VIII. non sei ciò che credi di essere

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«oh, che piacere vederti, come sei arrivato qui? ti ha accolto charlie?»

stolas era al di là della porta, che mi guardava dal'alto con un'espressione strana che non riuscivo a decifrare.
il demone si fece strada nella mia stanza senza permesso, facendo in modo che io indietreggiassi. chiuse la porta dietro di se e si avvicinò a me.
«non posso dire lo stesso, Eulalia. »

la mia espressione rimase la stessa, come al solito, ma la preoccupazione iniziò a farsi strada dentro di me. aggrottai un sopracciglio, storcendo la testa da un lato, per dare almeno un segno della mia preoccupazione.
«non è stato affatto corretto il tuo modo di trattare blitzø. sai bene quanto io tenga alla sua incolumità. io mi apro con te, spiegandoti perché e quanto io tenga a lui, e ti permetti di maltrattarlo in questa maniera solo per delle tue inutili fantasie? mi prendi in giro?»

il gufo continuava ad avvicinarsi a me, ed io ad indietreggiare.
la mia espressione rimaneva composta così come la mia postura, ma in vero, nel mio cuore sapevo di essere affranta per averlo ferito.
«stolas, ti prego di calmarti. purtroppo non posso darti dettagli, ma se non avessi scoperto ciò che dovevo, avrei rischiato. »

l'uomo rizzò le piume e i suoi occhi si illuminarono di rosso, e le luci della stanza iniziarono a sfarfallare, mentre egli invase il mio spazio personale, mettendo la sua fronte premuta contro la mia.
«CALMARMI EULALIA? MA TI SENTI? COSA CAZZO AVRESTI RISCHIATO, DI RIMANERE CON UN DUBBIO? sai da te mi aspettavo che non trattassi male le anime che non lo meritano. ma non sei altro che feccia, esattamente come il resto dei peccatori. »

a quell'affermazione non riuscii a trattenermi. i miei occhi si fecero rossi e i miei capelli iniziarono a fluttuare dai lati, con la mia coda lo allontanai da me, cercando di non ferirlo.
la mia voce si fece rauca, e iniziai a sentire un pizzichìo in gola.
«AVREI PERSO LA VITA, STOLTO. SAI BENE CHE SE PERDO IL CONTROLLO O SONO INSISTENTE SU UN ARGOMENTO, VUOL DIRE CHE QUALCUNO È IN SERIO PERICOLO. »

la mia voce tornò normale, ma spuntarono mille aghi dai buchi che avevo sul braccio, bucando la manica della mia maglia.
«ti facevo più astuto stolas, mi dispiace aver ferito il tuo amichetto, ma se propriamente avresti voluto affrontare l'argomento, certamente avresti dovuto evitare di avvicinarti a me. »

stolas cambiò espressione, mentre indietreggiava. i ruoli si erano ribaltati. odiavo perdere il controllo, tuttavia non potevo controllarmi. si, ero mortificata nell'aver ferito qualcuno che non meritava a pieno ciò che aveva subito, però era necessario, e neanche ne sapevo pienamente il perché, dato che il signor re so tutto io, aveva deciso di serrare le labbra e rifiutarsi di pormi il suo aiuto.

«LA DISCUSSIONE È GIUNTA AL TERMINE STOLAS. SE MAI VORRAI PRESENTARTI PER AVERE UNA CONVERSAZIONE CIVILE, SEI IL BENVENUTO ma fino ad allora.. non provare a mostrarti più di fronte ai miei occhi. sono stata chiara?»
gli spiegai la mia ammonizione, per poi spalancare la porta in modo da farla sbattere sul muro e richiudere, cosa che mi fece solo infuriare ulteriormente.
presi un enorme respiro, ripetendo subito dopo la prima azione.

stolas aveva ancora uno sguardo infuriato, stava nuovamente camminando verso di me. il mio monito non era servito a nulla, allora.
non riuscì ad avvicinarsi più di tanto, poiché presto un'ombra strisciò sul pavimento, facendo poi materializzare una figura a me familiare di fronte a me.

Alastor mi stava dando le spalle, mentre fermò il gufo dall'avvicinarsi ulteriormente con il suo bastone, piantandolo a terra.
egli si fermò, guardandomi  e provando per l'ennesima volta la parola.
anche questa volta fallì nel suo intento, poiché Alastor lo precedette.

«salve, ci conosciamo per caso? non sa che chi non è ospite non può piombare nelle camere altrui mancando di rispetto a chi è residente? le consiglierei di lasciare al più presto questa camerata se non vuole che il gestore dell'hotel, nonché io, la bandisca una volta per tutte. »
stolas strinse i denti, prendendo un grosso respiro, per poi dileguarsi in una nube grigia.

 -✰ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 ✰  -  Hazbin Hotel. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora