IV. Sfogo

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sentii la testa bruciare, riuscii solo dopo pochi secondi ad aprire gli occhi molto lentamente, scorgendo una figura seduta sul divano, improvvisamente sentii un pizzichio forte alla gola, infatti cacciai un paio di colpi di tosse.

riuscii a mettere a fuoco la figura solo quando si alzò, Lucifero si avvicinò al letto, mettendosi con le ginocchia per terra e le braccia poggiate sul letto, in modo da essere con il suo viso allo stesso livello del mio.
mi guardava con i suoi soliti occhioni preoccupati e dolci.

«che è successo?»
gli chiesi confusa, notando di avere il pigiama in dosso, chi me lo aveva messo? che cosa... non l'avevo messo io.
guardai il mio pigiama e poi guardai l'uomo con sguardo preoccupato, sperando non me l'avesse messo lui.

«oh no, Eulalia non mi permetterei mai, lo sai bene. Charlie ti ha assistita per questo. io per il resto»
mi spiegò poi che avevo avuto un improvviso attacco di nausea a causa della cena, a base di pesce. non era il mio preferito ma non pensavo mi facesse questo effetto.

il demone accanto a me mi mise una mano in fronte, spostando con delicatezza i miei folti capelli dal mio viso. gli sorrisi.
si prendeva cura di me come una figlia, chissà come mai si comportava così. è il re dell'inferno, eppure non sembrava volermi fare effettivamente del male, a meno che non stia giocando allo stesso gioco da anni.
mi sedetti lentamente notando un cerotto sulla mia fronte, capendo che probabilmente nello svenire avevo preso qualche spigolo, o semplicemente avevo fatto una brutta caduta, infatti il dolore che provavo era lancinante.

toccai il posto vuoto sul materasso accanto a me, per far sedere l'uomo che era ancora piegato a terra. presto si sedette accanto a me, tenendo i piedi a dondolare per terra. incredibile come avesse le ciabatte a forma di paperella, certo che aveva un ossessione..

«senti un po', caro. come mai ti comporti così con me? insomma, ero una peccatrice come tutte le altre, cosa ti ha spinto a volermi aiutare. »
il demone cambiò espressione, sorridendomi e prendendo un respiro preparandosi a parlare. speravo che avrebbe parlato con un tono di voce basso, non avrei voluto far sentire le sue motivazioni a chiunque passasse nel corridoio, nonostante fosse notte inoltrata ormai.

«oh cara, devi sapere che non eri una peccatrice qualsiasi. quando eri sulla terra io già ti osservavo da tempo.
l'uomo che viveva con te, non era solo infedele, diciamo che spesso praticava rituali senza pensarci due volte. mi sentivo essere evocato da quella maledetta campagna quasi ogni giorno, perciò decisi di controllare, senza andare sulla terra, ovviamente. »
prese un ulteriore respiro, mentre io iniziai a fare un espressione confusa, cercando di fargli notare che non stavo nella pelle.
cosa voleva dire che mi guardava da viva? era lui la causa del mio malessere? no non può essere, Lucifero mi porta così tanta letizia! adoravo la sua presenza.

«ma arrivai in ritardo, vedendoti uccidere Jake insieme ad Alastor. fui affranto vedendoti trascinata in quello scempio da un pazzo omicida, la tua anima era più che pulita prima di quell'atto. provai una particolare compassione, sapevo che stavi essendo manipolata, perciò ho voluto aiutarti sin da subito. so quanto vali, e certo saresti potuta arrivare da sola a questo punto, ma non voglio che ti accada qualcosa. »

quindi era solo pena? no, forse non intendeva questo.
mi resi conto di starlo fissando con un'espressione più che dolce, cosa che sistemai pochi istanti dopo schiarendomi la gola e allontanandomi un po' da lui.

«ti ringrazio per essere stato disponibile a spiegarmelo, caro. però mi sento ancora un po' indisposta, penso che dovrei andare a prendere dell'acqua. »
mi chiese più volte se potesse andare lui al posto mio.
ma rifiutai, certo ero grata di quello che faceva per me, ma ribadisco il fatto che non ero abituata ad avere qualcun altro nella stessa stanza mentre dormivo.

non dovevo veramente bere, volevo un po' di spazio.
speravo non avrebbe frainteso, non stavo andando via a causa delle sue parole, ma avevo iniziato ad avvertire il disagio che sento quando passo troppo tempo con qualcuno.
nonostante non stessi per nulla male con Lucifero, avevo le mie esigenze.

misi velocemente la vestaglia e scesi al piano di sotto per andare in cucina a prendere dell'acqua. certo, non dovevo bere, ma non avrebbe fatto male.
uscii in uno dei mini "balconcini", se così si potevano chiamare. diciamo che essendo al piano terra erano davvero molto bassi, ma erano a tutti gli effetti dei balconcini, per il resto.

mi sedetti per terra portando le ginocchia al petto, cacciando una sigaretta dalla tasca della vestaglia, accendendola con una delle piccole fiamme che riuscivo a produrre.
ancora non avevo capito come funzionasse questo mio potere, non era mai esagerato, era sempre una piccola fiamma che si creava nel mio palmo, e svaniva pochissimi secondi dopo.
sono sicura che lo avrei compreso prima o poi.

mille pensieri si iniziarono a propagare per tutta la mia testa, di tantissimi tipi, a malapena riuscivo ad identificarne uno per più di pochi secondi.
continuavo a fumare in quella posizione.
non era proprio da signora suprema, di cui l'unico più alto di lei è il re stesso.
ma mi faceva sentire protetta, sopratutto con il vento leggero e il silenzio particolare di quella sera. chissà come mai questa notte nessuno fiata, qui vicino. solitamente le urla dei dannati stridono sulle finestre, facendosi strada al di là delle mura, atterrando nei timpani di chiunque. nessun posto era tranquillo, eppure questa sera l'unico rumore che si sentiva era il fruscio del vento,
e il tabacco della mia sigaretta che scoppiettava.

sentii dei passi dietro di me, così mi alzai in piedi, poggiando i gomiti sulla ringhiera del balcone, tenendo una posizione composta, sperando che non fosse nessuno di indesiderato, o semplicemente la mia immaginazione.

qualcuno aprì la porta dietro di me, non mi voltai.
vidi mettersi accanto a me una figura a me familiare. mi voltai verso di essa e porsi una smorfia a mo di saluto, cacciando una sigaretta anche per Angel Dust, che mi guardava con gli occhi gonfi e rossi, sorridendo.

accesi il palmo della mia mano, accendendogli la sigaretta.
feci un tiro, sbuffando dopo parecchi secondi, Angel fece la stessa cosa.
«cos'è che turba la tua giovane testolina, Angel Dust?»

lui iniziò ad avere gli occhi lucidi, così lo rassicurai, non volevo farlo sentire costretto a parlare, sarebbe bastato il silenzio e una sigaretta per curare momentaneamente il suo umore.
anche se iniziò poco dopo a sfogarsi.
sgranai gli occhi a metà storia.
non potevo crederci.

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SPAZIO AUTRICE
ciao ragazzi, ultimamente sto scrivendo sempre di notte.
dovrei dormire ☠️☠️
vi ringrazio per star leggendo questa storia, giuro che allungherò il prossimo capitolo e lo renderò più importante a causa del deficit di questo😭😭 era solo un modo per mandare avanti la storia, scusatemi😭
il prossimo sarà più bello giuro.

buona notte 🫶🏻🫶🏻

 -✰ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 ✰  -  Hazbin Hotel. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora