Risveglio

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 ♠ SUGURU

Vorrei voltarmi su un fianco ma un caldo peso non me lo permette. La luce del giorno mi accoglie intontito e un po' dolorante. Non riconosco questo soffitto. In lontananza sento un vociare sconosciuto. Ah! Una tv accesa. Cerco di capire cosa mi trattiene ancorato a questo materasso quando, nel muovermi, sfioro con le dita una massa setosa morbidissima.

Satoru.

Dorme sulla mia pancia come se fossi un cuscino.

Ora ricordo.

Ieri sera sono rimasto a dormire qui. 

Il pensiero di quello che abbiamo fatto, unito al risveglio, crea un rigonfiamento  dolorante sotto le lenzuola. Abbiamo iniziato in bagno, per continuare in corridoio e finire in camera. Avrei voluto farlo, lo desideravo, ne avevo bisogno, ma non eravamo organizzati e lui è totalmente impreparato sull'argomento... e io non ero pronto a questa sua passionale reazione. Credevo fosse restio ad andare a letto con un uomo, nonostante i baci focosi che ci siamo scambiati, del resto era sempre stato solo con donne. Invece...

Ci siamo accontentati di sesso orale e alternative da ginnasta. Anche se sui pompini deve migliorare la tecnica. Pessimo. Terribilmente pessimo e nello stesso tempo adorabile. Impacciato ed emozionato. No. Se penso al suo sguardo in quel momento rischio di avere seri problemi da risolvere al più presto in bagno.

Cerco di scivolare via dalla sua stretta poliposa ma mi blocco appena sento un dolorino familiare: il deficiente mi ha fatto un succhiotto sull'anca. Speriamo non si veda col costume. Cazzo mi farà un male cane con l'elastico. Però adoro questo segno violaceo. Non glielo dirò mai.

«Buongiorno» gracchia facendomi tremolare la pancia «sei già sveglio?»

«Così, ad una prima analisi, direi di sì» passo le dita tra i suoi morbidi capelli arruffati.

«Non voglio alzarmi» mi stringe i fianchi.

Nemmeno io vorrei, ma sua madre è evidentemente in cucina. Oppure questo rumore di pentole è causato da un poltergeist.

«Forse è il caso di muoverci. Non voglio venir sorpreso nudo da tua madre» inorridisco all'idea.

Sato ridacchia «Però sarebbe divertente» si mette a sedere regalandomi un panorama indimenticabile.

Cerco di memorizzare ogni centimetro di pelle visibile.

«Vieni con me» mi bacia sulle labbra.

«In bagno?» 

Si siede a gambe incrociate e il mio occhio cade ovviamente lì.

Ridacchia e mi ritrovo a fissare una porzione di cielo depositata nel suo sguardo.

«No. Vieni con me in America»


SATORU

L'ho detto. Voglio davvero che venga con me in America. Lo desidero più di ogni altra cosa.

Ma ora, che ho realizzato tutte le implicazioni che comporta, sono terrorizzato.

«Satoru! Mi stai ascoltando o no!» mia madre mi riporta coi piedi per terra «ti ho detto di passare a Suguro lo zucchero»

Sorrido, mentre l'ansia mi attanaglia le budella, e passo il contenitore a Sugu che mi guarda col sopracciglio alzato. 

Non ha risposto alla mia proposta. È rimasto imbambolato e poi è andato in bagno a lavarsi.

Sono rimasto lì come un'ameba unicellulare. Anzi, fluttuo ancora nel nulla cosmico primordiale di chi non sa cosa fare della propria esistenza.

Ma, se fosse possibile, verrebbe con me o no?

E come potrei giustificare a tutti la sua presenza? Il coach mi ucciderebbe. Sicuro, mi ritroveranno spellato vivo a centro campo.

E mia mamma? Come reagirebbe se le dicessi che siamo... siamo cosa? Più che amici? AmiciCheFannoCoseCheGliAmiciNonFanno

Ma noi stiamo insieme? Non abbiamo mai chiarito.

Ma vorrebbe venire con me? Perché non ha risposto?

Cosa devo fare? Ho il cervello che sta per scoppiare in sovraccarico emozionale.

Domani.

Domani arriva l'americano.

Voglia andare in America.

Voglio Sugu.

Eppure non potrò mai avere entrambi.

Sento un rumore di cristalli infranti, come una vetrata collassata su se stessa dopo esser stata colpita da un sasso. Non è un rumore esterno. 

Sono io.


Crash! Boom! Bang! (SatoSugu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora