X. Hanami

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SAKURA'S POV

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SAKURA'S POV

«Iov id eud olos, ho?»

A questo punto non avevamo alternativa: scappare o morire, come ci disse una volta Ijichi.

Ma volevo davvero scappare?

Con Inumaki al mio fianco, mi misi in guardia, pronta a combattere. Il ragazzo mi osservò con la coda dell'occhio, probabilmente sperando scegliessi la prima opzione.
Intuendo la mia volontà d'innescare battaglia, abbassò la zip del colletto rassegnato.

«Tu lo blocchi e io l'attacco, okay?» Gli sussurrai, stando attenta a non farmi sentire dalla maledizione. Lui annuì deciso.

«Non muoverti!» La lingua diabolica immobilizzò per poco il nemico, il tempo necessario che mi servì per attaccarlo.

Dopo aver analizzato bene l'ambiente in cui ci trovavamo, appurai che il bosco era l'ambiente ideale per il dominio della terra. Con un gesto del braccio fulmineo, feci allungare i rami degli alberi circostanti bloccando lo spirito.

«Voi due osate sfidarmi?» Improvvisamente la mia mente riuscì a tradurre ciò che diceva. Anche Inumaki doveva aver capito la frase, glielo lessi sul viso. Poi la maledizione sogghignò e con uno scatto si liberò dai rami, estirpandoli.

«Guarda cosa mi hai fatto fare, feccia.» Mi disse lo spirito, con un velo di tristezza nella voce. «Sapete fare solo questo voi esseri umani, distruggete il pianeta atteggiandovi a padroni di una cosa che non vi appartiene, anzi vi ha creato. Un potere sprecato, il tuo. Te ne farò pentire.»

Se fossi stata da sola probabilmente avrei ingaggiato nuovamente la lotta, ma c'era Inumaki con me e non dovevo essere avventata o avremmo rischiato entrambi.

Scappate o morite.
Quelle parole continuavano a rimbombarmi nella testa, come monito. Mi venne un'idea folle.
Ma pur sempre un'idea.

«Toge, attaccati a me.» Gli ordinai, accostando il mio corpo al suo. «Fidati di me.» Lo rassicurai e non se lo fece ripetere nuovamente. Mi passò le braccia attorno alla vita, stringendomi contro il suo petto. Un minuto dopo, eravamo in aria.

Stavamo volando. Oh mio dio, allora potevo farlo? Durante gli allenamenti dei mesi scorsi con il professor Gojo, questo aveva supposto che grazie al mio dominio dell'aria avrei potuto volare, come faceva lui. Tuttavia, fino ad allora non ci avevo mai provato veramente perché richiedeva un consumo di energia malefica non indifferente e temevo potessi precipitare.
Questa volta non ho scelta, pensai.

Ci librammo in aria per qualche minuto, poi sentii le forze abbandonarmi. Fortunatamente riuscii a farci planare delicatamente su uno dei tetti dell'Istituto che ci si presentò davanti, dava sul cortile. Atterrati, mi accasciai sulle ginocchia, respirando a fatica. Toge mi prese il viso tra le mani, fissando il suo sguardo preoccupato nel mio. «Stai bene?» Si accertò.

Sakura Fubuki • Toge InumakiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora