III. la verità

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il demone spezzò presto il silenzio, si girò verso di me tenendo le spalle alla porta e le braccia dietro la schiena. lo sentii sospirare lievemente, sembrava quasi non volesse farmelo sentire, ma ho un udito molto sviluppato.

drizzai la coda, non smettendo di guardarlo dritto negli occhi senza mai scompormi, tenendo una postura composta ed eretta, lo squadravo dall'alto verso il basso, e finalmente, prese parola.

«Eulalia, io le spiegherò tutto, ma la prego di non interrompermi. »
annuii, sarebbe stato difficile ma avrei ascoltato tutto, d'altronde essendo una di poche parole, ascoltavo sempre.

«Il mio capo mi chiese di ucciderla, Lalia.
si, ero solo un sicario nei suoi confronti, ma nonostante ciò non appena ho fatto la sua conoscenza qualcosa mi fermò, e continuai a rimandare»
non riuscivo a provare nulla, nemmeno un minimo di stupore, mi sarei aspettata di tutto ormai da quel viscido. lo guardai tenendo la bocca serrata, tenendo un' espressione di indifferenza in viso, cosa che lo confuse. ma nonostante ciò continuò il racconto.

«non ho ben chiaro il perché del mio blocco. fatto sta che chi mi ha mandato ad ucciderla, mi ricattò. dicendo che se non l'avessi uccisa la sera stessa, cara... beh l'avrebbero presa in ostaggio e avrebbe fatto di lei la sua bambolina, con cui sfogarsi e giocare, obbligare a fare impurità con chissà quante persone, per guadagnare dal lavoro che io non avevo intenzione di farla finire in questa maniera. solitamente io non..»
si fermò, sedendosi sul suo letto e lasciando il bastone accanto a sè.
continuavo a seguirlo con lo sguardo. qualcosa nel mio petto si smuoveva. non può essere, non provo emozioni se non per Lucifero. devo smetterla, non è nulla, non mi deve far provare nulla se non astio.

compassione per il tuo sicario? seria Eulalia? ricomponiti, diamine.
non feci trasparire nessuna emozione come al mio solito, invitando il demone a continuare con il mio sguardo pieno di odio.
prese un grosso respiro e continuò.

«io non mi fermavo dai miei incarichi.»
si schiarì la gola e si alzò dal letto avvicinandosi a me, riprendendo il suo microfono in mano.
il suo sguardo riprese un che di superiorità.

«ma beh, d'altronde è stato divertente vederti dannare per due stupidi schiaffi da parte di quello spregevole.. essere. è stato divertente ucciderlo, ammetto che ti avrei uccisa qualche giorno dopo se non avessi voluto sfogarmi anche con tuo marito. »
iniziò a ridacchiare.
divertente, detto da uno che perde le sue forze se non parla attraverso una radiolina del cazzo.

un ghigno si formò sul mio viso, e iniziai a ridere con lui, avvicinandomi e sistemando il cappello per far vedere la mia espressione compiaciuta dalle informazioni ottenute.
mi fermai a poco più di 20 centimetri da lui.
«oh, Alastor. mi credi così stolta?.. in ogni caso, ti ringrazio, adesso sono qui e non potrei stare meglio di così. d'altronde il caro Lucifero mi ha dato più di una mano, e ora sto più che meravigliosamente. grazie, cornuto. »

ridacchiai con una mano di fronte al viso, allontanandomi e aprendo la porta della stanza mentre il demone iniziava ad emettere suoni strani.
mi voltai prima di chiudere la porta.
«oh caro non ti scaldare, farà male alla tua piccola testolina da sicario. questo tormento ti farà venire le rughe. »

lui continuò ad avvicinarsi e presto prese parola.
«tu sei coalizzata con quella testa.. calda di Lucifero?»
urlò, questo si che mi fece spazientire, nessuno toccava quella buon'anima, d'altronde era il mio attuale migliore amico.

 -✰ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 ✰  -  Hazbin Hotel. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora