capitolo 17

11 1 0
                                    

3 dicembre.
era morto il tre dicembre del 2014.lui era come me,un amante della musica ma,con la differenza che lui era un musicista;alla mia età aveva formato una band,"Skylar" da cui deriva il mio nome ed era stato ad una delle sue serate che aveva incontrato mamma.
non hanno mai approfondito il discorso,non ostante io,da piccola,ero sempre così cocciuta e curiosa,dicevano sempre che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei capito tutto ma dopo lui è morto ed io non ho più voluto sapere nulla.

Non avevo voglia di alzarmi dal letto e sapevo che mamma avrebbe capito,perché lei era così,comprensiva e giusta.
afferrai il cellulare con le cuffie e me le misi all'orecchio ascoltando le canzoni che piacevano a me e papà;lacrime calde mi rigarono il viso quando presi a canticchiare la nostra canzone preferita,Blood Bank di Bon Iver e,poco dopo,mi riaddormentai singhiozzando.

"ven mi niña".mi svegliò mamma cullandomi.

scoppiai in lacrime tra le braccia,amorevoli e sicure,della mamma.

"manca anche a me,ma non ci potevamo fare niente,era tutto scritto cariño".sussurrò.

"te quiero Mami".mormorai.

"y jo a ti".mi strinse.

~.~

mi trovai all'ingresso della foresta.
il mio unico obiettivo era la solitudine;non volevo vedere nessuno,mi sentivo così fragile,così vulnerabile,il dolore era assordante e io non potevo smettere di piangere,era come se una parte di me non riusciva a rassegnarsi al fatto che papà non c'era più, eppure lo avevo visto morire,con i miei occhi.

senti qualcosa abbattersi al suolo,come delle zampate e neanche il tempo di voltarmi che Ridyan era seduto accanto a me,con lo sguardo puntato all'orizzonte;era tranquillo e controllato,ispirava un non so che di sicurezza,ma lo osservai confusa per il rumore di poco fa.

"perché sei qui?,non puoi saltare le lezioni? ".dissi debolmente.

"non me ne frega un cazzo".mi guardò dritto negli occhi.

potevo vedere preoccupazione,ansia e comprensione e non mi presi il tempo per riflettere che gli buttai le braccia collo singhiozzando.
lui,inizialmente,fu sorpreso dal mio gesto,lo sentì irrigidirsi,ma poco dopo mi attirò di più a se con fare protettivo.

"piangi".mormorò autoritario.

una volta sfogata mi ricomposi e,silenziosamente,fissai il bellissimo paesaggio invernale che c'era davanti a me.

"io l'ho visto,lui per proteggere me mi ha fatto scudo con il suo corpo,è bastato un attimo,il minuto prima cantavamo a squarciagola e quello dopo lui non c'era più".mormorai.

lui non rispose;era a disagio e impacciato ,era chiaro che non aveva mai avuto amici,ma poco dopo mi strinse la mano disegnandoci con il pollice.

"è così triste pensare che tra due settimane è il mio compleanno e lui non ci sarà".sospirai.

"lo è".rispose.
"ma ora non piangere più,è stato brutto lo immagino,ma lui,sicuramente,non è così che ti avrebbe voluto vedere".mi asciugo le lacrime con il pollice.

annuì e gli sorrisi debolmente.

WildesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora