Capitolo 29

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                              29.

EMMA
Una volta trovata la forza necessaria, mi faccio strada insieme a Gabriel in direzione dell’Audi per raggiungere casa mia una volta per tutte.
<<Parti e togliamoci il problema>> lo dico senza ragionare dato che quando si tratta di mia madre non riesco proprio a farlo. Non riesco a pensare a mente lucida perché m’immagino il discorso che vorrà farmi e non mi sento ancora pronta ad ascoltarlo dato che sarebbe una stoccata al petto. Un’altra, visto che la prima l’ho ricevuta dai genitori di Gabriel esattamente ieri e, non me ne capacito. Non posso, non da mia madre, che è la persona con il quale ho un rapporto che va oltre il limite madre-figlia, fino ad ora almeno e fino a che non si sorpassa quel limite che entrambe non siamo pronte a superare: i sentimenti.
Quando si tratta di quel tipo di discorso diventiamo esattamente l’opposto: due sconosciute perché facciamo fatica a tirare fuori quella parte che per entrambe è ancora un macigno, soprattutto per la storia di papà che nonostante gli anni, non ha ancora superato e per quanto riguarda me, è un argomento che faccio fatica ad aprire. Con lei è come una sorta di tabù, ma so che non può andare avanti perché so che se non mi esponessi, andrei a perdere tutto e non posso permettermelo. Perciò devo disinnescare la bomba una volta per tutte e rivelarle la verità, ovvero il fatto che da un mese a questa parte mi sto frequentando con il figlio del suo capo e che è una cosa che sta diventando piuttosto seria. Gabriel lo sta diventando visto che per me lui è qualcosa di profondamente viscerale, soprattutto per il mio cuore.
<<Affrontiamolo e basta, risolveremo quello che verrà pian piano. Insieme e a qualunque costo.>>
Dobbiamo farlo perché sennò non cambierà mai niente e non faremmo altro che continuare a nasconderci senza motivo, perché è proprio questo che stiamo facendo e non è giusto, né per me che per Gabriel. Tanto più perché quello che abbiamo fatto non è un reato. Non è sbagliato. Innamorarsi non è un danno collaterale per nessuno. Vedere tutto come qualcosa di sbagliato invece si è noi lo abbiamo fatto. Ci siamo rispecchiati negli occhi sbagliati e non nei nostri, distruggendoci a vicenda e non è quello che voglio. Non più perché noi non siamo incomprensibili, ma incompleti se non stiamo insieme e non voglio più che sia così, non per via del giudizio altrui.
<<Sarà così>> per forza perché altrimenti saremmo io e lui contro tutti e non mi importerà di chi avrà da ridire. Se non apprezzano il fatto che stiamo insieme il problema non è il mio o di Gabriel. Il problema rimarrà a chi non va oltre le differenze. <<Deve.>>

Arriviamo a casa mia un quarto d’ora dopo e prendiamo la palla al balzo visto che mia madre ancora non è uscita per andare al lavoro.
<<Ciao amore>> per ora mi guarda come se tutto sta andando bene. Lo sarà almeno fino a che non vedrà Gabriel.
<<Ciao anche a te.>>
<<Sei sicura di stare bene? Sei strana e non parlo solo di oggi. Qualcosa ti preoccupa?>> subito al dunque come suo solito ma meglio così.
<<In realtà sì, ma non è facile da spiegare, quindi meglio che ci sediamo.>> Sarà meglio per entrambe stavolta, motivo per cui la porto in salotto dov’è Gabriel.
Via il dente, via il dolore…
<<Cosa vuol dire tutto questo?>> guarda entrambi.
<<Mamma…fammi parlare e capirai.>>
<<Questo senza dubbio>> si siede sul divano e io affianco a Gabriel, davanti a lei. <<Ti ascolto.>>
<<Per quanto può sembrare assurdo…io e Gabriel ci frequentiamo da un po', ma non è stato qualcosa che entrambi abbiamo programmato. È successo e basta. Ci siamo conosciuti per puro caso.>>
<<Caso? Fai davvero, Emma?>>
Già mi guarda stranita e non va bene.
