Notte di Luce

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LARA

La cena che sto vivendo in questo momento mi fa rivalutare i pranzi con Malik, e glielo scrivo anche, posando poi il cellulare accanto al piatto. Dylan è stato da Bill nel pomeriggio, appuntamento posticipato da lui stesso perché aveva del lavoro da sbrigare, lavoro che io e Jorge abbiamo inconsapevolmente interrotto,  e ora è qui a tavola, seduto accanto a me, che rigira le punte della forchetta nel purè di patate che pian piano si sta trasformando in cemento. La risposta di Malik arriva poco dopo - Pensami, io sono al tuo posto ad ogni nostro pranzo - risponde, pungente come sempre. Metto il cellulare da parte, alzando lo sguardo su Jamie, Seth e Giorgiana. Rimaniamo a scambiarci sguardi finché Jamie non decide di rompere il silenzio. «Sai, ti conviene mangiarlo quello, col tempo non migliorerà» dice. Dylan alza la testa dalla mano, venendo fuori dai suoi pensieri come se si fosse appena svegliato o appena reso conto di essere lì. Mette in bocca la forchetta per poi lasciarla cadere nel piatto. Deduco sia la fine del suo pasto. «Al momento non vedo alcuna possibilità di miglioramento neanche nella situazione» risponde, sospirando. «Oh, nessuno di noi la vedeva» risponde Giorgiana, delicatamente. «Però poi migliora» aggiungo io, e stavolta il suo sguardo sembra finalmente metterci a fuoco. Si riaggiusta sulla sedia, sospirando di nuovo, ancora non pienamente convinto. E come dargli torto...

«Hai iniziato l'addestramento, oggi?» chiedo poi, lui annuisce, ma non aggiunge altro. «E come è andato?» insisto, lui temporeggia. «È andato, insomma...mi accendo, questo l'ho appurato, è tutto ancora nebulizzato, ma lei non sembrava scontenta» biascica. «Ci metterai un po'» dico «ti devi dare...» ma lui mi interrompe. «Tempo» dice, guardandomi e annuendo, «lo so, mi devo dare tempo, ma adesso, in questi preciso istante, mi sto dando il tempo di prenderla male» dice, pacatamente. Mi vien da sorridere. «Che hai da ridere?» chiede. «Selene disse la stessa cosa anche a me, di prendermi il tempo di stare male» dico, e Giorgiana annuisce, «ha funzionato» dice, «con ognuno di noi» aggiunge Seth. Dylan annuisce, la sua espressione ancora rassegnata. «Sei più di un esperimento, Dylan, e io posso dirlo con certezza perché ti conosco» dico, ripetendo ciò che Jorge disse a me. Lui alza Los guardo su di me, per un momento, scuotendo la testa. «Tutto questo è dannatamente assurdo» esclama, passandosi entrambe le mani fra i capelli. «Eppure hai visto...» azzardo. «Sì, ho visto» dice lui, senza dar segno di sentirsi meglio né di accettare la cosa. Forse sono stata fortunata a svenire, dopo la fantastica video lezione di Bill. «Comunque» inizia Jamie, cambiando discorso, «com'è andato il tuo di addestramento?» mi chiede, il suo viso nuovamente acceso dall'eccitazione, io gli sorrido di rimando, non riuscendo a resistere. «Non pensavo fossimo capaci di tanto» dico, scoccando un sguardo verso Dylan, ricordando a tutti che questo discorso non può proseguire oltre. Se Malik lo venisse a sapere...beh, io non ci tengo comunque a sapere cosa farebbe. Giorgiana sorride, schioccando le dita e sprizzando scintille rosa dai polpastrelli, Dylan finalmente stacca lo sguardo dal piatto. «L'ha fatto anche Selene» esclama, incredulo. «Lo farai anche tu» risponde Seth, facendo lo stesso. Scintille viola, alle quali vanno ad aggiungersi quelle blu si Jamie. Dylan si volta verso di me. «Oh io non posso ancora deliziarti con questo spettacolo, non ho ancora idea di come si faccia, o meglio, un'idea me l'hanno data, è la pratica che manca» rispondo, sorridendo anche io nel vederlo, finalmente, incuriosito da quella che ora è anche una parte di lui.

Realizzo che stia ancora sguazzando nel tentativo di negare l'evidenza a se stesso, di cambiare quella che ora è la realtà dei fatti. «Hai avuto un cellulare?» gli chiede Giorgiana, strappandomi dai miei pensieri. Dylan annuisce, tirandolo fuori dalla tasca e facendolo scivolare sul tavolo verso di lei. Giorgiana lo prende e digita il suo numero sul display, digita poi quello di Seth, di Jamie, il mio, di Jorge, di Malik. Quello di Selene, di Bill, di Stan, sono già in memoria. Glielo restituisce sorridente. «Dovrai mostrarci dov'è la tua stanza» gli dice. «Va bene, ma non c'è molto dentro...» dice lui, al che ci guardiamo tutti simultaneamente, alzandoci nello stesso istante. «Dove stiamo andando?» chiede Dylan, mentre Giorgiana lo prende per la manica della felpa, costringendolo ad alzarsi. «Magazzino C» risponde lei. «E che sarebbe?» chiede Dylan, nel suo solito tono secco, che non tradisce interesse. Anche se io so che se si sta lasciando portar via per la manica di una felpa vuol dire che inizia anche a lasciarsi andare.

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