02 - First met

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«Sono Kiara» disse porgendomi la mano. «Kiara Carrera, per gli amici Kie»

Squadrai la sua figura da cima a fondo poi posai lo sguardo sulla sua mano cercando di capire se potessi fidarmi o meno. Alla fine decisi di buttarmi e di stringere quella mano, in fondo avevo bisogno di cominciare a far amicizia con qualcuno.

«Leena, Leena Hanson» dissi sollevando lo sguardo sul suo viso su cui era comparso un sorriso a trentadue denti.

«Allora...» incominciò Kiara
«Ora che mi conosci puoi dirmi cos'è successo» concluse incrociando le braccia al petto. Non sapevo perché fosse così interessata a questo argomento, forse era pura curiosità di avere qualche pettegolezzo in più.

Presi un respiro profondo e mi feci coraggio. «Si può dimenticare in uno schiocco di dita un'amico?»
Ricominciai a sentire gli occhi umidi ma questa volta non avrei pianto come una disperata, dovevo comunque tener un certo contegno.

«Se la persona a cui ti riferisci ti ha dimenticato con così tanta facilità, forse non ti riteneva sua amica»
Annuì leggermente. Avevo ascoltato ogni parola come fosse oro colato, avere un parere completamente esterno su una situazione del genere era più che prezioso.

«Erano i tuoi amici della tua vecchia città?» chiese la riccia
«Sì, almeno credo, non so più se siano mai stati miei amici» risposi seccamente e lei annuì dispiaciuta

«Ora però te la devo fare io una domanda» dissi richiamando l'attenzione di Kiara che rimase un po' stupita dalla richiesta.
«E dovrai essere completamente sincera» aggiunsi e lei annuì senza controbattere. «Perchè hai insistito così tanto sul sapere cosa fosse successo? Avevi bisogno di un nuovo pettegolezzo da raccontare alle tue amiche?» chiesi guardandola intensamente negli occhi senza spostare lo sguardo da lì.

Lei sorrise e abbassò lo sguardo per sulle sue mani che giocherellavano tra loro. Poi fece un respiro profondo e parlò: «Sai, non molto tempo fa ero in un bagno non molto diverso da questo e stavo per-» La ragazza si fermò qualche secondo per asciugare le prime lacrime che avevano cominciato a scendere, mentre io con lo sguardo la invitavo a continuare «Stavo per tagliarmi i polsi, quando entrò una ragazza che mi chiese se volessi andare con lei a salvare i cuccioli delle tartarughe dai gabbiani» disse sorridendo tra una lacrima e l'altra.

Rimasi a bocca aperta e mi sentii in colpa per aver usato un tono duro e accusatorio nei suoi confronti poco prima. «Fu la giornata più bella della mia vita, diventammo migliori amiche fin quando non scoprii che al suo compleanno aveva invitato tutti tranne me» concluse guardandomi dritta negli occhi «Non ho bisogno di nessun pettegolezzo, voglio solo che nessun'altro provi quello che provai io»

Subito mi avvicinai alla ragazza e la avvolsi in un abbraccio che lei subito ricambiò: in fondo era quello di cui entrambe avevamo bisogno in quel momento. Dopo un po' ci staccammo e uscimmo dalla piccola stanza.
«Farai meglio a tornare subito al tuo tavolo o la tua famiglia ti prenderà per dispersa» disse lei sciacquandosi velocemente il viso ad uno dei lavandini che erano posti fuori dai bagni. Io sorrisi e cercai di sistemare il più possibile il trucco.

La ragazza mi salutò e uscì dal bagno, qualche secondo dopo io feci lo stesso e tornai al mio tavolo. «Ah ben tornata» esclamò con sarcasmo mio fratello mentre io mi sedetti al mio posto.

«Un minuto in più e papà avrebbe chiamato la polizia dandoti per dispera» aggiunse scherzando. Sul mio volto si stampò un falso sorriso accompagnato da un dito medio che provocò un richiamo da parte di nostro padre.

Subito dopo arrivarono al tavolo i piatti ordinati. Jamie non perse tempo e si fondò subito sul piatto mangiando quasi come un primitivo sotto lo sguardo di disaccordo dei nostri genitori, mentre io mi divertivo ad osservare la buffa scena. «Beh? Che fate? Non mangiate?» chiese Jamie con ancora la bocca piena di cibo, cosa che rese la scena ancora più divertente.

Midnight Rain • Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora