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Canzone per il capitolo: Issues- Julia Michaels

Il suo braccio passò intorno ai miei fianchi, portò il petto contro la mia schiena e posò la fronte contro la mia spalla. Sorrisi, coprendo la sua mano, che poggiava contro il mio stomaco, con la mia.

<<Siamo sole tutte le sere> >, le ricordai, portando la mia attenzione sul letto. Sul letto dove avevo avuto il piacere di sentire le sue braccia intorno a me per tutto il tempo che volevo.

<<E' andata bene la telefonata?>>, domandai.
Annuì, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.

<<Gli ho detto che se mi avesse lasciato il controllo del colpo, avrei lavorato con lui>>, spiegò. Strinsi le sopracciglia, prendendomi alcuni minuti per decidere come porgerle quella domanda.

<<Lauren, cos'è successo tra di voi?>>.
Quando sospirò, sentii il suo corpo tremare contro il mio, come il rumore sordo di un tuono che precede un temporale.

<<Come posso spiegartelo? Mio padre mi adora, davvero. Come se facessi brillare la luna in cielo ogni sera>>, iniziò. Scoprire Lauren era un processo che mostrava strato dopo strato, assicurandosi di fare in modo che quello successivo fosse in contrasto con il precedente.

<<Perché sembra che ti dispiaccia?>>, chiesi con confusione.

<<E' complicato, Camila. Ti basta questo, per adesso?>>, propose. Annuii, poiché non l'avrei mai forzata a fare qualcosa che non voleva.
Lasciai che la verità scivolasse via, consapevole che se avessi provato ad afferrarla, sarebbe corsa di nuovo lontana da me. Eppure, non potetti evitare di pensare a quello che mi aveva detto a Venezia: Dean l'aveva tradita. In che senso? Qual era la storia?

<<Quindi, di cosa vuoi parlare?>>.

<<Di te>>, rispose con sincerità. La mano libera si posò sul retro del mio collo, perciò il suo pollice prese a fare pressione. <<Sai, ogni volta che leghi i capelli in questo modo, c'è una ciocca che non riesci a raccogliere. Proprio qui>>, mormorò, avvolgendo il dito intorno alla ciocca in questione. Mi sorprese l'intensità della scarica elettrica che mi attraversò il corpo. Non sapevo come riusciva a farlo, tuttavia anche se si era mossa pochissimo, aveva cambiato radicalmente la natura dell'abbraccio. Non mi stava più semplicemente stringendo, mi teneva in trappola; ferma.

<<Ogni volta che la vedo, vorrei poterla conservare in una collana>>, ammise. Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che aveva utilizzato le sue doti da seduttrice su di me, perciò mi trovai sorpresa nel rendermi conto che le mie reazioni non erano cambiate
per niente.

<<Qualcuno vuole sfidare i poeti del
Quindicesimo secolo> >, sussurrai, decisa a spezzare la tensione con l'ironia.

<<Posso permettermelo>>, rispose con arroganza. Intrecciò le dita delle nostre mani.
Così, mi trovai impreparata quando mi intrappolò letteralmente, spingendomi contro la scrivania, con i suoi fianchi che facevano pressione per limitare i miei movimenti.
Incontrai i suoi occhi dal riflesso dello specchio, trovandola intenta a guardare me.

<<Adesso, se tu fossi un obiettivo, questo sarebbe il momento in cui ti piegherei contro la prima superficie disponibile>>, ammise.

<<Sì, continua, ti ascolto> >, mormorai. Invece, Lauren fece un passo indietro, giocando con il suo anello.

<<Ma tu mi piaci per davvero, perciò penso che forse non devo farlo. Inizio a mettere in dubbio tutto ciò che conosco e, alla fine, non posso fare altro che fermarmi a guardare il tuo collo quando ti leghi i capelli. Perché è più sicuro amarti da lontano>>, sussurrò, stringendo le sopracciglia come se quelle parole avessero sorpreso anche lei. La comprensione si fece spazio oltre la mia eccitazione e mi voltai, tenendo le mani strette intorno alla scrivania perché comunque mi tremavano ancora le ginocchia.

Queen of thieves [camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora