Midnight Rain • Rafe Cameron

21 - Domande

Pov's Leena:

Se il buongiorno si vedeva dal mattino, allora la giornata avrebbe fatto meglio a finire presto.

Mi ero appena svegliata, non sapevo che ore fossero, dove fossi, come ci fossi arrivata e soprattutto non ricordavo cosa fosse successo la sera prima. Mi ci volle un po' prima di mettermi seduta con la schiena poggiata sulle spalle del letto. La testa mi faceva male e sentivo lo stomaco sottosopra, per non parlare del brutto sapore acido e amaro che avevo in bocca. Mi guardai attorno e non riconobbi la camera in cui mi ritrovavo così per prima cosa controllai di avere tutti i vestiti addosso.

Fortunatamente avevo ancora la maglietta di John B, i pantaloncini e il costume da bagno, anche se volevo toglierli il prima possibile di dosso per quanto fossi sudata.

Non ero sicura che fossi ancora a casa di Topper perciò cercai di ricostruire i frammenti dei miei ricordi quasi inesistenti; ero alla festa di Topper, era una completa noia, Sarah decise di andarsene, poi incontrai Dante o forse era il contrario? Dio, con il mal di testa che avevo era impossibile riuscire a costruire un filo cronologico di ciò che poteva essere successo.

Ricordavo un mio drink buttato sulle scale, poi un bar e una sotto specie di parco... non ero sola, c'era una figura accanto a me, una figura maschile. Mi massaggiai le tempie e cercai di ricordarmi chi fosse. Non era Dante, i capelli erano più chiari e i suoi modi di fare erano troppo... gentili. Era strano. Non riuscivo ad inquadrare il volto della persona, non riuscivo a darle un nome fin quando non mi ricordai dei suoi occhi e della sua voce. Era stato Rafe, quel Rafe.

Lo stesso Rafe che aveva picchiato Pope, lo stesso Rafe con cui non potevo restare per più di un minuto nella stessa stanza, lo stesso Rafe che mi aveva resa ridicola davanti a tutti i suoi amici. Lo stesso Rafe che mi aveva aiutato la sera prima.

Mi guardai attorno e capii che ero nella stanza di Rafe fottuto Cameron.

Il cuore iniziò a battere più velocemente e sentii lo stomaco capovolgersi e rotolare all'infinito. Dovevo calmarmi, ma come potevo?

Non ricordavo niente della sera prima, tranne Rafe che mi aveva aiutata a tornare a casa e per di più avevo dormito nella sua camera. In pratica ero la preda nella tana del leone.

Mi si strinse lo stomaco e la sensazione di nausea aumentò così come le gocce di sudore sul mio corpo. Stavo iniziando ad avere paura. Non mi era mai capitato di sentirmi così male per una sbronza. Ci misi almeno mezz'ora o più per calmare questi sintomi e per darmi il coraggio di affrontare la giornata, e in particolar modo di affrontare Rafe.

Lentamente misi i piedi per terra e una serie di brividi attraverso il mio corpo a causa del contatto della pelle con il freddo pavimento. Camminai verso la porta e esitai un momento prima di aprirla.

Cercai di fare meno rumore possibile, infondo non sapevo che ore fossero, potevano essere le sei del mattino o le sette e di certo non avrei voluto disturbare l'intera famiglia Cameron. Per non parlare del fatto che chissà cosa avrebbero pensato se mi avessero trovato in quelle condizioni in cui facevo fatica a reggermi in piedi. C'era un silenzio tombale ma nonostante ciò mi avvisai verso la cucina, avevo decisamente bisogno di un caffè che mi risvegliasse.

Non c'era nessuno, non si udiva alcun rumore e le strade erano ancora deserte. Il più silenziosamente possibile preparai il mio caffè amaro e lo finii dopo due o tre sorsi. Il retrogusto amaro del liquido non era di certo dei migliori, avrei preferito aggiungere un po' di zucchero o un po' di latte, ma per la sbronza mi serviva un caffè senza altri condimenti affinché facesse effetto.

Dopo aver posato la tazza nel lavandino mi recai verso il salotto così avrei potuto trovare qualcosa da fare e nel frattempo provare a ricordare qualcosa in più della sera precedente. Mi stropicciai gli occhi ancora assonnati e un po' traballante varcai la porta del lussuoso salotto dei Cameron.