26.
EMMA
Mi sistemo il vestito e mi do una rinfrescata per non far notare quanto sono accaldata. Dopo il nostro attimo di estasi ho bisogno di riprendermi come posso.
<<Va meglio? >> domando a Gabriel.
<<Si, ma non vedo l’ora di stare solo con te.>>
<<Abbiamo tutta la notte amore>> tutta la notte per alleviare l’agitazione di questa giornata abbastanza tormentata. Per Gabriel in special modo.
<<Spero che arrivi in fretta. Ho bisogno di rifugiarmi dentro di te.>>
Lo so e lo capisco. Capisco quanto lui possa sentirsi un pesce fuor d’acqua. Io stessa mi sento così. Una persona poco gradita, soprattutto a sua madre, ma non mi importa. Non mi importa di un giudizio di una persona che neanche mi conosce. Se sono qui non è altro che per Gabriel. Del resto non mi importa nulla.
<<Andiamo da tuo fratello, dai.>>
Prendendomi per mano mi fa camminare per un paio di metri, fino a raggiungere la camera in cui si trova la sposo.
Gabriel bussa ed entra, senza aspettare alcuna risposta.
<<Era ora che arrivassi, fratello.>> A guardarli sembrano parecchio simili, a parte per l’età perché si capisce chi è più grande tra i due. <<Non mi presenti la tua ospite?>> Qualcuno che mi tratta con gentilezza pura in questa famiglia c’è per fortuna.
<<Sono Emma, la sua ragazza>> rispondo.
<<Mateo, piacere di conoscerti.>>
<<Piacere mio>> arrossisco leggermente.
<<E congratulazione a te, Gabriel. Era ora che trovassi qualcuno che ti mettesse al tuo posto quando serve.>>
Voglio sprofondare negli abissi della terra…subito…
<<Pensa per te, fratellino. Sei tu quello che si sta per sposare.>>
<<Touché>> mormora Mateo, con un sorriso che parla da sé. Lo stesso che ho io quando si tratta dell’adone che è qui con me in questo momento. L’unico per il quale darei l’anima e tutta me stessa.
<<Ora andiamo però che siamo già abbastanza in ritardo. >>
<<Andiamo.>>
Usciamo dalla stanza di Mateo, avviandoci all’uscita dell’enorme villa per tornare all’Audi di Gabriel, ma qualcosa ci ferma. Qualcuno.
<<Gabriel…>> un uomo elegante e simile ad entrambi i fratelli.
<<Papà>> il tono di voce che usa per salutarlo non è affatto sereno, ma non voglio infierire. Lo capisco dagli sguardi freddi che si mandano l’un l’altro e da quello gelido che indirizza a me. Cosa che Gabriel non ha apprezzato. <<Ci vediamo alla cerimonia.>>
<<Come ovvio che sia>> l’uomo se ne va e finalmente anche noi.
Arrivati al duomo, ci aspetta una cerimonia molto lunga a parer mio, ma non aggiungo altro perché non voglio intromettermi nella loro situazione famigliare. Non vorrei che quel minimo di buon umore che avevo cadesse proprio per una discussione perché sarebbe il culmine che mi porterebbe ad andar via immediatamente, ed è meglio evitare. Non voglio essere il problema di nessuno, non in questa giornata.
<<Non fare caso a mio padre, lui non è una persona molto socievole>> Mateo prova a tranquillizzarmi.
<<Non lo è quasi mai con nessuno>> Gabriel interferisce. <<Ma non m’importa. Sono qui esclusivamente per te, ricordi? Se lui ha qualcosa da ridire può farlo dopo. Sono pronto a rispondere.>>
<<D’accordo, ma se riuscite ad evitare, fatelo entrambi, almeno per oggi.>>
<<Ci provo ma non garantisco nulla.>>
Scendiamo dall’auto e ci avviamo all’interno della cattedrale senza proferire parola.
Ne io che Mateo sappiamo cosa dire ed entrambi non vogliamo farlo innervosire ancora di più di farlo. A farlo ci ha già pensato il loro padre e nessuno di noi due vuole dargliene altro perché non ne vale la pena, non per chi non sa pensare altro che a sé stesso. Da come me ne ha parlato è un’abitudine che conosce alla perfezione e non voglio indurlo a pensarci ancora.
<<Quando vuoi possiamo avvicinarci>> sposto una mano sulla sua.
<<Andiamo, sì>> la stringe e sento che il peso che ha addosso non è più così pesante.
Percorriamo la navata e prendo posto, mentre Gabriel e Mateo si avvicinano all'altare.
Giusto in tempo per vedere gli invitati entrare.
<<La sposa sta per arrivare>> sento dire da Mateo.
Dieci minuti dopo infatti, ecco che parte la marcia nunziale e tutti si alzano in piedi per accogliere la sposa.
Bellissima, non c’è che dire. Con quel vestito bianco è mozzafiato, ed è fatto su misura per lei. Luminoso e poco ampio, ma molto elegante.
Arrivata al fianco di Mateo, il papà della sposa lascia un bacio in fronte alla figlia e saluta co rispetto il suo futuro marito, per poi trovare posto accanto alla moglie.
<<Siamo pronti per iniziare>> il prete inizia a svolgere il suo compito iniziando la cerimonia. <<Voi siete pronti?>> si rivolge ai futuri sposi.
<<Molto>> sento dire Mateo, che guarda la sua donna con occhi ricolmi di amore.
<<Sono stupendi insieme>> la madre di Gabriel e Mateo cerca di parlare con me, anche se non credo che lo faccia con buone intenzioni.
<<Molto, signora, ma per tenere saldo un matrimonio ci vuole anche l’amore, non crede?>>
È lui la base di tutto.
<<Un matrimonio è tante cose e tu sei troppo giovane per capirlo.>>
<<Non sa quanto si sbaglia.>>
<<Ho i miei anni di esperienza.>>
<<Come è giusto che sia ma l'amore non è solo quello. L'amore è come suo figlio guarda la sua sposa e come Gabriel guarda me.>>
Con questa frase so di aver esagerato, ma voglio che capisca che l'amore non è un interesse che si compra. L'amore è dedizione quotidiana.
<<Non sai quanto ti sbagli su mio figlio. Lui non potrà mai essere per te quello che desideri.>>
<<Si sbaglia e non immagina quanto.>>
<<Vedremo ragazza.>>
Oh sì.
Dimostrerò quello che sto dicendo, soprattutto che l'amore non è un qualcosa di materiale come pensa lei.
<<Siete pronti allo scambio degli anelli?>>
Per fortuna ci pensa il parroco a smorzare la tensione e a liberarmi dai pensieri. Pensieri che non avrebbero portato nulla di buono.
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Non eri nei miei piani
RomanceGabriel, è un imprenditore italo-spagnolo di quarantuno anni, molto noto per il suo cognome, ma ancor di più lo è diventato per il lavoro in proprio che svolge, nato nientemeno che dalle sue sole forze: il "Blue Sky". Luogo che tra l'altro ha tirato...