<<Sì, te lo giuro>> confermo. <<Ci siamo conosciuti il giorno che si è presentato qui la prima volta.  Cioè, non mi aspettavo di ritrovarmelo qui in casa. Non dopo che lo avevo intravisto nel bar in cui ero con Isabella quella stessa mattina, ma è successo e da lì è iniziato tutto.>>
<<E me lo dici ora?>> mia madre è sconvolta.
<<Non l'ho fatto prima perché non mi aspettavo neanch'io tutto questo tempo lo assicuro.>>
<<Emma, non sono nata ieri.>>
<<Te lo giuro mamma. Abbiamo anche provato a troncare tutto sul nascere per via dell’età, ma non ci siamo riusciti. Se te l’ho nascosto è perché non sapevo se questa situazione si sarebbe evoluta o meno. Nessuno dei due aveva messo in conto il fatto che tra di noi ci sarebbero stati dei sentimenti, ma ora sono qui a dirtelo. Voglio che tu sappia che senza di lui non ci voglio stare. Hai visto come sono stata durante tutte quelle settimane anche se non sapevi chi fosse e lui lo stesso>> tiro tutto fuori. <<Non mi voglio giustificare perché so che avrei dovuto dirtelo, ma volevo che lo sapessi da me e non da altre persone>> mia madre mi guarda male.
<<Emma, io non so chi fra voi due sia più folle, lo dico sinceramente e, non so se vi rendiate conto del fatto che se qualcosa dovesse andare storto le conseguenze da pagare saranno alte per entrambi…>>
<<Lo sappiamo signora e siamo coscienti di tutto>> stavolta è Gabriel a parlare. <<Ma lo siamo ancora di più per il fatto che non riusciremmo a stare separati>> perché è la verità.
<<Gabriel, voglio parlare per la stima che ho per lei e credo che tutto questo sia troppo. Insomma, voi due siete fatti di mondi opposti. Lei ha una carriera abbastanza importante sulle spalle e sta mettendo tutto in sproposito per qualcosa che non è data per certa e, mia figlia sta iniziando a crearsi ora la sua strada, non so se mi spiego.>>
A sentirla mi sento male, perché per un certo senso ha ragione, però poi mi riassesto perché penso che non ha nessun tipo di provvedimento da poter prendere. Non dato che io e Gabriel siamo abbastanza grandi da poter decidere cosa è giusto o sbagliato per noi e rispondo senza pensarci due volte perché sono stanca di stare a sentire cose che neanche conoscono, che mia madre non conosce.
<<No, perché non sai quello che dici, mamma. Non sai cosa davvero c’è tra noi perché pensi esattamente come tutti gli altri. Vai al peggio direttamente senza neanche guardare quello che siamo insieme. Non hai pensato minimamente al fatto che io mi possa essere innamorata e che per una volta nella vita possa aver trovato la persona giusta e con il quale io mi senta davvero me stessa e sicura al cento per cento. Con lui sto bene e non voglio abbandonare tutto questo per delle supposizioni. Io voglio vivere la mia vita come decido io>> come qualcuno che è in grado di amare. Voglio essere una persona che non reprime ciò che sente e sbattermene di chi dice che è sbagliato o che oltrepassa gli schemi, perché non mi importa. Non più, perché significherebbe distruggermi, ancora e sono stanca.
<<Può darsi, ma non voglio vederti come me, Emma. Non voglio vederti distrutta come lo sono stata io. Per me sarebbe troppo da digerire.>>
<<Dammi fiducia per una volta e conosci Gabriel per la persona che è. Dammi il modo di dimostrarti che non sono solo parole. Per favore, mamma>> la guardo.
<<Voglio che ne siate consapevoli entrambi.>>
Annuisco. <<Lo siamo più di quanto immagini, per questo siamo qui.>>
<<D’accordo, anche se non concordo appieno.>>
<<Lo so, ma almeno ci stai provando.>>
<<Per ora. Se dovessi vedere qualcosa che non va e mi riferisco soprattutto a lei, Gabriel, se la vedrà con me.>>
Stavolta è lui a guardarla.
<<La tratterò con i guanti, su questo può giurarci.>>
<<Bene, era questo che volevo sentire>> dice seria. <<Ed ora, datemi la benevolenza e fatemi elaborare il tutto sparendo dalla mia vista.>>
Meglio questo che niente. Per il momento almeno…
<<Vieni con me>> me la svigno insieme a Gabriel in camera mia prima che mia madre ci ripensi. Conoscendola non posso escludere l’ipotesi.
<<Se ci trova in camera tua
insieme…>>
<<Non verrà, è troppo presa a rimuginare su ciò che le abbiamo appena detto.>>
<<Non sembra averla presa troppo male.>>
Davvero? Perché io credo che non sia finita qua…
<<Se conoscessi bene mia madre scopriresti che con lei nulla è come sembra>> rispondo.
<<Forse ne vorrà parlare meglio con te ma sembra che ci stia dando una possibilità ed è già qualcosa.>>
<<Lo scopriremo, ma non ora perché voglio dimenticarmi di questo brutto quarto d’ora>> lo tiro dentro la mia camera e chiudo la porta a chiave.
<<Amore, non mi sembra il caso.>>
<<Voglio semplicemente starmene tranquilla con te>> lo faccio sedere sul letto e io su di lui, girata in direzione del suo viso. <<Voglio semplicemente…questo>> lo bacio, prendendomi il tempo di ritrovare quel piccolo sprazzo di tranquillità che mi serve per riprendermi dalla tensione che ho sentito addosso fino ad ora e, ho bisogno di lui.
<<Amore, ferma i bollenti spiriti>> mormora, regalandomi la sua erezione, pungente come al solito.
<<Vuoi quello che voglio anch’io, non negarlo>> lo bacio all’angolo delle labbra.
<<Io ti voglio sempre piccola, ma non voglio sembrare qualcosa che non sono agli occhi di tua madre>> mi dice serio.
<<Penso che sappia che io e te…insomma…>> odio quando devo essere così esplicita perché tutte le volte finisce con il vedermi rossa per la vergogna.
<<Scopano tutti gli adulti amore mio, ma non credo sia giusto.>>
Sbuffo. <<Odio quando usi quest’aria da uomo maturo con me.>>
<<È ciò che sono, anche se quando sono con te me lo dimentico. Mi fai tornare ad essere quel ragazzino che ero anni fa>> mi bacia.
<<Avrei voluto vedere com’eri>> sorrido.
<<Avresti conosciuto uno stronzo e sicuramente non ti sarei piaciuto>> mi guarda intensamente.
<<Non direi visto che quando ti ho conosciuto lo sei stato, eppure guarda come siamo finiti>> smentisco, ricordandomi la prima volta che l’ho conosciuto.
Sembra un’eternità eppure non è passato poi così tanto.
<<Forse, ma non credevo che mi avresti dato l’occasione di dimostrarti chi io fossi veramente.>>
<<E invece non ci siamo più lasciati. O quasi>> visto che prima di arrivare a questo c’è stata una sorta di prova che ci ha fatti allontanare.
<<In quel periodo ero uno straccio. Non mangiavo, non dormivo e chi mi passava accanto non riceveva nient’altro che il lato più nero di me.>>
Anch’io non ero al meglio, ma ho cercato di non farlo notare.
<<Fino a che non ho tirato fuori le palle e sono venuto a riprenderti.>>
Me lo ricordo bene quel momento, compreso tutto quello che è successo dopo.
<<Hai avuto un bel coraggio. Forse anche più di me perché non sapevo che fare. Non sapevo se venire da te e ucciderti perché mi avevi dato il colpo di grazia o lasciarti andare e lasciarmi tutto alle spalle.>>
<<Ma non è successo niente di tutto questo perché non me lo sarei mai perdonato. Non potevo perderti e non volevo che ti allontanassi per un mio errore perché per me sei tutto quello di cui ho bisogno. Per me sei la luce che non riesco a trovare in me e che accendi tutte le volte che ti ho intorno. Tu sei la mia terra ferma, Emma.>>
<<E tu il mio universo.>> Tutto. Un universo dal quale non voglio scendere perché per me è come casa.
Lui per me è il mio essenziale e vorrei che lo capisse anche mia madre.
<<Va a parlare con lei. Vedrai che è te che aspetta>> sembra leggermi nel pensiero.
<<Non so se sia il momento giusto per farlo.>>
<<Vai. Quando torni mi trovi nell’esatto punto in cui mi hai lasciato.>>
<<Non ci vorrà molto.>>
Annuisce. <<Va e parlale senza ripensamenti.>>
Se non posso fare altrimenti…
Mi alzo dalle sue gambe.
<<Ti amo>> mormoro, stampandogli un ultimo bacio sulle labbra.
 Prima di uscire dalla mia camera avevo bisogno di questa certezza e avevo bisogno di sentirlo con me nonostante so di rivederlo tra poco.
<<Va, senza aspettare oltre.>>
Come non detto…
Tant’è che raggiungo mia madre a passo svelto e senza ripensamenti.
Con lei prima chiarirò e meglio sarà perché non voglio che tra di noi nascano incomprensioni. Perciò entro in cucina, dove la trovo a sorseggiare il suo solito thè.
<<Mamma, hai due minuti?>> cerco di essere il più tranquilla possibile per evitare che la conversazione prenda una brutta piega.
<<Sì, ho un paio di minuti prima di andare. Tu di cosa volevi parlarmi?>> dice, facendo finta di non sapere cosa davvero c’è che non va.
<<Volevo parlarti di me e Gabriel, se per te non è un problema.>>
<<Amore, non credo che si possa affrontare la situazione in pochi minuti, ma se vuoi parlare, ti ascolto>> risponde, anche se non la vedo tanto convinta.
<<Lo so, ma vorrei solo che non la prendessi male e mi appoggiassi, almeno tu>> le dico.
<<Che vuol dire>> mi guarda.
<< È che i genitori di Gabriel non hanno preso affatto bene la notizia di noi. Mi vedono come la ragazza che vuole accaparrarsi la sua eredità, quando invece non è così. Io voglio solamente poter star bene e con lui lo sono e sono felice, per la prima vera volta riesco ad esserlo>> sputo fuori tutto in un attimo perché voglia che veda che non sto mentendo. Voglia che legga in me le parole che le sto dicendo in questo momento.
<<Lo so quanto ci tieni. L’ho visto, ma non voglio che tu faccia l’errore di fidarti e poi venirne fuori con il cuore a pezzi alla fine. Mi riferisco anche alla sua famiglia visto che sto imparando a conoscerli. Soprattutto il padre di Gabriel. Non sono persone facili e non lo è neanche il fatto di stargli accanto.>>
<<Lo so e ne affronterò le conseguenze a testa alta se devo, ma non voglio, per nessuna ragione, rinunciare a quello che sento. L’ho fatto per troppo tempo e sono stanca di combattere contro me stessa. Per una volta voglio solo stare bene. Voglio concedermelo.>>
Mia madre annuisce. <<Io ti appoggio, in qualunque cosa, ma voglio che tu e Gabriel siate consapevoli del fatto che quando questa situazione verrà fuori affrontiate tutto insieme. Tu sei pronta a buttarti nella sua vita?>>
<<Come non mai, mamma.>>
<<Allora tira fuori gli artigli e metti a tacere quel branco di ipocriti>> risponde.
<<Grazie di capire.>>
<<Per te non c’è cosa che non farei.>>
<<Lo so.>>
<<Ora scappo, ma ne possiamo parlare quando vuoi.>>
Annuisco. <<Ti voglio bene, mamma.>>
<<Anch’io Emma, non immagini quanto>> mormora, lasciandomi il solito bacio in fronte e uscire di fretta e furia per via del ritardo che sta avendo.
Ed ora, a noi due, caro Enrique…

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora