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Il clima finalmente si è placato e le nuvole hanno deciso di concederci un po’ di tregua. Stamattina il sole splende vivace e riscalda i residui d’aria fredda dei giorni scorsi. Questi sono quei rari momenti estivi in cui l’afa non minaccia costantemente di buttarmi a terra e cerco di godermi l’attimo.
Ho controllato l’applicazione del meteo per assicurarmi che il viaggio sarà tranquillo. Per fortuna giovedì ci sarà buon tempo. Mike dice che non sarebbe un problema se ci fosse pioggia, ma io ho comunque paura.
“Buongiorno, Signorina” un messaggio appare sul telefono. Si tratta di Mike, ovviamente. Ormai parlo solo con lui. Questo mi riporta alla mente l’importante promemoria che mi dice di contattare Ellen.
“Buongiorno Mike” gli rispondo.
“Come va?” chiede Mike.
“Credo sia giunto il momento di contattare Ellen. Incoraggiami, ho l’ansia.”
“Cosa ti frena?”
“Se non dovesse perdonarmi?” rispondo terrorizzata.
“Ma certo che ti perdonerà. Da quello che mi hai raccontato so che siete sempre state buone amiche, e tu hai dovuto affrontare una situazione davvero molto difficile. Chiunque avrebbe reagito così, o comunque in modo simile.”
Spero che Mike abbia ragione.
“Vai.” Mike mi sprona.
“E va bene”
Entro nella chat di Ellen. Gli ultimi messaggi visibili sono quelli che hanno messo fine alla nostra amicizia e mi si stringe il cuore. “Se hai bisogno sono qui” leggo tra i vecchi messaggi ricevuti da lei.
Sono trascorsi diversi mesi ma io non mi sono mai fatta sentire. Non so come iniziare.
Poi, cautamente le mie dita iniziano a toccare i tasti sul display.
“Ciao Ellen, come stai? È trascorso tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo sentite. Mi dispiace, vorrei chiederti scusa di persona. Ti andrebbe di incontrarci in questi giorni?” fisso il testo appena scritto, rileggendolo in loop, con un nodo allo stomaco.
Sullo schermo appare una notifica di Mike.
“Hai fatto?” insiste lui.
Mi faccio coraggio e invio il messaggio.
Chiudo gli occhi e mi porto il telefono al petto, sperando che vada tutto bene. Non voglio perderla per sempre. È la sorella che non ho mai avuto e non riesco a pensare di continuare a vivere senza di lei.
Evito di pensarci, ma ovunque porgo lo sguardo mi ricorda i momenti trascorsi con lei.
Ellen era a casa mia quasi tutti i giorni e parlavamo di tutto.
“Sì”, rispondo a Mike, inviando l’emoticon delle dita incrociate.
“Brava, vedrai che andrà tutto bene”
Poggio il telefono sulla scrivania per evitare di passare il resto della giornata a fissare il telefono, aspettando una risposta di Ellen.

Adesso mi tocca scendere giù e affrontare un’altra prova di coraggio: Papà. Devo parlargli del viaggio, di Mike e di tutto quello che ancora non sa.
Vado in cucina, lui sta facendo colazione.
Verso del latte in una tazza e mi siedo anch’io. Afferro lo scatolo di cereali e faccio cadere il contenuto nel latte. Lentamente inizio a mangiare.
«Ho contattato Ellen» esordisco.
«Ah, finalmente» mi risponde con un largo sorriso. «mi manca quel piccolo cespuglio autunnale che gironzola per casa con tutta la tranquillità del mondo, come fosse sua» papà adora attribuire nomignoli buffi ad Ellen.
«Sì» rispondo «ancora non so se vorrà rivedermi, però.»
«Ma certo che vorrà vederti, Gemma. Siete praticamente cresciute insieme tu e lei. Non devi proprio avere alcun dubbio» papà termina la frase dandomi una pacca affettuosa sulla spalla.
Sorrido insicura. Inspiro ed espiro lentamente per riuscire a proseguire. Ellen non è stata l’unica persona con cui ho rotto i rapporti quando mia mamma è andata via. Papà non conosce proprio niente di tutta la questione relativa alle ricerche che sto facendo, e nemmeno di Mike. Una volta parlavo con lui più spesso.
Spero che non faccia storie per il viaggio.
«Ho conosciuto un ragazzo» spalanco un po’ gli occhi, curiosa di scoprire la sua reazione.
«Oh, mi fa piacere. È un bravo ragazzo?»
«Certo» qualcuno risponde mai “no”? «È un marinaio, ha qualche anno in più a me»
«Io l’avevo capito, sai? Hai un’aria sognante da qualche settimana»
«È… è solo un amico. Nient’altro» arrossisco.
Papà corruga la fronte e mi guarda scettico.
«Guarda che puoi dire tutto a tuo papà, non devi nascondermi niente»
«Lo so, ma è solo un amico, davvero» taglio corto.
«Bene. Quindi questo è quello che dovevi dirmi? Solo che hai un nuovo amico?» Alza un sopracciglio.
«No, c’è dell’altro. Riguarda la collana blu che mi hai dato qualche settimana fa, insieme alla lettera.»
«Non vedevo l’ora che me ne parlassi. Dimmi pure» papà è più gentile con me negli ultimi mesi. Prova sempre a farmi sentire a mio agio.
«Sapevi già del contenuto della lettera?»
«Ma certo, io e tua madre l’abbiamo scritta insieme»
Annuisco e vado dritta al punto «Sto facendo delle ricerche con Mike, il ragazzo di cui ti parlavo»
Papà resta in silenzio, in attesa che io continui a parlare, e io proseguo.
«Ho scoperto che sul retro del ciondolo c’è una piccola sigla, corrisponde al nome di un vecchio giacimento minerario situato su di un’isola qui vicino. Magari lì potrei scoprire qualcosa riguardo le mie origini» dico entusiasta, ma poi la mia voce si incupisce. Temo che lui possa pensare che io voglia sostituirlo una volta trovati i miei veri genitori.
«È solo che sono curiosa. Non c’è niente che mi allontanerà mai da te» chiarisco in fretta.
«Lo so, Gemma. Sono curioso anche io di conoscere chi ha messo al mondo la mia bambina. Ma come pensi di fare?»
Mi mordo l’interno guancia, nervosa. Questa è la parte più difficile.
«Mike ci è già stato su quell’isola. Ti ricordo che lui è un marinaio, quindi mi potrebbe accompagnare lui.»
Mio padre sgrana gli occhi, incapace di parlare ed io ne approfitto per continuare «Starò via per qualche giorno»
Papà si porta istintivamente una mano alla fronte e la sua espressione si addolcisce «Tu sola, alla cieca su un’isola. La mia bambina…» papà fa sempre il drammatico quando si tratta di me, quindi non mi stupisco.
«Ma papà, ho 18 anni!»
«Sì, lo so. Ma non esiste un altro modo per scoprire queste informazioni? E poi questo ragazzo… Mike, lui… lui è davvero un bravo ragazzo? Ne sei sicura?»
«Sì, papà, sì.» Faccio una breve pausa e prendo fiato, sapevo che sarebbe stato difficile. «Sai che ho sempre rispettato ogni tua richiesta e che non ho mai fatto niente senza il tuo permesso, ma stavolta ti chiedo di fidarti di me. Mi rendo conto che per te è difficile, ma per me è importante, se non lo fosse non te lo avrei nemmeno chiesto»
Non sono mai stata fuori casa per più di un giorno, ad eccezione di quando ero in gita con la scuola. Ecco perché mio padre è un po’ titubante. Ma deve capire che questo non è un capriccio, io voglio davvero saperne di più.
«Sai che mi fido di te, Gemma» esita per qualche secondo, che mi pare durare ore «Va bene, vai pure. Ma fa’ attenzione» mi rivolge un flebile sorriso e io lo abbraccio felice.
«Grazie papà, partirò giovedì»

La tensione dovuta a quello che dovevo rivelare a mio padre mi aveva fatto dimenticare totalmente del messaggio inviato a Ellen. Terminata la colazione salgo sopra e do uno sguardo al telefono. Il respiro mi si blocca in gola quando vedo che non ho ancora ricevuto nessuna risposta. Mi chiedo se la riceverò mai.
Prendo il telefono e mi tuffo sul letto con le braccia incrociate sotto la testa, ancora assonnata.
La luce dorata che trapela dalla finestra inonda la camera di ombre e luci calde rasserenando questo turbamento interiore.
Ellen mi risponderà. E se non dovesse farlo potrò comunque dire di averci provato.
Ho Mike che, anche se mi costa tanto ammetterlo, è un amico eccezionale e sono ad un pelo dallo scoprire qualcosa sulle mie origini. Sul mio viso affiora finalmente un sorriso sincero.
Metto le cuffie alle orecchie e ascolto della musica classica rilassante.
Chopin è il mio pianista preferito. I suoi brani sono così tanto dolci, non è un caso se viene chiamato “il poeta del pianoforte”.
Mi lascio cullare dalle note che si susseguono armoniosamente e mi addormento.
Trenta minuti più tardi il suono di una notifica mi sveglia.
Ho il cuore a mille quando controllo i messaggi ricevuti.  Ce n’è uno di Mike che mi chiede se ci sono novità, poi finalmente ce n’è uno di Ellen.
Apro la chat e leggo.

Gemma del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora