14.

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Mancano solo due giorni alla partenza e non posso fare a meno di fremere per l’impazienza.
Inizialmente l’ansia si faceva sentire, ma man mano che il tempo scorre, questa cede il posto alla curiosità. L’attesa sta aumentando la voglia di vivere un’avventura ricca di nuovi momenti preziosi da collezionare.
Dal momento in cui Mike mi ha sussurrato quella frase all’orecchio domenica, Ellen non fa che prendermi in giro. Dice che il mio viso era improvvisamente diventato rosso come il naso di un clown e ha insistito riempiendomi di domande fin quando io non le ho riferito cosa mi ha detto Mike. «àh-àh. Non so come puoi continuare a mentire dicendo che tra di voi non c’è niente» mi ha detto mille volte. «E vogliamo parlare del tuo sguardo completamente perso quando Mike ti è apparso davanti, al porto?»
Scuoto la testa per distogliere le parole di Ellen che rimbombano incessantemente nella mia mente, come fossero dei tuoni.
«è solo che c’è chimica tra noi. È solo per questo che a volte succedono cose strane. Non c’è nient’altro» avevo risposto io. «la chimica ci può essere anche solo tra due amici molto affiatati»
Adesso, nel silenzio della mia stanza mi chiedo se quelle parole sono vere, se sono stata sincera con Ellen o se per il timore di legarmi a qualcuno sia finita per mentire anche a me stessa.
Chissà se questo viaggio cambierà le cose pure tra me e Mike. È una cosa che voglio? Non so. Quello di cui sono certa è che non vedo l’ora di salpare per raggiungere quell’isola. Ho proprio voglia di immergermi in questa avventura, distraendomi da tutto il resto e so che Mike è proprio la persona ideale per raggiungere questo scopo. Oggi pomeriggio Ellen verrà a casa mia per aiutarmi a fare la valigia. Mike mi ha ripetuto tante volte che non c’è bisogno di portare troppe cose, ma non credo che gli darò ascolto. Non sono me stessa se non porto con me metà del mio guardaroba.

~ ~ ~

«Pensi che questa vada bene?» indico a Ellen una valigia enorme nel sottotetto.
«mi pare che Mike ti abbia detto di non portare troppe cose o sbaglio?»
Alzo gli occhi al cielo «almeno potresti aiutarmi invece di startene comodamente sul mio letto» le dico, frustrata.
«e perché mai? Si sta così bene qui» Ellen alza le braccia e scalcia i piedi, stesa a pancia in giù.
Di Ellen mi è mancata anche la sua sfacciataggine. Riesce ad essere simpatica anche in questo modo.
«allora dovrò prendere per forza quest’altra» tiro giù ansimando una valigia rossa, di medie dimensioni e fisso Ellen che sposta lo sguardo tra me e la valigia «io la trovo comunque troppo grande»
«beh, pazienza!»
«Ragazze, venite a mangiare!» la voce di mio padre risuona dalla cucina. È la prima volta che Ellen viene a pranzo, dopo la morte di mamma. Papà è felice di rivederla, è da tempo che mi chiede di lei. Il vuoto che si sentiva in casa adesso si è colmato leggermente. L’atmosfera è un po’ più normale.

Scendiamo e ci sediamo a tavola «Ciao Stephen»
«Ellen, come stai?» dice mio padre allegro, poggiandole una mano affettuosa sulla testa
«Bene, che si mangia?»
«indovina»
«pasta col pesto?»
Papà sorride e annuisce «papà si è ricordato anche del tuo piatto preferito, ormai sei tu la sua figlia prediletta» scherzo e finiamo per ridere all’unisono.
«Dai Gemma, non dire sciocchezze. Io ci ho provato a fare il suo piatto preferito, spero sia venuto buono come lo faceva lei» l’espressione di mio padre si incupisce
«la sua mancanza si fa sentire, vero?»  chiede Ellen con gli occhi lucidi.
Per alcuni istanti la stanza diventa silenziosa e malinconica, dopodiché la presenza di Ellen risveglia in noi la felicità ormai persa e iniziamo a mangiare e chiacchierare insieme.

«È diversa, ma è buona quasi quanto la sua» dice Ellen dopo alcuni minuti dall’inizio del pranzo.
«vero, papà. Complimenti»
«menomale, vorrà dire che mi ha insegnato bene» dice mio padre «Gemma ti ha già parlato della sua folle vacanza con quel ragazzo?» chiede.
«Papà, ti ho già detto che non è una vacanza. Mi serve per capirne di più riguardo la collana» gli rispondo lamentandomi.
«si, va bene. Intendevo quello» liquida lui.
«sì, ho conosciuto Mike, lui e Gemma sembrano molto coinvolti» Ellen enfatizza la parola “coinvolti” e io le tiro un’occhiataccia.
«lo immaginavo» sostiene mio padre.
Scuoto la testa, questi due sono senza speranze.
«comunque, credo che le farà bene un piccolo viaggio. Si distrarrà un po’. Avete passato dei momenti difficili ultimamente.» Almeno Ellen ha detto qualcosa di sensato alla fine.
«sì, è vero»
«credi che possa nascere qualcosa tra Gemma e Mike?» sgrano gli occhi alla domanda totalmente fuori luogo che Ellen rivolge a mio padre.
«non è ovvio?» risponde
«Hei! Guardate che ci sono anche io qua!» alzo la voce. Il mio tono è scherzoso, ma adesso inizio ad innervosirmi.
I due ridono e si rivolgono occhiate di assenso.

~ ~ ~

Alcune ore più tardi io ed Ellen stiamo scegliendo i vestiti da sistemare in valigia.
O meglio, io sistemo i vestiti ed Ellen è stesa sul mio letto mentre mi da consigli.
«cosa hai deciso per l’università?» mi chiede
«lettere. Voglio diventare una scrittrice. Non ho cambiato idea»
«però eri indecisa tra il conservatorio e l’università» Ellen fissa il pianoforte alla sua sinistra ed io abbasso lo sguardo. I libri sono l’unica cosa che mi hanno tenuta in vita in questi mesi, nemmeno la musica ci è riuscita.
Il pianoforte non l’ho più toccato. Ma questo Ellen non lo sa.
«ho sempre preferito di più l’università» faccio spallucce per rendere l’affermazione più reale. Non era vero. Ma è troppo complicato da spiegare.
Un messaggio illumina il display del mio telefono, è Mike.
“come vanno i preparativi?”
Mi sfugge un sorriso, che copro con la mano per evitare che Ellen lo noti.
“Bene, abbiamo quasi finito la valigia. Tu?”
“Porterò solo un paio di cose. Non ho bisogno di fare una vera e propria valigia”
“Giusto”
Poso il telefono sulla sedia e imbusto due paia di scarpe.
«tu cosa farai?» chiedo ad Ellen. So che non voleva continuare gli studi, ma non ne era sicura.
«Lavorerò come cameriera al bar di mio zio. Quello vicino la spiaggia.»
«Lo studio non fa proprio per te, vero?»
«non sono mica come te. E poi voglio fare dei soldi, essere indipendente, avere una casa»
«non hai tutti i torti»

Sistemo nella valigia un’ultima busta con i saponi e i trucchi e la osservo soddisfatta
«l’ho finita finalmente»
«mi scriverai?» mi chiede Ellen.
«ma certo. Ti aggiornerò su tutto» le sorrido.
Chiudo la valigia, prendo il telefono e mi stendo sul letto accanto a lei.
«Giovedì mi accompagni al porto?» chiedo. Sono felice di partire, ma Ellen mi mancherà, ho già trascorso troppo tempo lontana da lei.
«certo»
Una notifica fa vibrare lo smartphone nella mia mano e istintivamente controllo la chat, noncurante di ricevere l’ennesimo risolino da parte della mia cara amica, che continuerà fin quando non ammetterò la verità.
“In barca ci sarà una sorpresa per te” il mio cuore salta un battito.

Gemma del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora