Provai ad allontanarmi dalla sua presa, solo per rendermi conto che mi teneva più stretta del dovuto. Nei suoi occhi non sembrava esserci rabbia, solo preoccupazione.«Non avevo intenzione di toccarla...», mormorai. «Lo spero, altrimenti avresti fatto una brutta fine», mi interruppe. Abbassai lo sguardo, rendendomi conto che Lauren indossava solo l'intimo ed era così vicina a me che riuscivo a sentire il calore del suo corpo. Mi chiesi se poteva sentire il battito irregolare del mio cuore come io potevo sentire il suo.
«Quello è un abro», disse. Ecco perché era così familiare. Mi avevano attirato subito i grappoli rossi, così piccoli e rotondi da sembrare delle minuscole gemme. Ma proprio in quel momento, deglutii nervosamente comprendendo cosa stava per succedere.
«Sono molto velenosi», dissi. Un semplice taglio da uno dei grappoli sarebbe potuto essere mortale. Vivienne lanciò un'occhiata alla pianta, poi ritornò a guardare me e strinse le labbra in una linea sottile.
«Come li conosci?».
«Li abbiamo usati per alcune lezioni», dissi.
Mi ero divertita molto in quel semestre, anche se avevo sempre preferito dipingere le persone più che gli oggetti inanimati. «Ora che ci penso, è strano che li abbiamo usati in classe»,«E perché non avreste dovuto? Sono stupendi e se sai come occupartene, non ti faranno nemmeno del male», commentò con un'alzata di spalle. «Come gli Oleandri. Sono pericolosi, ma bellissimi, perciò li mettiamo nei nostri giardini.»
Non sapendo come rispondere, mi presi il mio tempo per guardarla. Ogni sua singola curva era così morbida e pallida. Lauren era ancora vicina a me, il suo calore quasi troppo da sopportare e, anche in quel momento della nostra conversazione, continuò a tenermi stretto il polso come a volermi impedire di camminare di nuovo verso la pianta.
«Non ho intenzione di toccarla», sussurrai, indicando il mio polso con un movimento del mento. Mi lasciò andare quasi subito. Passai la mano contro la mia pelle, non perché facesse male quanto perché provavo a calmare il formicolio che aveva risvegliato il suo tocco.
Immaginai che in quel momento, si sarebbe andata a vestire. Invece, continuò a rimanere dov'era; orgogliosa di se stessa e della sua figura e continuò a chiacchierare con me con noncuranza. Chiuse gli occhi, posando la fronte contro la mano.«Ricapitoliamo. Non vuoi avvelenarmi e hai bisogno del mio aiuto», mormorai, sentendomi stranamente nervosa perché una dea scesa in terra era ancora mezza nuda davanti a me.
«No, cioè...sì vogliamo il tuo aiuto e no nessuno proverà ad avvelenarti», si affrettò a dire. Si voltò per camminare verso l'armadio, ovviamente per iniziare a vestirsi. Finalmente, aggiungerei. Mi voltai, perché anche se avevo già visto tutto, mi sembrò la cosa più gentile da fare. Ascoltai attentamente ogni minimo rumore, ma Lauren era silenziosa anche in quel contesto e quando dopo interminabili minuti mi voltai verso di lei, mi resi conto che era già vestita e i suoi occhi mi osservavano divertiti.
«Sei proprio una brava ragazza», sussurrò, stuzzicandomi. Arrossii furiosamente,
distogliendo l'attenzione.
«La renderò la mia missione personale provare a cambiarlo», aggiunse.«Tipo, lezioni di crimine?», chiesi, provando a tornare in territorio sicuro.
«Sì», rispose in maniera seria e decisa.
«Le cose che conosco mi sono state insegnate, perciò immagino di poter fare la stessa cosa», aggiunse.«Anche con un ottimo insegnate, non credo che arriverò mai al tuo livello».
«Non esserne così sicura», commentò e se avessi prestato attenzione, l'avrei vista muoversi. Dunque, sussultai quando le successive parole vennero pronunciate proprio accanto al mio orecchio. «Mi divertirò molto provando a piegarti. Devi solo dire di sì».
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Queen of thieves [camren]
AdventureIspirato all'omonima serie presente nel gioco interattivo Lovestruck, tristemente cancellato dai suoi autori per problemi di budget. Queen of thieves presenta un gruppo di sei persone, chimato The Gilded Poppy, che ha la fama di rubare i più prezios...