una piccola spilla, simbolo dell'organizzazione. Portava i capelli biondi corti, aveva occhi scuri e il pizzetto accennato che gli dava un'aria sbarazzina.
Kevin era abituato a trattare con uomini di altro rango e sapeva come avrebbe dovuto iniziare il discorso.
《Ma come signore... non faccia finta di nulla... sappiamo entrambi da chi provenivano gli ordini della mia ultima missione. E inoltre... -si sedette incrociando sia le gambe sia le mani.- voi avete qualcosa che mi appartiene, ma pure io ho delle informazioni che potrebbero interessarvi. Sbaglio, Mr Thram. P.》
A quelle parole sussultò. Quel ragazzino era riuscito a trovare una crepa nel suo muraglione.
《Cosa staresti insinuando?》 Chiese scettico.
《Lei ha messo le mani su una cosa di mia proprietà. Se me la farà avere allora ne riparleremo.》
《Ahahhahahahhahahahah! Che ragazzino insolente! Ma con chi credi di parlare?》
《So benissimo chi è lei. Tuttavia non ho nessun problema a rivorgermi a lei con questo tono perché se sapesse quali sono le mie informazioni sarebbe lei ad avere dei riguardi nei miei confronti.》
Kevin era riuscito nel suo scopo: lo aveva messo alle strette e lo aveva convinto. Sorrise sadico.
《Agente D969 continueremo il nostro discorso dopodomani all'alba qui nel mio ufficio, sia puntuale. Sono desolato, ma costretto, per sopraggiunti impegni di maggiore rilievo, ad abbandonarla. Con permesso.》 Uscendo dalla porta alle sue spalle si congedò.
Kevin per reggere quella farsa aveva dato il meglio di sé. Sospirò esausto e si accasciò sulla sedia.
Subito dopo ritornò ai suoi compiti.
Non ne poteva più... ormai erano passati giorni da quando era ritornato in quell'inferno e non aveva ancora avuto notizie del vecchio. In ogni caso non aveva scelta: per il momento non avrebbe avuto altro da fare se non ubbidire e fare il suo dovere di agente. Davanti a lui una porta blindata in ferro lo separava dai suoi nuovi compagni.
Chissà con che razza di persone mi troverò a lavorare... pensò abbattendo quell'ultimo ostacolo prima della partenza.
Entrò nella stanza.
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Sheliak
FantasyIn un futuro prossimo Akane e Shin vivono serenamente la monotonia delle loro giornate tra scuola e allenamenti da comuni studenti quattordicenni. Quando un bel giorno incontrano Kevin, un membro di un'organizzazione coinvolta in tutti gli affari se...