Con passo affrettato ci dirigiamo verso l'uscita della biblioteca. L'idea di andare a casa sua mi ha sconvolto. Miracolosamente, mi ricordo al volo di prendere l'ombrello ancora fradicio che era sull'uscio della porta. Mille domande mi affiorano nella testa.
«Vedi di non sporcarmi la macchina con quell'affare» dice Mike.
«La macchina?» Sgrano gli occhi.
«Si, la macchina. Come credevi di arrivare a casa mia. Con la barca?» Mi prende in giro.
Oddio. In effetti era una cosa abbastanza ovvia. Me ne farò una ragione «Dove si trova la tua auto?»
Mike esce fuori dalla biblioteca senza coprirsi, impassibile, come se non stesse diluviando.
«Qui dietro c'è un parcheggio» Risponde, indicando con il pollice il retro dell'edificio.
La sua espressione imperturbabile sotto la pioggia mi incanta. Le gocce d'acqua avvolgono il suo volto spigoloso e lo rendono ancora più attraente, ma nonostante questa visione mi piaccia non posso rimanere a guardare.
«Riparati sotto il mio ombrello» gli dico.
Mike si avvicina e ci stringiamo in due sotto l'ombrello. Lo tiene lui siccome è almeno venti centimetri più alto di me. La pioggia ci colpisce ugualmente perché entrambi non riusciamo ad essere completamente coperti. Percepisco il suo fiato su di me, e quando il mio respiro incrocia il suo mi sento inspiegabilmente sempre più attratta a lui come fosse una calamita. Mi chiedo se anche Mike stia provando la stessa cosa.
Svoltiamo l'angolo e ci ritroviamo in un parcheggio. Mike mi conduce verso una Ford Mustang blu e bianca e mi apre la portiera accompagnando l'ombrello sopra la mia testa in modo da non farmi bagnare. Chiude la portiera, si dirige verso l'altro lato e si mette al volante. Proprio in quel momento il cielo diventa più cupo e dalle nuvole cadono piccole sfere di ghiaccio. La grandine non è abbastanza dura da spaccare il vetro del parabrezza, ma avrebbe sicuramente picchiato forte sulle nostre teste.
Ci guardiamo negli occhi, tiriamo un sospiro di sollievo e ci sorridiamo divertiti.
«Giusto in tempo» mi dice Mike.
«Si, infatti.» Rido.
Mike mette in moto la macchina e inizia a guidare.
«E' vicina casa tua?» Chiedo io.
«E' a circa 15 minuti da qui.» Annuisco.
Mike, al volante assume un’espressione seria e sicura di sé. Ogni sua manovra è perfetta e il rombo del motore si intensifica ogni volta che poggia il piede sull'acceleratore.
Mi chiedo cosa troverò a casa sua di tanto entusiasmante.
«Vivi da solo o ci saranno i tuoi genitori?»
«Tranquilla, saremo solo io e te.» Sbianco e il mio cuore perde un battito.
«Sei curiosa di scoprire quello che ho da farti vedere?»
Detto così suona un po' inquietante.
«Si, onestamente non riesco proprio ad immaginare cosa possa essere» ammetto.
Mi sorride gentilmente «Siamo quasi arrivati»
~~~
Alcuni minuti più tardi ci troviamo a pochi passi da una piccola villetta che si erge su di una collina. Il giardino circonda tutta la casa ed è pieno di alberi e fiori. Sulla destra c'è un'altalena in legno e all'ombra di un gazebo c'è una tavola e sedie con il barbecue. Sulla sinistra c'è lo spazio vuoto in cui abbiamo parcheggiato l'auto. Il sole sta timidamente iniziando ad uscire allo scoperto e la pioggia si è placata. Si respira aria fresca e pulita e l'odore di erba appena tagliata ravviva la giornata. Ci avviciniamo alla porta, Mike prende le chiavi dalla tasca e con gesti rapidi spalanca la porta.
«Prego, non far caso al disordine ma non erano previsti ospiti oggi» mi invita ad entrare.
Mike mi segue e si affretta ad aprire tutte le finestre. Fasci di luce dorata irradiano nel grosso open space che comprende il salone e poi la cucina in fondo, facendoli risplendere. L'atmosfera è piacevolmente calda e accogliente. I mobili e gli oggetti sono tutti azzurri o in legno chiaro. Le pareti sono abbellite da piccole ancore e dipinti raffiguranti il mare. «Che belli questi quadri» Dico, avvicinandomi ad uno.
«A volte nel tempo libero mi piace dipingere» risponde Mike.
«Ah, sono tuoi» Alzo le sopracciglia. Non me l'aspettavo. Se l'avessi saputo non gliel'avrei detto, non vorrei fargli montare la testa.
«Grazie comunque» mi sorride. Ricambio il sorriso e lo seguo, ammirata.
«Vieni» Mi fa cenno di entrare nella sua stanza da letto.
Entro nella camera un po' titubante e vedo Mike che scosta degli oggetti su uno scaffale alto.
Lo guardo spostare dei libri e recuperare un grosso scatolo, lo poggia sul letto e ci rovista dentro. «Siediti, nel frattempo» mi dice.
Mi guardo intorno. La camera evoca il fascino del mare. Le pareti a strisce bianche e blu sono adornate di quadretti raffiguranti barche a vele e vecchie mappe nautiche. In un angolo ci sono due specchi a forma di oblò. Il letto posto al centro della stanza è in legno chiaro e i cuscini e le lenzuola blu sono decorati da vele e timoni. Una corda pende dal soffitto, si intreccia e si annoda attorno ad una struttura circolare da cui scendono alcune lampadine.
«Bella questa stanza. E' molto originale» . Ammetto io e mi siedo sul letto morbido.
«Ti piace?» Mi rivolge uno sguardo fugace e mi sorride, prima di cimentarsi di nuovo nella ricerca.
«Io credo che la propria camera debba sempre rispecchiare se stessi, per fare in modo di sentirsi a proprio agio. Ecco perché tutte le stanze private dovrebbero essere originali» Mi dice.
Sono d'accordo.
Lo scatolone in cui Mike sta frugando contiene una miriade di oggetti strambi, che mi ricordano quelli che colleziona il Signor Orlando: Vecchi orologi arrugginiti, pezzi di vetro da forme particolari, pietre, conchiglie, statuette, pezzi di legno.
«Cosa sono?» Chiedo incuriosita. «Oggetti che a volte trovo in mare»
Mike tira finalmente fuori dalla scatola una bottiglia di birra vuota. Ma non è una semplice bottiglia di birra. Nella bottiglia c'è una carta arrotolata. Mike mi guarda con aria soddisfatta prima di rovesciare sulle lenzuola il contenuto della bottiglia.
Srotola il foglio e me lo mostra.
Sulla pergamena ingiallita e rovinata è raffigurata una mappa che ha tutta l'aria di sembrare una di quelle mappe del tesoro che vedevo da bambina in quegli epici film di pirati. Sulla destra c'è una grossa "X" rossa, su quella che sembra essere una collina, o una montagna.
Il territorio mostrato sulla mappa è circondato completamente dall' acqua, indice che si tratta di un'isola.
Ma la cosa che più mi lascia incredula non è niente di tutto ciò.
Sul fondo della mappa c'è scritto: X = MSV.
«Dove l'hai trovata?» Chiedo stupefatta.
«Ricordi quando la sera del nostro incontro ti parlai di una mappa che ritrovai in una bottiglia, di cui non sono mai riuscito a trovare il tesoro? Quando tu credevi che ti stessi prendendo in giro» Alza un sopracciglio e attende una mia risposta.
Mi ritorna in mente la sera in cui conobbi Mike e mi riaffiorano quelle sue parole.
Annuisco lentamente.
«Eccola. Non avevo mai dato nessun significato a questa sigla. Ma adesso che so essere incisa sulla tua collana...» Lascia la frase in sospeso.
«Adesso assume tutto un altro significato.» Concludo io.
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Gemma del Mare
ChickLitQuando Gemma riceve una misteriosa lettera e una collana con una gemma Blu il suo mondo cambia totalmente. Con l'aiuto di Mike, un marinaio dal passato avvincente, Gemma svela il legame profondo tra la sua famiglia biologica e il mare. "Gemma del M...