2. 𝐁𝐞𝐥𝐥𝐚

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𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟸
Mentre Alby continuava a spiegarle le cose che c'erano da sapere su quel posto, la ragazza non faceva altro che guardare le mura.

"Che posto è questo?"
"Perché sono qui?"
"Perché non ricordo niente?"
"Cosa c'è dentro quelle mura?"

Queste erano le serie di domande che affliggevano il suo animo, non capiva come e perché, per quale motivo era lì?
Voleva sapere tutto. Tutto.

<<Tutto bene?>> chiese Alby vedendo il suo sguardo turbato.

<<Più o meno>> rispose lei mentre osservava sempre le mura.

<<È sempre duro l'inizio, ma alla fine ti ci abituerai, come abbiamo fatto tutti noi>> ribattè Alby.

In quel momento lei si girò verso di lui e potè notare com'era sicuro nel dire ciò, come se da quel posto non ci fosse un'uscita, come se fossero intrappolati lì per sempre.
La ragazza, dentro di sé era terrorizzata, niente aveva senso, perché spedire tutte queste persone in questo posto orribile...Se alla fine non c'è un'uscita?
Questa domanda la tormentava, ma sapeva che ora come ora da Alby non avrebbe ricavato nessun'altra notizia...Forse da Newt, oppure...

<<Ei Alby!>> una voce lontana ma allo stesso tempo molto giovane attirò la sua l'attenzione.
La ragazza abbassò lo sguardo dalla struttura di legno e vide un ragazzino.

<<Ciao Chuck!>> Alby lo salutò con un sorriso a 32 denti, era il più piccolo tra gli altri, ma forse da lui avrebbe ricavato qualche altra informazione.

<<Pivella, Chuck ti aiuterà con il tuo posto per dormire, oggi è il tuo primo giorno quindi ti è concesso di riposarti...Ma da domani valuteremo un lavoro per te, ricorda la prima regola>> disse Alby incrociando le braccia al petto.
La ragazza senza dir nulla fece un cenno con la testa come per dire "si" e scese dalla struttura per seguire il piccoletto.
Una volta arrivati nel luogo dove vi erano tutte le amache, il ragazzino buttò l'attrezzatura a terra per prendere man mano il pezzo che gli serviva per montargliela, e nel mentre, lei si sedette per terra con la schiena contro il tronco portando le ginocchia al petto.

<<Allora...Il tuo nome non te lo ricordi?>> chiese Chuck mentre era impegnato a sistemare la sua specie di "letto".

<<No...>> rispose la ragazza abbassando lo sguardo verso il basso come se si stesse vergognando, tra tutti i presenti era l'unica a non ricordarselo, anche se Newt l'aveva avvertita che come cosa era normale.

<<Sei di poche parole...Di solito i nuovi pivelli fanno solo domande>> rispose Chuck con tanto di risatina, cercando di tirarle su il morale.
La ragazza fece un leggero sorriso come se volesse accontentare il tentativo inutile di Chuck.

<<In realtà una domanda ce l'avrei...>> disse alzando il capo verso il ragazzino che stava stringendo la corda intorno al tronco dell'albero per far sì che reggesse il suo peso.

<<Dimmi pivella sono tutto a orecchie>>  rispose Chuck senza guardarla, poiché era troppo impegnato.

<<C'è un'uscita da questo posto?>> chiese con uno sguardo turbato come se avesse paura della sua risposta.
Chuck si fermò nella sua attività e si mise le mani su entrambi i fianchi <<È difficile dirlo...Ci stanno lavorando da tre anni, a me dicono sempre che ci sono quasi...Ma molto probabilmente pensano che sia troppo piccolo per trattare di queste questioni>> le disse per poi riprendere a sistemare l'amaca.

<<Chi se ne occupa??>> chiese lei con tanta, ma tanta curiosità.

<<I velocisti, loro entrano ogni giorno nel labirinto e lo tappano per cercare una via d'uscita da questo posto, ma devono tornare prima che si chiudono le mura>> rispose Chuck senza rendersi conto di aver parlato un po' troppo.

IMMUNE - 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora