Sono seduta sul letto angusto del mio piccolo dormitorio, le fredde mura di pietra sembrano stringersi intorno a me, quasi volessero inghiottire l'aria stessa. Il gelo penetra nelle ossa, avvolgendomi come una coperta troppo sottile, che non riesce a scaldarmi, a proteggermi. Il mio respiro è un sospiro che si frantuma nell'aria, una distesa di cristallo che si infrange appena sfiora il mondo. Cerco di non tremare, ma ogni battito del cuore sembra amplificare il freddo, un'invadenza gelida che non si lascia scacciare.
Gli occhi si sollevano lentamente, come se ogni movimento fosse troppo pesante. Fissano la finestra sporca, la cui superficie opaca lascia entrare solo una pallida luce. La luna, sospesa e distante, fa capolino tra le nuvole sottili. Per un attimo, la sua luce argentea mi avvolge, offrendomi un conforto gelido ma solido, come un abbraccio che non chiede nulla in cambio. Non mi giudica. In quel chiarore, mi sento un po' meno sola, anche se so che il suo splendore non è reale, che è solo un riflesso. Ma, per me, è abbastanza. È l'unica cosa che sembra non cambiarmi, che non mi fa sentire estranea.
La mia attenzione però scivola altrove, si sposta su Tom Riddle, seduto in un angolo opposto della stanza. Il suo sorriso è un taglio netto, una lama fredda che non esprime altro che distacco, disprezzo. I suoi occhi sono fissi su di me, penetranti come se volessero sfidarmi, smascherarmi, ma c'è qualcosa di più in quello sguardo, come se volesse che io fossi l'oggetto di un suo studio inquietante. Non c'è mai stata una connessione tra di noi, se non per il disprezzo che ci alimenta. Le nostre stranezze ci separano, ci rendono troppo simili da lontano eppure irrimediabilmente distanti. Ogni volta che incrocio il suo sguardo, sento il peso di una tensione che non ha bisogno di parole. Non ci sono risate, non ci sono promesse. Ci sono solo silenzi che urlano di incomprensione.
"Che guardi?" La sua voce è glaciale, taglia l'aria come una lama, scivola sopra le mie difese come un'ombra sottile.
Il suo tono mi colpisce, ma cerco di non lasciarlo vedere. Stringo le spalle, cercando di far finta che la sua presenza non mi turbi, che non faccia crescere un nodo stretto nel mio petto. Non voglio che mi veda vulnerabile, non voglio che capisca quanto mi faccia sentire fuori posto, quanto mi faccia sentire un'intrusa. "Solo la luna," rispondo, cercando di apparire disinteressata, di sembrare più sicura di quanto non sia.
Tom mi guarda ancora, e il suo sorriso diventa ancora più freddo, come se quella risposta fosse solo un altro motivo per ridicolizzarmi. I suoi occhi brillano di una luce cinica, un'ironia che scivola via come il ghiaccio che si forma sulla superficie dell'acqua: sottile, ma implacabile. "La luna," mormora, con una certa disinvoltura, come se stesse parlando di una cosa insignificante, "è solo un riflesso della luce del sole. Non ha alcun significato."
Le sue parole mi colpiscono, ma non tanto per la loro durezza. Per lui, ogni cosa è solo un riflesso, priva di valore intrinseco. Ma non è così per me. Non lo è mai stato. La luna, per quanto fredda e distante, è l'unico angolo di bellezza che non mi chiede di essere diversa, l'unico frammento di luce che non mi giudica, che non mi costringe a cambiare per essere vista.
"Forse per te è così," rispondo con una calma che non sento, "ma per me ha significato." Le parole escono a fatica, come se portassero con sé il peso di una solitudine che non riesco più a nascondere. "La luna è l'unica compagnia che ho," dico, più per me stessa che per lui, sperando che non ascolti troppo attentamente, che non possa leggere nei miei occhi il vuoto che si nasconde dietro di esse.
Un lungo silenzio cala, denso e pesante, come una cortina che ci separa ancora di più. Il ticchettio dell'orologio sulla parete è l'unico suono a rompere l'immobilità, ogni colpo un richiamo al tempo che avanza senza che nessuno di noi possa fermarlo. Ci fissiamo da lontano, come due estranei destinati a non trovare mai un terreno comune, due esseri che si incrociano in un angolo dimenticato del mondo senza mai riuscire a comprenderne il senso.

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La figlia del diavolo
Hayran KurguLilibeth Morning cresce in orfanotrofio con Tom Riddle. A Hogwarts le loro opinioni si separano, ma non i loro cuori. ‼️in revisione