Cɑpitσlσ 7

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                               7.

EMMA
Mi avvio verso casa alle nove passate. Avrei sperato un po’ prima, ma va bene lo stesso. Per lavoro lo faccio volentieri. Quello che invece non vorrei fare è sentire Bel, perché sono stanca, ma le ho promesso che ci saremmo riviste dopo il lavoro e non posso tirarmi indietro, così rispondo.
“Ci sei per stasera?” domanda.
“Sì, tu dove sei?”
“In un pub dietro casa tua“ dice.
“Dammi un quarto d’ora e arrivo”.
“Tranquilla, ti aspetto” chiude la chiamata.

Raggiungo il piccolo pub ed entro, trovandola seduta davanti al bancone in legno scuro.
<<Eccoti finalmente>> mormora, salutandomi con il solito sorriso stampato sulle labbra.
<<Come mai qui stasera?>> domando.
<<Mi andava di uscire un po’. A casa non sapevo che fare.>>
<<D’accordo, come non detto>> rispondo, sedendomi accanto a lei.
<<Che prendi?>> mi chiede.
<<Un mosco mule>> dico, anche se guardo in direzione del barista.
<<Arriva in un attimo>> risponde, smorzando per un attimo i pensieri che mi stavano intasando la testa.
<<Certo, grazie>> mormoro gentilmente, ritrovandomi poi poco dopo il mio cocktail sul bancone.
<<Ci voleva anche per te questa serata non è così?>> mi chiede Isabella.
<<Forse. Sono parecchio esausta e avevo bisogno di staccare un po’>> rispondo.
<<La testa dai pensieri, o dal lavoro?>> la domanda mi preoccupa un po’, ma faccio finta di niente.
<<Entrambi>> ammetto. <<È che continuo a pensare a…>>
Il sorriso di Bel si allarga ancora di più.
<<Non farmi mettere strane idee in testa, ti prego. È già troppo il fatto di averlo trovato a casa mia oggi.>>
Stavolta rimane senza parole.
<<E me lo dici così?>>
<<Che avrei dovuto dirti? A ora di pranzo me lo sono trovato a casa mia. Non me lo aspettavo neanch’io>> ammetto.
<<Ci manca solo di vederlo entrare qui in questo momento>> ride.
<<Non credo che reggerei il colpo. Vederlo due volte in un giorno è già troppo, figuriamoci una terza>> arrossisco al solo pensiero.
<<Secondo me lo reggeresti bene. Forse anche di più>> ammicca.
<<Sei pessima. Stasera in un modo incredibile, credimi, Bel>> rispondo, per poi continuare a tracannare l’ultimo sorso di mosco mule.
<<Non penso sia così grave, anzi, dovresti esserne contenta>> replica.
<<Certo, come no>> dico, anche se la risposta la do più a me stessa.
<<La speranza è l’ultima a morire, ricordalo.>>
Certo. Quello che però deve mettersi in testa è che la speranza non è sempre tutto e poi, con la fortuna che ho io, non succede…
<<Per te magari, Bel. Io preferisco essere realista.>>
Alza gli occhi al cielo.
<<Andiamo dai>> dice, trascinandomi in cassa a pagare, o meglio, era quello che stavamo per fare, ma si ferma non appena incrocia quei maledetti occhi cioccolato. <<Ho cambiato idea, noi non ci muoviamo da qui>> ordina.
<<Bel, non puoi dire sul serio>> la guardo implorante, sperando che cambi idea.
<<Oh sì che posso baby, e posso sperare che almeno stavolta tu non mi faccia fare figuracce.>>
<<Per oggi passo.>>
<<Meglio per te, perché da come ti guarda è probabile che si avvicinerà>> mormora.
<<Per dirmi quanto sono stata scortese? Non credo che riaprirebbe l’argomento>> rispondo.
<<E tu che ne sai? Magari vi siete capiti male e tu lo stai giudicando troppo velocemente.>>
<<Certo, come no. Quello che è successo oggi è stato solo frutto della mia immaginazione.>>
Bel sbuffa. <<Sei pesante certe volte.>>
<<Sarà, ma resta il fatto che non sono io ad essere stata maleducata.>>
<<D’accordo, ma se non cambi registro ti assicuro che perderai anche l’unica possibilità che hai di conoscerlo, perciò o ti butti nella mischia e ti avvicini o ti allontani una volta per tutte e te ne vai, a te la scelta>> mi dice, mettendomi alle strette.
<<Torniamo al bancone, ma non ti prometto niente. Se mi parla ed è lo stronzo di oggi, me ne vado senza guardarmi più indietro>> rispondo.
<<Ci posso stare>> replica, avviandosi insieme a me dal bel moro che da quel che vedo non mi stacca gli occhi di dosso.
<<Non mi hai dato scelta>> mormoro, mettendomi, stavolta, accanto all’uomo dal quale non riesco a sfuggire.
Per quanto ci provi e ci riprova, lui è sempre un passo avanti a me. Costantemente e, da come mi guarda sembra proprio così.
<<Ben rivista, Emma>> mi dice.
<<A lei>> ricambio il saluto, guardandolo con la stessa sua intensità e dando il via ad una nuova partita che ho intenzione di vincere.
<<Come mai da queste parti?>> domando per curiosità.
<<Avevo bisogno di staccare un po’ e voi?>>
Stavolta si rivolge anche alla mia amica.
Forse sta cercando di sviare il discorso.
<<Lo stesso. È stata una giornata abbastanza intensa anche per noi.>>
Per lo meno per me, grazie a te… ma meglio non pensarci. Ora devo pensare a godermi la serata.
<<Capisco, molto più di quello che pensi, per questo sono qui. Avevo bisogno di liberare un po’ la mente.>>
<<Siamo in due>> o meglio, in tre, dato che sei stato in grado di insinuarti anche nella mia testa…
Mi guarda con un sorrisetto che la dice lunga.
<<Fatemi compagnia allora>> si rivolge anche a Bel, ma lei non sembra molto propensa a rimanere, ormai la conosco.
<<Io devo andare ma la mia amica rimane volentieri>> risponde, guardandomi con quello sguardo provocatore che ormai conosco come le mie tasche.
<<Come volete>> Gabriel sembra esserne contento, anche se non so come prendere il fatto di rimanere da sola con lui.
<<Buona serata>> Bel se ne va, lasciandomi sola con lui e con i mille pensieri che ho in testa e che vorrei liberare in questo stesso momento. Domande a cui per lo più vorrei dare un senso.
<<Se hai qualcosa che vuoi chiedermi, fallo senza problemi>> dice, leggendomi dentro come mai qualcuno prima d’ora è riuscito a fare.
<<Non credo che starebbe a sentire ogni mia domanda.>>
<<Se vuoi che ti risponda dammi del tu.>>
<<Come vuol…come vuoi, Gabriel>> rispondo imbarazzata, ma più che altro per la vicinanza che c’è tra di noi in questo preciso momento.
<<Ora ti ascolto>> dice, mettendomi ancora più a disagio, ma cerco di non darlo a vedere, giocandomi la carta della verità. Una verità che cerco di scoprire da questa mattina, così gli chiedo:
<<Perché mi hai messa in difficoltà oggi? Sei stato scortese e non mi è piaciuto>> rivelo sinceramente.
<<Perché stavo cercavo una tua reazione, ma non è stata quella che pensavo>> ammette, ribaltando la situazione.
<<Non sono una persona con un pensiero comune e chi mi conosce lo sa. Sono nota per essere il contrario di quello che si pensa.>>
<<Vediamo allora>> sorride. <<Lasciami scoprire chi sei.>>
Annuisco. <<Fammi la prima domanda che ti viene in mente e vedrai che non ti sto mentendo.>>
Ci pensa un momento e poi mi chiede:
<<Quale è stata la prima parola che ti è venuta in mente conoscendomi.>>
Questa è molto facile. ..
<<Narcisista>> rispondo senza esitare.
<<D’accordo, me lo merito>> mi guarda divertito.
Annuisco.
<<Spero che questa idea sia passata ora che ci siamo conosciuti come si deve.>>
<<Puoi lavorarci ancora un po' su. Ma ora passiamo alla prossima domanda.>>
Acconsente.
<<Cosa ti piacerebbe diventare nella vita.>>
Una domanda scomoda, ma non troppo, tanto che rispondo:
<<Una persona che ama sé stessa.>>
<<Questa non me l’aspettavo, ma posso dirti che devi imparare a farlo perché devi essere sempre tu la prima persona da amare.>>
<<Non è molto facile per me. Non lo è mai stato in realtà, ma comunque, passiamo alla prossima domanda, che stavolta ti farò io.>>
Annuisce.
<<Cosa ti ha dato la voglia di mettere radici qui a Verona?>>
<<Il mio lavoro e la vita in generale. Mi sento molto più a casa qui che a Madrid.>>
<<E come mai, se posso chiedere?>>
<<Ho vissuto principalmente qui. Ho avuto la mia infanzia qui, ma non solo perché per via del lavoro di mio padre, non ho vissuto la mia città natale tanto come Verona.>>
<<Lo capisco, ma spero che tu possa dare una seconda possibilità alla prima casa che hai lasciato. Ci dovresti provare.>>
<<Magari più avanti.>>
<<Certo, hai tutto il tempo per farlo.>>
<<Sì, può darsi.>>

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SPAZIO AUTRICE:
Scusatemi per il ritardo ma in questi giorni non sto particolarmente bene.
Sono riuscita a pubblicare solo ora.

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Vi aspetto al prossimo capitolo ❤️

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora