XV. inaspettatamente

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Alastor mi guardò il braccio fasciato con confusione. mi ero scordata anche del braccio, a causa dell'accaduto.
egli rivolse successivamente il mio sguardò su di me, serrando il sorriso facendo toccare le sue labbra tra di loro, tenendo il contatto visivo con me con le sopracciglia aggrottate.

feci presto l'ultimo sorso, ringraziando Husk. ormai neanche sentivo più l'alcol, ero distrutta.
Alastor senza proferire parola ci teletrasportò in camera mia.
mi sedetti sul letto, mentre lui si avvicinava pericolosamente a me.

«che cosa ti ha detto la testa, Eulalia. perché agisci da sola, sopratutto senza avvisare nè me nè Lucifero. »
il suo tono era serio ma per nulla alterato.
lo guardai dispiaciuta, prima di prendere parola.

«mi dispiace Alastor, io non riuscivo a dormire, e ho pensato che sarebbe stata una buona idea imparare a riuscirci da sola. però è andata bene, ho coinvolto anche Valentino. dovevi vedere la sua faccia da sbruffone, era terrorizzato. »

Alastor fece un sospiro, scuotendo la testa.
«suppongo che vada bene per questa volta. ma quelli li può richiudere solo Lucifero. come pensi di procedere? li lascerai lì?»

il mio sorriso scomparve in quel momento, sentii il mio cuore perdere un battito.
«io non ne ho la più pallida idea. non ha l'ha nemmeno notato il braccio. »
dissi con tono sconsolato.
Alastor si diresse nel mio bagno, curiosa, lo seguii, dato che lasciò la porta aperta.
lo vidi seduto sul bordo della vasca da bagno, che toccava l'acqua corrente. chiuse lo scarico con l'apposito oggettino, poi si alzò e mi passò accanto, girandosi verso di me, tenendo le mani sul suo bastone.

«ti serve un bagno caldo. riposa un'oretta, ci incontreremo subito dopo nella hall, faremo un giretto oggi. mi servi carica, mi raccomando»
anche se non sapevo dove mi avrebbe portata, qualsiasi posto sarebbe stato meglio di quello. lo ringraziai, e procedetti a eseguire i suoi ordini.
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mi risvegliai al suono della sveglia, ero ancora distrutta, ma almeno avevo riposato un po' mi ero addormentata in accappatoio quanta era la stanchezza che si proponeva in me.
mi alzai controvoglia, non era da me fare ritardo.

misi l'intimo, prendendo poi un vestito a sirena, la quale "coda" era caratterizzata da un velo nero, mentre il resto dell'abito era di velo rosso, con qualche fascia.  di velo nero qui e lì.

mi guardai allo specchio, decidendo di lasciare i miei capelli sciolti, li pettinai, facendo fatica a causa del braccio fasciato. dopo il bagno avevo ovviamente cambiato le bende, che erano ormai insanguinate dall'interno.
non misi alcun cappello, avevo troppo mal di testa per riuscire a sopportarlo.
misi dei tacchi bassissimi neri, che non si sarebbero comunque visti.
scelsi di indossare i miei soliti guanti bordeaux lunghi vino alle ascelle in modo da nascondere le bende.

spruzzai un profumo diverso, che mi aveva regalato Charlie qualche giorno prima, per festeggiare i miei 5 mesi all'hotel.
era alle rose, molto elegante, nonostante fossi legata alla mia preziosa vaniglia. un classico si, ma c'è un motivo se è considerato tale.
scesi nella hall, dove trovai Alastor già lì, che sorseggiava un liquido fumeggiante da una piccola tazzina bianca mentre stava spaparanzato sul divano.

lo raggiunsi con velocità, sedendomi energicamente accanto a lui.
«buongiorno! come stai?»
chiesi con un sorriso stampato in faccia. lui posò la tazzina sul tavolino di fronte a noi, facendomi cenno di alzarmi, mentre lui l'aveva già fatto.

«sto bene Eulalia, piuttosto, tu come stai?»
lo presi a braccetto, portandolo verso l'uscita dell'hotel.
«meglio di quanto pensassi»
lo rassicurai.
salutammo Husk, che velocemente ringraziai per qualche ora prima, uscendo immediatamente dall'hotel.
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 -✰ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 ✰  -  Hazbin Hotel. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora