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Gemma

Mike se la ride mentre ci sediamo intorno ad un tavolo rotondo nella grossa sala per la colazione. Mi fingo turbata dal suo comportamento sfacciato che ha avuto con Jeremy. Ma la verità è che non so cos’avrei fatto se non fosse intervenuto lui al posto mio. Jeremy sta diventando troppo insistente, nonostante siamo arrivati qui solo ieri sera. Il mazzo di rose di stamattina non ci voleva proprio. In un primo momento il mio illuso cuore palpitante ha pensato che fosse stato Mike a posarlo sulla soglia della mia camera. Ovviamente non era così. Ed è stato proprio quando mi sono ritrovata il marinaio di fianco a me, nel momento in cui ho visto la sua faccia disgustata, ho subito capito da chi provenissero quei maledetti fiori, prima ancora di leggere la firma. Jeremy. Dannazione, è a causa sua se oggi Mike è un po’ irascibile. E io come faccio a parlargli finalmente dei miei sentimenti, se continua a tenermi il broncio o ride per stupide frecciatine riversate contro il mio ex? Beh, considerando che solitamente il coraggio di aprirmi con lui mi manca anche quando le cose vanno per il verso giusto direi che è impensabile farlo adesso. E in quanto a Jeremy? Come gli salta in mente di regalarmi delle rose e una suite super lussuosa dopo anni dal nostro ultimo incontro? È folle, tenendo in considerazione pure il comportamento che aveva con me quando stavamo insieme…
«Come mai ieri sera non mi hai risposto al messaggio?» chiedo
«dormivo» risponde Mike, mentre si guarda intorno con aria annoiata «cosa dovevi dirmi?»
«niente d’importante» sminuisco l’argomento con un cenno della mano. Non è questo il momento per dirgli quello che volevo dire.
Mike annuisce serrando le labbra.
«dai, prendiamo i vassoi e recuperiamo qualcosa di buono per iniziare la giornata» mi dice Mike.
Lunghi banconi cosparsi di cibo mi fanno venire l’acquolina in bocca. Ogni genere di leccornia trabocca dai piatti: crostatine alla marmellata, girelle al cioccolato, dolcetti glassati, ciambelle inghiottite dallo zucchero, frutta e perfino salumi.
In un angolo invece c’è il tavolo delle bevande con latte, succhi di frutta, caffè e cioccolata calda.
Si direbbe inappropriata la cioccolata calda in questa stagione, eppure il clima qui sembra essere sempre mite. Il caldo non è torrido come sono abituata io, per cui la presenza della cioccolata calda è invitante e per niente sgradevole. Decido di prenderla.
Cinque minuti più tardi sistemo sul tavolo il vassoio strabordante di squisitezze. Mike fa un sorrisetto e mi guarda di sottecchi mentre sbuccia la sua mela rossa. Non capisco come riesce a resistere alla tentazione di mangiare tutte quelle cose buone. La sua colazione si limita ad una crostatina di marmellata, della frutta e un po’ di latte. «vedo che la Signorina si è data da fare oggi»
Arrossisco e lo guardo indispettita «cosa vuoi? Ho fame e qui sembra tutto buono»
A questo punto Mike mi fissa e si lascia andare ad una risata fragorosa, mettendo alla luce le sue fossette bellissime, che mi sono mancate tanto poiché le ha tenute nascoste per quasi un giorno. Sento il mio cuore battere un po’ più forte e la mia mente ritorna a quell’immagine. Le sue labbra poggiate delicatamente sulle mie. Le nostre lingue intrecciate. I respiri che si incontrano. I suoi occhi. La sua bocca. Il suo odore. Il suo sapore.
«mi spieghi, per favore, perché hai quell’espressione?» mi interroga Mike, freddo tutto ad un tratto.
«qua…quale espressione?» balbetto.
«mi fissavi le labbra e avevi un’espressione come se…»

«Gem!» una voce fastidiosamente familiare interrompe la nostra conversazione, cogliendo proprio il discorso più delicato. Mike distoglie lo sguardo da me, alzando gli occhi al cielo. Mi sforzo di apparire cordiale con Jeremy e mi volto verso di lui che arriva a passo spedito accanto al nostro tavolino. «come ti stai trovando qui?»
«tutto bene, Jeremy»
«come pensate di trascorrere la giornata?» Jeremy oscilla lo sguardo tra me e Mike, poggiando le mani sullo schienale delle nostre sedie.
Con la coda dell’occhio vedo Mike borbottare qualche imprecazione mentre addenta la sua crostatina all’albicocca.
«dovremmo fare una sorta di escursione in cima alla montagna. Giusto, Mike?» rivolgo uno sguardo implorante a Mike, una richiesta d’aiuto silenziosa per togliermi l’ex dai piedi.
«sì, l’accompagno io» interviene Mike
«ah beh, non c’è bisogno che tu ti faccia accompagnare da qualcun altro, Gem. Per me non ci sarebbero problemi, conosco bene il posto, sai.»
Mi trattengo dallo sbuffare e addento una ciambella ingioiellata di zucchero.
«non devi lavorare stamattina?» chiede Mike «vedo che sei sempre qui»
Con una mano mi copro il sorriso che inevitabilmente affiora sul mio viso.
«ho chiesto io la mattinata extra. Non avrei dovuto lavorare stamattina» Jeremy ammicca fissandomi, facendomi intuire che ha chiesto lo straordinario solo per vedermi.
Continuo a mangiare, ignorando le sue occhiate bramose.
«allora corri alla reception. Non ti hanno mai detto che non è corretto chiedere delle ore extra e poi sottrarti all’impegno dopo che hai cambiato idea per futili motivi personali?» risponde Mike.
Jeremy si liscia la giacca sudaticcia sul petto e osserva sprezzante il mio compagno.
«e ora se non ti dispiace dovresti lasciarci un po’ soli. Dobbiamo parlare di cose private» dice Mike, alzando un angolo della bocca, in un mezzo sorriso sfacciato.
Jeremy rivolge un’ultima occhiata a me e mi dice «io e te dopo parleremo un po’, da soli. Non ci vediamo da troppo tempo»
Folle. Folle. Folle.
Non ho niente da dire a Jeremy, a parte un saluto di cortesia o le classiche domande di circostanza. Non. Mi. Interessa. Più.
«se lei lo vuole!» risponde Mike al posto mio, alzando leggermente il tono di voce.
Io serro le labbra in un sorriso goffo.
Jeremy finalmente va via, fingendo di avere degli impegni lavorativi e Mike mi fissa sorridendo soddisfatto.
Mi sfugge un sorriso e con la cannuccia trangugio la cioccolata calda, ormai tiepida.
«allora, cosa facciamo stamattina?» chiedo.
Mike tira fuori dalla tasca dei pantaloni un foglietto accartocciato. Lo srotola e lo poggia sul tavolo. Si tratta della famosa mappa per il tesoro.
Il suo tesoro, che coincide con il mio.
Lui ha trovato la mappa, io la stavo cercando.
È un po’ come la nostra storia: lui che ha ritrovato la mia collana (dall’acqua), io che ho ritrovato la felicità.
«dobbiamo darci da fare per raggiungere quella ‘X’» dice Mike, indicando un punto sulla cartina.
Fisso l’appunto scritto sul foglio accanto alla ‘X’: ‘MSV’, che per qualche motivo mi sa tanto di casa.
Annuisco decisa.
«andiamo» diciamo all’unisono, mentre ci alziamo dalle sedie e ci allontaniamo dalla grande sala.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 04 ⏰

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