L’albergo che si erge di fronte a noi è grande ed imponente ed è posto in un angolo di questa strada ripida, dopo non si vedono più abitazioni o strutture pubbliche: solo campagne e rocce.
L’edificio è coperto di legno e il suo stile rustico evoca le vibrazioni di una vecchia baita.
Il giardino che lo precede è spazioso e pieno di panchine e alberi, alcuni bambini giocano in fondo, sulle altalene e gli scivoli. Il percorso per raggiungere la porta dell’hotel è costituito dagli immancabili cespugli di rose gialle e blu che posti alle estremità del prato formano una graziosa stradina.
«che bel posto, qui» sentenzio, con tono canzonatorio e felice.
L’odore dolciastro delle rose attraversa le mie narici e diventa sempre più intenso mentre ci dirigiamo a piccoli passi verso l’entrata, per goderci a pieno i colori e gli odori di questo giardino.
Noto subito che qui, dall’alto di questa montagna, il caldo asfissiante estivo ha ceduto il posto ad un pacifico clima fresco, quasi autunnale. Gli abiti che indosso vanno ancora bene, ma gradirei un giubbetto leggero. Per fortuna mi sono ricordata di portarne uno, nonostante i 40 gradi percepiti in questo periodo a casa mia.
Non è stata opera di Ellen come per le altre cose. Mi sono ricordata dei consigli troppo premurosi che mi dava sempre mia mamma. Non la ascoltavo quasi mai quando mi diceva di indossare qualcosa di più caldo, eppure ogni volta tornavo a casa congelata e col raffreddore. Non c’è niente da fare, le mamme hanno sempre ragione e io purtroppo l’ho capito troppo tardi. Adesso se potesse vedermi sarebbe felice della mia scelta.
«sì, spero solo che ci sia ancora qualche camera libera, altrimenti siamo fregati» mi risponde Mike.
Superiamo finalmente la porta dell’hotel. Veniamo accolti da un’atmosfera sorprendentemente elegante, in netto contrasto con l’esterno dell’edificio legnoso.
Un profumo tenue di agrumi e spezie risalgono da vari profumatori in vetro posti un po’ in giro per l’atrio. Il pavimento di parquet beige chiaro trova il contrasto delle pareti nere. I divani e i tavolini della lounge dello stesso colore del suolo vengono illuminati da elegantissimi lampadari con pendenti in cristallo, simili ai più lussuosi lucernari presenti nelle regge.
Un’ area alla nostra destra vuota, con un dj set laterale mi suggerisce che quello è il posto dove la sera si intrattengono balli e feste.
Mike si avvicina alla reception e un viso familiare irrompe nella mia visuale: Jeremy.
Avevo ormai dimenticato della sua esistenza.
Con quegli occhi verdi e quel sorriso raggiante è stato la causa del mio primo scombussolamento amoroso. Jeremy è stato il mio primo amore e come tutti i primi amori si è rivelato essere un fuoco forte e veloce. Gli ho voluto bene ma l’inesperienza di entrambi ci ha portato a fidanzarci, per poi capire che probabilmente non era vero e proprio amore. Forse solo affetto. Ci siamo lasciati ormai da un paio d’anni e l’effetto che mi provoca adesso la sua vista è solo simpatia mista ad una punta di curiosità. Sapevo che si fosse trasferito ma non avrei mai immaginato di incontrarlo qua.
«Ciao, Jeremy» lo saluto, prima che Mike potesse aprir bocca.
«Ciao Gemma! Come mai da queste parti?» mi chiede con tono eccessivamente entusiasta.
Mike ci guarda stupito, non aspettandosi che conoscessi qualcuno del posto.
«è una lunghissima storia, tu invece?»
«magari qualche volta me la racconti, sai che il suono della tua voce non è mai stato un problema per me» mi dice, ammiccando.
Noto sul volto di Mike un’espressione turbata ma decido di ignorarla e sgrano gli occhi sorridendo, non sapendo cosa dire.
«mio padre è venuto qui per lavoro ed io ho trovato posto qui, alla reception di questo albergo. Vivo in questa città da oltre un anno, ormai» continua.
«ti trovi bene?» chiedo.
«sì, è un bel posto. È tranquillo e si sta bene. Mancavi solo tu, adesso però sei venuta. Resterai?» Jeremy mi rivolge uno sguardo implorante.
Non sono stupida, è evidente che Jeremy ci sta provando spudoratamente con me, ma l’espressione innervosita di Mike mi diverte troppo; quindi, decido di mettere un po’ di pepe a questa conversazione. «anche io ho pensato a te ogni tanto» mento «ma sarò qui solo per qualche giorno»
Jeremy si incupisce «peccato… magari in questi giorni posso darti qualche dritta riguardo l’isola degli zaffiri, o accompagnarti a eventuali escursioni, Gem»
Gem, il nomignolo che mi diede anni addietro, quando la mia vita era totalmente differente da quella che mi ritrovo adesso.
«Non abbiamo tempo» interrompe Mike, brusco.
«Oh…» risponde Jeremy, mentre nascondo un sorrisetto divertito.
«Volevamo chiedere solo se è disponibile una camera per due» Mike mi poggia un braccio sulla spalla.
«No», lo correggo e mi scrollo il suo braccio da dosso «due singole, per favore»
Mike è infuriato e alla domanda successiva di Jeremy potrei giurare di vedere fuoco in quegli occhi neri come la pece.
«non capisco, tu sei il suo ragazzo?» chiede Jeremy, aggrottando la fronte.
Mike annuisce deciso e prima che potesse far uscire una sola sillaba dalla sua bocca già aperta rispondo io «no, siamo solo amici»
Mike mette il broncio e si volta. Ne approfitto per pagare la mia camera, che in un altro momento avrebbe sicuramente proposto di offrirmela lui, come per ogni cosa. Jeremy, infine, ci porge le chiavi, dopo avergli consegnato i nostri documenti. «la cena inizia tra pochi minuti» mi avverte. «ma dal tuo volto deduco che sei stanca, vi posso anche far mandare dei piatti in camera, non ci sono problemi»
Ho estrema necessità di una doccia e una bella dormita. Per quanto vorrei esplorare l’hotel e assaggiare i piatti tipici del posto direttamente nel ristorante, preferisco accettare l’offerta del mio ex.
Rivolgo uno sguardo a Mike per capire lui cosa ne pensa e alza gli occhi al cielo.
«va bene, ti ringrazio. Buona serata» dico a Jeremy
«buona serata»
Mi avvicino a Mike mentre saliamo le scale e gli do una scrollata col gomito.
«sei strano… oserei dire geloso» gli dico, citando le parole che mi ha detto lui oggi, in riferimento alla cassiera bionda del supermercato.
«geloso? Perché dovrei?» mi dice, alzando le spalle.
«non so,» gli dico «il mio ex è una persona parecchio espansiva e tu sembravi un po’ infastidito da ciò»
Enfatizzo la parola “ex” mentre lui stringe i pugni facendosi sbiancare le nocche, ma si mostra impassibile e disinvolto in viso.
«figuriamoci. A domani, buonanotte» mi saluta freddo appena giungiamo alle porte delle due camere, che si trovano una di fronte l’altra.
«buonanotte Mike» gli dico dolcemente mentre gli piazzo un bacio sulla guancia, prima che riuscissi a fermarmi.
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Gemma del Mare
ChickLitQuando Gemma riceve una misteriosa lettera e una collana con una gemma Blu il suo mondo cambia totalmente. Con l'aiuto di Mike, un marinaio dal passato avvincente, Gemma svela il legame profondo tra la sua famiglia biologica e il mare. "Gemma del M...