The Day After

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 ♠ SUGURU

Ho gli occhi gonfi come se mi avessero pestato senza pietà. Un sapore acido serpeggia sulla mia lingua. 

Non riconosco questo soffitto. A fatica mi metto a sedere. Un copriletto con le papere pirata. Peter. Sono a casa sua.

«Come sono arrivato qui?»

«Serio?» esce dal bagno. Il suo bagno. Privato, in camera. Certa gente ha tutte le fortune.

Si siede su letto e mi fissa attraverso i buchi di quell'oscenità che tiene sul volto «Non ti ricordi proprio un cazzo eh? Eri conciato da fare schifo, ho chiamato tua mamma e gli ho detto che dormivi da me. Ti ho salvato il culo, bello.»

«Perché indosso questo orribile pigiama a paperette?» fisso un becco arancione che mi dona un bacio.

«Hai vomitato ovunque e ho dovuto pulire quello schifo anche dalle mie scarpe. Dovresti tacere e ringraziarmi.»

Vagamente ricordo di esser rientrato barcollando nella villa alla ricerca del bagno. Non so nemmeno se ci sono mai arrivato. «Grazie e...cosa cazzo hai in faccia stavolta?»

«Maschera viso oro, bella vero? Dopo la sbronza di ieri sera devo rimediare. Ho appuntamento con Giulia pomeriggio e devo essere al top»

«Sei assurdo. Dovresti farti passare sta fissa per lo skincare» aaah che mal di testa! Cerco di alzarmi senza barcollare e raggiungo a fatica il bagno.

Peter inizia a borbottare dalla camera.

«Ehi! È ora che la smetti con questi stereotipi del cazzo, non siamo più in una sitcom anni 90»

Tiro l'acqua del cesso e osservo le orribili occhiaie che sono apparse sulla mia pelle bianca cadaverica. Osceno.

«Peter, in quelle serie non erano gli eterosessuali ad essere stereotipati*»

«Resta il fatto che mi prendi sempre per il culo!» grida coprendo il rumore dell'acqua mentre mi sciacquo il viso.

«Assolutamente vero» torno in camera e mi guardo attorno. Dove sono i miei vestiti?

«È inutile che  guardi in giro. Ho messo tutto in lavatrice prima che mia mamma potesse scoprire quanto avessi bevuto. Ti presto i miei»

«Mi basta una tuta. Grazie»

Inizio a vestirmi mentre cerco di mettere a fuoco qualche ricordo. Nulla. Ho la sensazione di aver parlato con Satoru. Impossibile, devo averlo sognato. «Hai idea di cosa ho combinato ieri sera?»

«Davvero non ricordi nulla? Eri in giardino con Fabrizio e i ragazzi del club, sei rientrato per andare in bagno e Fabrizio ti ha ritrovato steso in corridoio al piano di sopra.»

«Spero di non aver fatto qualche casino» eppure mi sembra di aver scordato qualcosa d'importante.

«Ma va figurati. Dai scendiamo in cucina a prendere un caffè. E domani alle 7 andiamo a correre per bruciare le tossine. Abbiamo una gara mercoledì, dobbiamo essere al meglio» 

Peter, di professione Grillo Parlante e personal trainer.


 ♥ SATORU 

Non ho dormito un cazzo. Barcollo in cucina e mi fiondo sulla macchinetta del caffè.

Ieri sono scappato dalla festa senza avvisare nessuno. Ho il cellulare che esplode di chiamate senza risposta e messaggi.

Non ho voglia di sentire nessuno.

Bevo un sorso di caffè amaro sperando di riprendermi da questo torpore.

Cosa diavolo ho fatto?

Perché, dopo tutti questi anni in cui mi sono impegnato al massimo per ignorarlo, sono caduto come un miserabile?

A me non piacciono gli uomini.

Allora perché ho ricambiato il bacio?

Non ci devo pensare. Mi sono impegnato al massimo per ottenere tutto quanto. Non devo cedere ora. Non devo pormi domande assurde. 

Lui era ubriaco e potevo essere chiunque.

Io ero sobrio però...

No! Normale istinto. Nulla di strano, desiderio represso. Tutti si stavano spogliando e tuffando nudi in piscina, sicuramente sono stati gli ormoni. Certo. Quelli.

Cazzo!

Mi lascio cadere sulla sedia e guardo fuori dalla finestra. Il gatto sta cercando di prendere una farfalla. Si accovaccia dietro un filo d'erba convinto di essere invisibile.

Mi sento come lui.

Non posso continuare ad arginare ciò che provo nascondendomi dietro ad un filo d'erba. Non funziona. 

Sei mesi. Tra sei mesi me ne andrò in America. Nulla di tutto questo avrà importanza. Dimenticherò tutto. Suguru compreso.

Devo solo resistere.



ミ★ Note

* Il discorso tra Peter e Sugu si riferisce all'abitudine nata negli anni 90 di inserire nella sitcom, o nelle commedie romantiche, l'amico omossessuale stereotipato: una macchietta sullo sfondo della storia che elargiva consigli amorosi e d'abbigliamento.

Nel film Isn't It Romantic del 2019 (che adoro) , tra altre oscenità, prende in giro anche questa pessima scelta dell'epoca.



Crash! Boom! Bang! (SatoSugu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora