Lettera IX

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Cari mortali,

nei meandri di un crepuscolo sfumato, dove il cielo si fonde con la terra e l'orizzonte si dissolve in tonalità indistinte, mi ritrovo in un luogo che sembra sospeso tra la realtà e l'illusione. Il vento, fedele compagno dell'anima tormentata, danza tra i ricordi di un amore che ancora persiste nell'aria e là, tra le ombre dell'orizzonte, appare Anemone, come un'eco lontana di giorni ormai trascorsi. Il suo sguardo, un tempo riflesso di cieli stellati, ora sembra opaco, velato da segreti e distanze incolmabili. Io, il custode del vento e delle emozioni perdute, mi trovo di fronte all'incrocio di destini che il tempo ha plasmato con la sua mano invisibile. Le parole di Anemone, come una melodia dimenticata, tagliano l'aria calma. "Come stai, Borea?" chiede, il tono leggero come una brezza mattutina.

Il vento, intrecciato con la sua voce, trasporta le parole fino al mio cuore, come foglie che cadono nell'autunno della nostalgia. Con il volto scolpito dall'esperienza e dagli anni trascorsi, sorrido.

"Sto benissimo, Anemone, grazie," rispondo con voce, un'eco della cortesia che ho imparato a mantenere di fronte alla donna che un tempo era la mia fonte di ispirazione e tormento.

L'incontro è fugace, come un raggio di luce che filtra tra le nuvole temporalesche. Anemone, con un cenno di gratitudine nei suoi occhi, continua a osservarmi come se cercasse qualcosa nelle pieghe del mio essere. Il vento, complicato e malinconico, solleva lievemente le foglie secche intorno a noi, come se volesse rendere omaggio a un passato che ancora si fa sentire.

"Mi fa piacere sentire che stai bene," dice Anemone e il vento porta con sé l'eco di quelle parole nell'etere. "Spero che la vita ti tratti con gentilezza, Borea."

Il mio cuore diventa una sinfonia di emozioni contrastanti. Avrei voluto raccontare ad Anemone della tempesta che infuriava dentro di me, delle notti insonni e dei giorni vuoti che si susseguono senza senso. Avrei voluto dirle che senza di lei ogni giorno è un passo nel vuoto, un viaggio senza meta. Avrei desiderato sussurrarle che, in realtà, sto morendo dentro, soffocato dal vuoto che solo lei può colmare, ma il timore di ferirla, di aprire una ferita che il tempo ha cercato di rimarginare, mi trattiene. E così, con un sorriso che si sforza di essere radiante, scelgo il sentiero della menzogna.

"La vita è un viaggio straordinario," rispondo, "e ogni giorno è una nuova avventura."

Il vento, complice e testimone, conosce la verità celata dietro quelle parole. Sa che avrei voluto dire molto di più, che le mie emozioni erano un mare in tempesta sotto la calma apparente, ma le parole non dette fluttuano nell'aria, impalpabili e irraggiungibili. L'incontro, come un sogno che sfugge tra le dita, si dissolve nell'atmosfera. La landa silenziosa rimane immutata, il vento continua a sussurrare segreti e il mio spirito, nonostante i sorrisi forzati, porta il peso di verità inespresse.

Tra i venti che intrecciano il cielo e la terra,

Borea danza sull'orlo di un amore antico.

Nel cuore, un desiderio di libertà si fa strada,

un'ombra di distacco che prende forma.

Anemone, come un fiore dal profumo amaro,

ha intessuto il suo incanto nei pensieri di Borea,

ma il cuore, in lui, sussurra un'antica melodia,

un canto di liberazione da questo amore fatale.

Nelle notti silenti, il cielo si apre in un vasto manto stellato,

Borea guarda oltre l'orizzonte dell'attaccamento.

Vorrebbe staccarsi, come foglie al vento,

lasciare che la mente si apra a nuovi orizzonti.

Il sentiero dell'allontanamento è pietoso e lento,

come il vento che scioglie i nodi di un filo intricato.

Anemone, con il suo richiamo avvolgente,

non risente il distacco che Borea cerca delicatamente.

Il cuore di Borea, come un uccello libero,

s'innalza oltre le catene di un amore che sfuma.

Nel dolce allontanarsi, nell'abbraccio del vento,

Borea scopre la serenità di un nuovo inizio.

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