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Canzone per il capitolo: Freak-Surf curse

Proprio come nel caso di Lauren, anche in Mike c'era qualcosa che sembrava attirare il caos. Entrambi si corrucciarono e, forse inconsciamente, assunsero la stessa posizione.
Cosa succedeva tra loro due? Sapevo solo che rendeva Lauren infelice.

<<Senti, mi dispiace, ma mi preoccupo per te.
Guarda quanto è stato facile per me trovarti; immagina se fossi stato un poliziotto. Il mondo diventa più piccolo giorno dopo giorno...cosa farai quando non potrai più scappare?>>, disse lui dopo un po'. Lei abbassò lo sguardo verso il pavimento.

<<Dai retta a me: vattene, ora che sei ancora in tempo>>, mormorò Mike.

<<Mi ritirerò quando lo farai tu. Ammetti di non sopportate la competizione>>, ribatté lei.

<<Lauren>>, la chiamai con delicatezza, posando la mano sulla sua. Sussultò, come se avesse dimenticato la mia presenza. <<Se ci tratteniamo ancora, faremo tardi per il nostro impegno>>, dissi. Comprese, perciò annuì. Con il volto contratto in un'espressione triste, Mike non disse nulla mentre uscivamo dal ristorante.
Non sapevo precisamente dove stavo andando, poiché Lauren non sembrò disposta a prendere il controllo. Forse inconsciamente, la riportai al giardino.

<<Ti ho detto che era fastidioso> >, esordì. Il suo tono sarebbe dovuto essere leggero e divertito, ma il modo in cui premeva il pollice contro il capo dell'anello mi lasciava comprendere il contrario.

<<Stai bene?>>, chiesi.

<<Non so come fa ad entrarmi sotto pelle>>, mormorò.

<<E' una particolarità dei padri>>, dissi. Lauren inginocchiò davanti a dei fiori rossi.
Quelli che sbocciavano di notte erano chiusi, perciò il giardino esplodeva con colori diversi.

<<Era quello che temevo. Non solo che tu vedessi i miei peccati e ti sentissi disgustata, ma soprattutto che potessi essere delusa>>, disse, stringendo al petto il fiore. Ne annusò il profumo e poi chiuse con forza gli occhi.
<<E' tremendo, vero? Essere una persona: con tutti i difetti e le imperfezioni, non mi ameresti di più se fossi perfetta e intoccabile come una stella?
Non sarebbe meglio se fossi rimasta un mistero irrisolto? Invece di scoprire che sono una bambina che porta i tacchi perché così si illude di essere un'adulta>>, mormorò. Strinsi le sopracciglia, incapace di rispondere.

<<Lauren, so che hai paura, ma io no. Voglio conoscerti>>, sussurrai. Mi guardò, annuendo.

<<Allora, lascia che cominci>>, disse e, come se ne avesse bisogno, prese ad intrecciare i fiori tra
i miei capelli.

<<Michael era il figlio di un arcivescovo, se vuoi credere alla sua storia. Nato e cresciuto a
Taiwan.  A differenza sua, io non so dove sono nata poiché ci trasferivamo spesso, ma i miei  primi ricordi sono delle lezioni di francese con lui e mia madre quando vivevamo in Vietnam.
Fu mia madre ad insegnarmi a forzare le serrature, ma poi lei morì. Allora, mio padre ed io diventammo inseparabili. Quasi letteralmente. Era il mio migliore amico, il mio protettore ed il mio mentore. Nonostante tutto, mi viziava. Non ho mai dovuto desiderare qualcosa, perché lui me la comprava, anche se questo significava che non avrebbe mangiato.
Lo guardavo e vedevo l'uomo più intelligente e in gamba del mondo, perciò credo di averlo ammirato così tanto da aver iniziato a desiderare di essere come lui>>, disse con un piccolo sorriso. Altri fiori continuavano a venire intrecciati tra i miei capelli. Azalee, lo notavo solo in quel momento. Ovviamente, puntava ai
fiori tossici.

<<E temo di averti mentito dal primo momento in cui ci siamo incontrate. Non ho nemmeno la metà dell'esperienza che ha lui in ambito di seduzione, perché questo era il suo lavoro in origine>>, disse.

Queen of thieves [camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora