XVII.

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aprii gli occhi, la mia vista si fece sempre più nitida, rivelando la mia stanza. era messa a soqquadro, c'erano vestiti ovunque.
abbassai lo sguardo sul mio corpo, il letto era pieno di sangue, e anche io. mi girai verso il mio braccio destro solo per vederci fuoriuscire migliaia di enormi aghi, che mi trafiggevano il corpo.
quando provai a spostare il braccio mi conficcai gli aghi nel petto, cominciai ad urlare dal dolore, cercando di spostare il braccio, invano.
ovunque lo spostavo gli aghi trafiggevano qualcosa.
tentai anche di portarlo lontano dal corpo, verso l'alto, ma mi si sarebbero conficcati nel viso, perciò evitai.

alzai lo sguardo, sentendo una presenza accanto a me.
vidi Lucifero in piedi a guardarmi con un sorriso stampato in faccia, lo stesso sguardo con cui mi guardava pocanzi.
io piangevo e lo imploravo di aiutarmi, ma lui, rimaneva fermo nella stessa posizione a guardarmi affondare nel dolore e nella disperazione.
«sei patetica, vulnerabile e poco astuta, Eulalia. non sai contenerti. »

la voce di Lucifero era diversa, rimbombava forte nelle mie orecchie.
«se pensi davvero questo uccidimi. fallo con le tue mani»
sputai con le mie ultime forze.
lui iniziò a ridere rumorosamente, con tono profondo.
io continuavo a dimenarmi e a gemere dal dolore.

«non serve. sei abbastanza stolta da addossare le tue colpe a qualcun altro, biasimando quella persona per la tua sofferenza. non riconoscendo che l'unica ad starsi autodistruggendo qui sei tu. »
la sua voce cambiò nuovamente, diventando una a me molto familiare.
la figura di Lucifero presto si tramutò in una figura differente: la mia.
ero in piedi di fronte al mio corpo che si dimenava. guardai la me che era in piedi, ella iniziò a ridere, mi prese il braccio e lo conficcò nel mio petto.

mi sedetti sul letto di scatto, mi guardai in fretta le braccia, notando che non era presente nemmeno un ago, spostai le coperte, nessuna traccia di sangue.
respiravo velocemente, singhiozzavo ad alta voce. era solo un incubo.

mi portai una mano sul petto, mentre provavo a recuperare fiato invano, a bocca aperta.
alzai lo sguardo solo per vedere Alastor che si affrettava ad avvicinarsi a me. probabilmente quando avevo perso i sensi era rimasto con me, come al solito.
il demone fece comparire tra le sue mani un bicchiere d'acqua, che mi porse dolcemente, sedendosi poi accanto a me, accarezzandomi piano la spalla.

dopo qualche minuto riuscii a tornare in me, e spiegai il mio sogno ad Alastor, che curiosamente mi chiese quali bizzarri eventi avrebbero mai potuto scatenare una reazione del genere in me.
con gentilezza Alastor mi portò nella hall, dopo avermi concesso del tempo per mettermi il pigiama.
erano le 2 del mattino, e ovviamente la hall era vuota, illuminata solo dalla luce della luna infernale.

Alastor mi preparò una camomilla.
lui era dietro al bancone di Husk, mentre io ero poggiata con i gomiti su di esso, reggendo il mio viso sulle mani, mentre osservavo ogni movimento del demone di fronte a me.
«Eulalia, non fraintendere ma temo che tu debba iniziare a dar retta ai tuoi sogni. »

misi la testa leggermente di lato, reggendola questa volta su una sola mano.
«scusa, non comprendo»
dissi con curiosità, cercando di decifrare ciò che Alastor stava tentando di dirmi.

«intendo dire che.. se continui a fare sogni riguardanti Lucifero e i tuoi sentimenti.. forse c'è qualcosa che il tuo inconscio sta provando di comunicare, e siccome tu lo ignori, lo fa attraverso sogni lucidi. »
mi servì la camomilla, posando poi i gomiti sul bancone, reggendosi anche lui la testa tra le mani.
iniziai ad ascoltare le parole di Alastor con attenzione, riflettendo molto su ciò che diceva, cercando di mettere insieme i sogni che ricordavo fin'ora.
sorseggiai pian piano la bollente e dolce camomilla preparatami dal mio amico.

«si, ho capito che sto cercando di ignorare i miei sentimenti. ma non capisco di che sentimenti parli. »
nella mia testa si fecero strada mille pensieri, un flusso infinito che continuava a scorrere.
presto Alastor lo interruppe per pochi secondi.

«potrebbe essere il fatto che provi a mascherarli, o c'è altro che non mi hai detto...e che ancora neanche tu hai ben capito. forse sentimenti a te.. sconosciuti. »
sussurrava per non svegliare nessuno. anche se eravamo lontani da tutte le stanze, era meglio non farsi sentire. non tutti dormivano a quell'ora anche se era tarda notte, meglio prevenire che curare insomma.
presi ancora qualche sorso della camomilla da lui servita, scottandomi lievemente le labbra.

«non lo so, però ho qualcosa da farti vedere. con tutti gli imprevisti non ho avuto modo di mostrarti una new entry.»
bevvi il resto della bevanda tutto d'un sorso, facendo segno al demone di seguirmi. corsi verso il mio solito balconcino, dispiegando le ali.

«Eulalia temo che non sia prudente-»
lo interruppi mettendogli un dito di fronte alla faccia, senza toccarlo. sapevo bene che gli avrebbe dato più che fastidio.
gli sorrisi, iniziando poi ad alzarmi lentamente in aria.
«vuoi rimanere lì come un citrullo? forza vieni»

Alastor cacciò i suoi tentacoli che iniziarono a farlo levitare, io mi diressi nuovamente verso il cornicione della notte precedente, sedendomi esattamente lì.
mettendomi comoda subito dopo, stendendomi con la testa rivolta verso il cielo.
il demone mi seguì, sedendosi al mio fianco.
«beh di certo non è una qualità da poco. ma non sfruttarla troppo, l'hai sviluppata da ben poco, dovresti fare degli esercizi prima di usarle. »

annuii, sapevo bene che rischiavo e non poco con quelle ali.
accesi una sigaretta col dito. era l'unico potere che non si era mai propagato, rimaneva lo stesso, e forse era destino che rimanesse così.
iniziai a fumare da stesa, guardandomi il braccio che era quasi privo di buchi.
«chissà perché ora m'odia così tanto.»

riflettei ad alta voce, prendendo un grandissimo tiro di sigaretta, bloccandolo nei polmoni per un po' di secondi, buttandolo fuori. avevo bisogno di sentire quel bruciore nei polmoni, e quel pizzichio nella gola. avevo davvero bisogno di quella sigaretta.
Alastor iniziò a giocare con i miei capelli, non sapevo cosa stesse facendo, sentivo solo i suoi artigli sfiorarmi il cuoio capelluto.

sentimmo dei rumori, ed entrambi per istinto ci girammo, solo per vedere la porta del terrazzo chiudersi. pensammo fosse stato il vento, quindi continuammo a goderci il momento.

io e Alastor passammo tutta la notte sul terrazzo, avevo bisogno di un po' di tempo con lui.
tornammo verso le 6 del mattino nella hall, decisi di preparare la colazione per tutti, mentre Alastor sistemava la tavola.. beh.. con i suoi poteri lo fece subito.
io avevo i capelli legati in una lunga treccia, avevo un fiorellino viola tra i capelli, lo stesso che Alastor mi mise nello stesso punto il giorno prima.

presto iniziarono ad arrivare tutti nella hall, perciò iniziai a servire dei piatti pieni di pancake in mezzo al tavolo, in modo che tutti potessero prenderne a piacimento.
Alastor come al solito si ritirò nella sua stanza per la colazione, ma io rimasi là.
mi sedetti tra Charlie ed Angel Dust, notai subito il posto di Lucifero vuoto, ma cercai di ignorarlo. mi godetti la colazione, finché quel posto vuoto non si riempì.

fortunatamente avevo appena finito di mangiare, perciò, mi ritirai nella mia stanza.
«Eulalia. »
sentii una voce alle mie spalle, e voltandomi vidi l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.

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SPAZIO AUTRICE
e anche il capitolo di oggi è andato.

scusatemi ragazzi lo so che alla sto tirando lunga ma fidatevi che serve, serve davvero.

come sempre fatemi sapere le vostre considerazioni e teorie,

e come sempre
vi voglio bene🫶🏻🫶🏻🫶🏻
grazie a tutti per le letture, davvero!

 -✰ 𝐩𝐚𝐫𝐥𝐚 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 ✰  -  Hazbin Hotel. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora