Combatto l'ansia che mi rode lo stomaco con tutta me stessa, o quantomeno ci provo, mentre percorro da sola i corridoi verso i Gates delle Partenze. Riesco a domarmi, con un po' più di decisione del solito, l'intero weekend di addestramento con Jorge non è servito a farmi capire come richiamare la Luminescenza a comando ma in fatto di autocontrollo sto iniziando a fare progressi. Deglutisco quando scorgo il numero 1 attaccato alla parete di fronte a me, man mano che avanzo la visuale si espande sempre di più: numero 2, numero 3...muovo le dita, cerco di localizzare la Luminescenza e di ricacciarla indietro. Ci provo e ci riprovo, ma il flusso emozionale preme con forza crescente contro la mia barriera. Mi fermo un momento, prendo un bel respiro. Alzo gli occhi con timore, sapendo già cosa mi aspetta. Quando i miei occhi incontrano il numero 20 in fondo alla stanza la Luminescenza prende una nota prorompente, cerco di isolarmi dentro me stessa in modo da riuscire a concentrarmi solo sul flusso emozionale che mi brucia dentro. Jorge mi aveva detto che sarebbe successo e mi ha anche detto di fare di tutto pur di non accendermi, perché i miei globi sono ancora a flusso discontinuo, a tratti nebulosi a tratti definiti, e io per affrontare Malik ho bisogno di tenermi stretto ogni briciolo di energia fisica che ho in corpo.
«Forse è l'idea di lui che mi avete messo in testa a farmelo temere così tanto» ho detto ieri sera a Jorge mentre eravamo a cena, aspettando che Seth e Giorgiana terminassero il loro turno in mensa. «Di certo conoscerlo di persona ti aiuterà a farti un'idea di lui tutta tua, ma temo non sarà molto diversa da quella generale» mi ha risposto lui, pescando con fare schifato una fetta di patata bollita dal suo piatto. «Ti metterà sotto torchio, sappilo, e rare saranno le occasioni in cui si risparmierà» mi ha detto poi, guardandomi con un mezzo sorriso sul volto. Scuoto la testa, cacciando via l'immagine dalla mia mente. Cerco di troncare il flusso emozionale con quanta più forza ho, ma ottengo come unico risultato quello di affievolirlo. Faccio un profondo respiro e mi avvio verso il gate numero 20, unico accesso alla palestra, conscia di non poter fare tanto di più per spegnere la Luminescenza, che sarà sempre a rischio di accensione. Per spegnermi internamente del tutto potrebbero volerci ore, ore che io non ho. Scendo le scale con gambe tremanti, ci metto almeno metà scalinata prima di trovare il coraggio di alzare gli occhi dai miei piedi, e quando lo faccio il mio sguardo incontra immediatamente il suo, probabilmente già su di me fin dal primo scalino.
Un ragazzo alto, dalla corporatura imponente e il contorno dei muscoli ben visibile sotto la stoffa della maglietta nera, mi aspetta al centro della palestra. Ricci neri, nerissimi, a coprirgli la fronte, poco sopra due occhi di un grigio così chiaro da sembrare argento. Un viso squadrato con barba, un accenno di baffi e pizzetto neri, l'angolo sinistro della bocca sollevato in un sorriso beffardo mentre mi osserva scendere le scale. La Luminescenza impazzisce di nuovo, muovo le dita e mi forzo a controllarmi mentre sempre più titubante avanzo verso di lui, alto ed imponente tanto quanto Jorge. Mi fermo al suo cospetto e lui mi squadra dalla testa ai piedi senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo per poi esordire in un "pari alquanto deboluccia". Deglutisco rumorosamente, con la Luminescenza bloccata all'altezza dei polsi che quasi fa male per quanto continua a spingere per uscire, il labbro fra i denti martoriato a sangue. «Sai già chi sono, so già chi sei, saltiamo le presentazioni, ciò che mi interessa sapere, ma deduco di no da quanto posso vedere, è se hai mai fatto qualche tipo di attività sportiva oltre l'educazione fisica che vi impartiscono nelle scuole» dice, mantenendo sempre la stessa espressione, io faccio cenno di no con la testa. «Perfetto, il nostro addestramento ti insegnerà a combattere corpo a corpo, ma prima di arrivare a questo cominceremo a migliorare la tua resistenza, sicuramente bassa, e ad aumentare la tua massa muscolare. Dubito riusciresti al momento a tirare un pugno senza farti male solamente tu» dice, facendo schioccare le ossa delle dita di entrambe le mani. «Impareremo a tirare pugni, a tirare calci, a combinarli insieme e allo stesso tempo ad incassarli, dopo di ciò, e questo Jorge non te l'ha detto perché sono io quello che è tenuto a farlo, gli addestramenti miei e di Jorge si fonderanno insieme, in che maniera lo scoprirai quando sarà il momento e non prima, e lo saprai da me e lui e da nessun altro. Puoi anche provare a chiedere a chi vuoi, volendo, in quel caso io lo saprò e farò i conti con chi te l'ha detto e poi anche con te» dice, sfoderando un finto sorriso che mi apre un vuoto nello stomaco: pugni, calci...mai alzato un dito in vita mia su niente e mai andata oltre i quattro, cinque giri di corsa dell'ora di educazione fisica. La situazione è orribile tanto quanto mi aspettavo, e ho il sospetto che peggiorerà.
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The Color Of City Lights
FantasyQuando la nostra essenza si manifesta in maniera inaspettata, quando guardarci dentro diventa troppo facile, soprattutto per gli altri. Come imparare a controllarsi? Lara, una diciassettenne la cui vita prende una strada inaspettata, alle prese co...