Devo darmi una sbrigata.
In meno di trenta minuti ho da fare tantissime cose: una doccia, decidere l'outfit, truccarmi, vestirmi e arrivare in biblioteca, tra l'altro sotto la pioggia.
Dopo una rapida rinfrescata, mi asciugo e mi reco di fronte all'armadio alla ricerca della soluzione al dilemma più difficile del mondo: Come mi vesto oggi?
La pioggia maschera un po' l'afa di fine Giugno, ma non si può certo dire che faccia freddo.
Opto per un top azzurro con scollo incrociato, una gonna nera a pieghe e Converse nere alte.
Un fascio di luce entra in camera mia seguito da un rombo acuto che mi lacera i timpani e mi ricorda che sarebbe più saggio se indossassi qualcosa di più caldo.
Scelgo un giubbino di jeans leggero dall'appendiabiti, lo metto e mi guardo allo specchio. Ottimo compromesso per un clima del genere.
Apro il cassetto e prendo l'astuccio con i trucchi. Se Mike decidesse di "portarmi" in un ristorante dovrò essere un pochino più presentabile.
Mi cospargo il viso con il fondotinta, coloro le mie guancia pallide con un velo di blush pesca. Metto la matita nera agli occhi, il mascara e un rossetto aranciato.
Al collo indosso sempre la collana, come fosse un portafortuna. Metto gli occhiali da vista nella borsa, il portafogli e un pacco di tovaglioli.
Prendo l'ombrello e mi avvio a piedi verso la biblioteca.
La pioggia cade in diagonale e mi bagna tutti i vestiti. Il vento rischia di portarsi via l'ombrello e faccio fatica a tenerlo fermo. Mi muovo a zig-zag sul marciapiede per evitare le pozzanghere, ma il profumo fresco della pioggia e dell'erba bagnata mi spronano ad andare avanti.
Goffamente raggiungo la biblioteca, richiudo l'ombrello lasciandomi scorrere alcune gocce tra i capelli e apro la porta con le Converse fradice e il giubbino chiazzato d'acqua.
Mike mi aspetta all'entrata. Ha le braccia incrociate e mi fissa sorridendo, evidenziando più che mai le sue fossette sulle guance. Il mio cuore salta un battito e ho la sensazione che il mio viso stia andando a fuoco. Mi faccio aria con una mano e poi d'istinto metto l'altra dietro al capo, imbarazzata.
«Ciao, perché mi guardi così?» Dico, sgranando gli occhi.
«Così come?» Continua a sorridermi e a fissarmi.
Mi sento come se avessi bevuto dieci birre di fila.
«Lascia stare, andiamo»
Mi dirigo verso gli scaffali e cerco di ricordarmi dove fosse quel libro.
«Allora, vuoi dirmi qual è stata la tua idea oppure vuoi tenermi qui in biblioteca tutto il giorno a vagare nell'ignoto?»
«Un po' di tempo fa vidi una sorta di manuale sulle pietre preziose. Magari potremmo scoprire qualcosa da lì»
«Un po’ di tempo fa? Quindi frequenti assiduamente la biblioteca, ecco perché sei così intelligente»
Alzo gli occhi al cielo, osservando i libri uno ad uno. Non sapendo se mi stesse prendendo in giro o se facesse sul serio «L'intelligenza non dipende da quanti libri legge una persona» gli rispondo
«Trovato!»
Raccolgo un librone da uno scaffale in alto.
La copertina è brillante come fosse anch'essa una gemma.
«Sistemiamoci su quella scrivania, vicino al computer» dice Mike, indicando un grosso tavolo posto al centro della sala.
Annuisco.
Ci sediamo, indosso gli occhiali da vista e inizio ad aprire il manuale. Sfoglio le pagine e cerco nell'indice la parola "zaffiro".
«Non sapevo portassi gli occhiali» Mi guarda incuriosito Mike
«Li porto solo se leggo o vedo la tv. Non sono proprio cieca»
«Stai molto bene» mi sorride e mi guarda intensamente
Distolgo lo sguardo per evitare di assumere involontariamente espressioni stupide.
«Io, nel frattempo, faccio qualche ricerca sul computer» dice Mike
«Va bene»
Trovo il capitolo dedicato agli zaffiri e inizio a leggere. L'immagine di una bellissima pietra blu divide la prima pagina in due parti.
Mi immergo nel manuale, ansiosa di scoprire i segreti celati dietro al misterioso zaffiro. Le pagine ingiallite raccontano storie antiche di questo gioiello, dalle sue origini geologiche alle leggende che lo circondano. Apprendo che i zaffiri, con il loro intenso colore blu, sono stati scoperti in varie parti del mondo, da regioni remote dell'Asia ai territori ricchi di minerali dell'Africa. Ogni paragrafo rivela nuovi dettagli sulle proprietà fisiche e chimiche di questo prezioso minerale, mentre le illustrazioni accattivanti mostrano la sua bellezza sotto diverse luci e angolazioni. Mi ritrovo affascinata dalla storia millenaria dei zaffiri e dalla loro persistente aura di mistero e fascino.
Ma niente che riconduce a quella sigla.
Scopro che le miniere di zaffiri si formano in condizioni geologiche uniche e specifiche. Le migliori miniere si formano spesso nelle regioni montuose o in aree con attività tettonica passata.
Quale zona qui vicino ha queste caratteristiche?
«Hai trovato qualcosa su internet?» Chiedo a Mike.
«Solo alcune informazioni riguardanti le condizioni in cui sorgono le miniere di Zaffiro. Ho visitato posti simili in passato, ma non mi viene in mente nessuna miniera.»
«Anche io ho trovato solo questo. Se provassimo a cercare quella sigla su internet?» Propongo.
Mike digita sulla tastiera le lettere "M.S.V.". I primi risultati riportano ad antiche società navali, abbreviazioni di musei virtuali e di movimenti sulla sicurezza.
Infine, troviamo un piccolo articolo, pubblicato più di dieci anni fa, riguardante la chiusura di un vecchio giacimento minerario. Ci sono immagini di persone, che dovevano essere gli ex proprietari e del luogo in cui si trovava la miniera, un’isola che io non ho mai visto ma di cui Mike ricorda qualcosa.
Improvvisamente Mike si gira verso di me e dice «Devi venire con me! Forse ho qualcosa che ci serve, di cui mi sono ricordato solo adesso.»
«Dove?» lo guardo incredula
«A casa mia.»
Non ci posso credere.
Ho evitato di entrare in macchina con lui, ho evitato di prendere l'ascensore insieme a lui e ho dovuto salire a piedi fino al sesto piano di un palazzo. Evito tutt'ora di guardarlo per troppo tempo negli occhi.
Tutto questo per cercare di non innamorarmi di lui.
Perché sì. È vero. La possibilità c'è. C'è eccome. E io non posso affezionarmi tanto ad una persona per correre poi il rischio di perderla. Non posso permetterlo.
E adesso mi chiede di andare a casa sua?
È assurdo.
Mike mi scruta con attenzione
«Se non fosse così importante non ti avrei chiesto di andare da me, credimi. Ma mi sono appena ricordato che ho qualcosa di utilissimo.»
Come faceva Mike ad avere a casa sua qualcosa di utilissimo per me?
Mi tende un sorriso e il mio cuore si scioglie.
«Va bene.»
Spegniamo il computer, posiamo il libro e andiamo via.
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Gemma del Mare
ChickLitQuando Gemma riceve una misteriosa lettera e una collana con una gemma Blu il suo mondo cambia totalmente. Con l'aiuto di Mike, un marinaio dal passato avvincente, Gemma svela il legame profondo tra la sua famiglia biologica e il mare. "Gemma del M...