capitolo 13

93 4 39
                                    

Ace tirò lo sciacquone.
Fu l'unico suono che poteva sentirsi nella stanza.
Si sentiva le gambe molli.
Il cuore gli batteva forte nel petto.
Aveva la fronte sudata con i capelli appiccicati ad essa.
Era incapace di agire , non voleva uscire e farsi vedere in quelle condizioni dai pirati di Barbabianca.

Avrebbero riso di lui ?

Non voleva farsi vedere debole.
Ma sentiva la sua vita iniziare a sgretolarsi.
Non poteva mantenere la sua promessa a luffy.

Si sedette a terra , con le spalle attaccate al muro mentre respirava affannosamente.
Qualcuno bussò alla porta.
Ace saltò non aspettandoselo , ma rimase lì, senza dire nulla.

<<Ace , posso entrare ?...>>

Era Marco

Ace si bloccò.
Tra tutti proprio lui ?
Non voleva che il comandante lo vedesse in quello stato pietoso. Così fragile e pietoso...e debole.

<<Stai bene-yoi?>>

Non reagì.
Ma sentiva la preoccupazione nella voce di Marco e si sentiva in colpa.
Sembravano brave persone e non voleva che stessero male per lui.
Non se lo meritava <<sto bene ! Non preoccuparti...ora puoi andare...>> Gli disse Ace dall'altro lato della porta.
Il suo tono lo tradí.

<<Va bene , però aprimi...o... spacco la porta>>

<<Non puoi essere serio...ma è la tua nave!...>>

<<Sono serissimo...conto fino a tre>>

Ace si alzò e avvicinò la mano alla maniglia. Fece un respiro profondo e provò a ricomporsi.
Non voleva che la porta venisse spaccata perché non voleva parlare con nessuno.
E Marco era serio conoscendolo.

Aprì piano la porta e si trovò davanti il comandante che aveva gli occhi spalancati e cupi e lo stava fissando.
Lo squadró dall'alto verso l'alto. <<Sto bene come puoi vedere...>> Ace provò a liquidarlo <<quindi...>>

Ace provò a richiudere la porta , ma la mano ferma di Marco glielo impedì <<non stai bene>> <<esci da lì e parliamo>> <<non ti faccio niente>> Marco provò a rompere l'atmosfera pesante con l'ultima frase , facendo un mezzo sorriso.

<<Idiota... comunque va bene..>> ed uscì, squadrando la stanza e chiuse la porta dietro di sé

<<Sei un po' pallido>> gli disse Marco e gli mise una mano sulla guancia.
Ace inizialmente chiuse gli occhi non essendoci abituato.
Gli riaprí sapendo che Marco non gli avrebbe mai fatto del male e si appoggiò alla sua mano , gesto confortante e pieno di colore.

<<È...la mia carnagione>> provò a spiegare Ace provando ora ad allontanarsi ma il comandante lo bloccò prendendogli piano il polso

<<Ace...noi vogliamo davvero che ti unisca alla nostra famiglia yoi>>

<<Non lo vuoi davvero>> lo disse in un sussurro <<sono una maledizione>>

<<Non dirlo mai più>> Marco alzò la voce <<sei una delle cose più belle che ci sia mai capitata>>

<<Non sono facile da gestire>>

Ciò fece ridere Marco <<manco noi>>

<<Odio il contatto fisico>>

<<Per quello posso aspettare>> continuò Marco

<<Sono un marine e odio i pirati>>

<<Lo vedremo , già ci ami>>

Ace si inbronció come un bambino mentre trovava cosa da dire <<e mio padre è...>> Sbottò ma tacque immediatamente mentre capì cosa stava per dire.

Stava sbagliando tutto.

Gli stava dando confidenza e questo era il risultato.
Quindi il suo atteggiamento si fece più freddo e distaccata.

<<Ace yoi?>>

<<Vattene... perfavore...>>

<<No>> disse Marco

<<Cosa del vattene non capisci comandante?>>

<<Non ti lascio da solo>>

<<Perché... semplicemente non puoi...>> Gli occhi erano pieni di lacrime ormai.
Marco si stava preoccupando di lui e aveva paura.
Aveva paura di stare male.
Non voleva stare male. Non ancora

<<Voglio farti sapere che noi ti staremo sempre vicini , qualunque cosa succeda yoi>> il tono di Marco era caldo , pieno d'amore.

<<Non puoi dirlo...mi odieresti...>>

<<Provalo>>

Lo sguardo di Marco era pieno di determinazione e fuoco mentre incitava Ace a parlare.

Ace puntò lo sguardo a terra <<mio padre è Gold Roger>> sbottò tutto ad un fiato.

Poi Marco scoppiò a ridere.
Il cuore di Ace si scaldó nel sentire la sua risata ma era confuso. <<C-cosa...ma hai capito cos' ho detto?>>

<<Certo>>

<<Hai capito che mio padre è Gold Roger ? Il re dei pirati ? Il demone di questi mari?>>

<<Ho capito, quindi era questo che ti preoccupava?>>

Ace guardò a terra ad annuì

<<La marina , te l'ha fatto pesare>> non c'era bisogno di una conferma di Ace perché Marco aveva già capito tutto <<Gold Roger era un brav'uomo, l'ho conosciuto sai ? Sono certo che mio padre ti direbbe la stessa cosa>>

<<Ma...lui era...>>

Marco gli alzò il mento con un dito <<però tu hai gli occhi più belli>> <<gli avrai presi sicuramente da tua madre>>

Ace sorrise , anche se di poco. Poi il suo viso si abbuió.
Divenne triste e malinconico

<<Parlami , voglio sapere di più su di te-yoi... perfavore>>

<<Ho ucciso mia madre>> disse <<è stata tutta colpa mia>>

Marco decise di ascoltarlo con attenzione mettendogli le mani sulle sue , in segno di conforto , di vicinanza,per fargli capire che non era solo , ora aveva una famiglia che lo avrebbe protetto.

Ace decise di raccontargli la storia, di come sua madre , di Portugues di Rouge, lo aveva tenuto  in pancia per 20 mesi , per permettergli di vivere ma finì con la sua morte. Tutto perché era il figlio di Roger.
Ace non l'aveva mai accettata.

<<Non capisco come lei abbia preferito di salvare me...il mio sangue e maledetto...merito di vivere..? Non lo so più>>

<<Meriti di vivere più di chiunque altro Ace-yoi>> gli disse

Una lacrima scese dall'occhio di Ace e gli bagnò le guance.
Nessuno oltre luffy glielo aveva mai detto.
Voleva sentirsi amato e Marco sembrava così sincero in quel momento.
Voleva cadere nel suo abbraccio e rimanerci per sempre.

<<Senti..uhm... perché voi chiamate Barbabianca padre ? Non è un po' strano ? Cioè...>>

<<Capisco cosa vuoi dire, lui ci chiama suo figli , è solo una parola , ma è importante per noi , ci fa sentire a casa , e vogliamo davvero che tu me faccia parte Ace>>






farò miei i tuoi incubi /MarcoXAceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora