Strane sensazioni

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Lavinia's pov
La strada verso Palazzo De' Medici fu più breve del previsto,Lorenzo e Giuliano erano poco più avanti di noi,mostrandoci la strada che portava dritti "alla loro umile dimora"come osarono definirla,pur sapendo che in realtà il loro palazzo era uno spettacolo per gli occhi.
Tentai,seppur vanamente,di risultare impassibile al fascino che trasudava Lorenzo,quell'uomo emanava fascino e bellezza in quantità ed era facilmente intuibile dal suo modo di porsi,di parlare...Guardarlo era come scottarsi.
Entrare nel palazzo fu un vero sogno per me,la loro dimora risultava molto più sontuosa e ornamentale rispetto alla nostra,zio Jacopo prediligeva colori cupi e non amava molto l'arte,mio malgrado.
Zio Jacopo era il mio opposto,
io amavo i colori e soprattutto amavo l'arte,
cosa sarebbe l'uomo senz'arte?
Eppure ad una donna non è concesso praticarla,
ad una donna non è concesso esprimersi come meglio crede,
una donna è costretta a fungere da controfigura,
è costretta ad esporre le proprio idee nel privato senza apparire,silenziosamente,in punta di piedi.
Ho sempre amato leggere,
scrivere e dipingere ed i miei genitori hanno scelto per me i migliori maestri per coltivare le mie passioni.
Eppure tutto il sapere imparato dovrà essere messo da parte per sempre,
perché non potró mai essere dedida alla pittura,alla scultura o alla stesura di un libro,
infatti entrando nel palazzo De'Medici il mio occhi si illuminarono dinanzi a tanta bellezza.
La prima cosa che mi colpì,infatti,fu un giovane uomo,con una grande tela per le mani,
egli aveva gli occhi sognanti ed una miriade di colori,
pronto ad esprimere la propria arte,
pensai che fosse un giovane apprendista finanziato dalla famiglia di Lorenzo per diventare un pittore.
Mentre facevo vagare gli occhi da una parte all'altra della stanza vidi Lorenzo avvicinarsi a me,con passo deciso ed un magnifico sorriso impresso sul volto.
-Lavinia,ho visto che siete rimasta incantata dinanzi a quella tela-
disse chiamando l'uomo che poco fa ammiravo esprimere la propria arte:
-Sandro,esclamó,vieni-
Sandro si avvicinò lentamente a Lorenzo,con le mani sporche di colore...
-Lorenzo,Madonna?Scusate il vostro nome?-
-Lavina De'Pazzi-risposi mostrando un sorriso,forse uno dei più sinceri,ero ammaliata da tant'arte...
-Sandro,Lavinia è la sorella di Francesco,
Lavinia,lui è Sandro Botticelli,lavora per noi,è un grande ed è destinato a tramandare la sua arte per secoli,io e Giuliano lo consideriamo un fratello,siamo praticamente cresciuti insieme-disse Lorenzo dando una pacca sulla spalla di Sandro
-Sandro,complimenti,vi ho visto intento nella realizzazione di quella tela-
dissi indicandola
-ne sembravate innamorato...vi confesso la verità,non vedo l'ora di vedere l'opera completa- gli sorrisi
-Madonna,traspare fin da subito in voi l'amore per l'arte,
mi auguro che un giorno possiate essere voi soggetto di una mia tela,incarnate la perfezione di una dività-disse Sandro ammirando il mio vestito
-Come darvi torto Sandro-rispose Lorenzo alternando lo sguardo tra il mio viso e quello del suo amico.
Non posso negarlo,
il complimento di Lorenzo rimase nei miei pensieri per le ore seguenti,oserei dire per tutta la giornata,
i suoi occhi in quel momento vagavano su di me ed io,lusingata ma impaurita da tale complimento,divenni rossa in viso e penso che Lorenzo si sia accorto di ció.
Il nostro tour del palazzo continuó silenziosamente,
Lorenzo affiancato da Giuliano spiegava ed elencava ogni singolo oggetto presente in quel luogo,io ascoltavo ogni singola parola ed i miei fratelli erano al mio seguito,seppur annoiati.
Arrivammo in sala da pranzo,dove si estendeva un grande,pregiato e regale tavolo di legno,al cui capo era seduta Madonna Lucrezia,accompagnata all'altro capo da sua figlia Bianca,di cui mio fratello Guglielmo era follemente innamorato fin da bambino...lo avevo beccato a scriverle una lettera e fu in quel momento che mi espresse i suoi sentimenti per la più piccola di casa Medici.
Lucrezia vedendoci,abbandonó la colazione nel suo piatto e si recó dinanzi a noi,seguita da sua figlia Bianca.
-Francesco,Guglielmo,che piacere rivedervi-disse accarezzando i miei fratelli
-Lavinia,piccola mia-disse stringendo le mie mani tra le sue,
-sei bella,tanto bella,somigli a tua madre sai,anche lei alla tua età aveva sempre un sorriso impresso sul volto-disse ripensando,molto probabilmente,alla figura di mia madre apparirle affianco
-Madonna Lucrezia,per me è un onore ricordarvi mia madre-risposi seppur nostalgica,solo io potevo sapere quanto avevo sofferto dopo la sua morte e quanto mi mancasse...
-Lei è Bianca,mia figlia-rispose spostando la curiosità dei presenti sulla donna alle sue spalle
Lei esordì con un semplice-Buongiorno-
-Prego,ragazzi,avrei piacere vi accomodaste e condivideste con me la colazione,
È raro sapete che quei due mascalzoni lì,disse indicando Giuliano e Lorenzo seduti alla sua destra,siano presenti per colazione,sono soliti infatti tornare a quest'ora da bettole notturne-
Disse sorridendo ai suoi figli.
-Francesco,caro,non pensate che il vostro vecchio caro amico Lorenzo,abbia bisogno di una donna al suo fianco,di una moglie?D'altronde,presto sarà a capo della magnifica Firenze-
mio fratello intento a mangiare una mela sorridendo rispose:-Madonna Lucrezia,concordo con voi,Lorenzo ha bisogno di una moglie-
E tutti,compreso Lorenzo,scoppiarono in una fragorosa risata.Tutti tranne io.
Non so perché ma a quelle parole lo stomaco mi si ingarbuglió ed improvvisamente non ebbi più fame,
immaginare Lorenzo con al fianco una donna mi fece avvertire un fastidio,abbastanza forte,oserei dire!
certo tra noi non c'era niente,
siamo due semplici sconosciuti,
ma vorrei tanto poterlo conoscere non in superficialità,ma esplorandolo,prendendo un pezzo della sua anima.Con una donna al suo fianco non avrei mai potuto farlo.
Lorenzo dovette notare la mia espressione pensierosa perchè mi chiese:
-Lavinia,tutto bene?Per caso la colazione non è di vostro gradimento-
-Oh no Lorenzo,ero solo pensierosa,è tutto buonissimo-quella sua piccola attenzione non potè altro che farmi piacere,
sono una persona attenta ed amante dei dettagli,
sono innamorata di essi,
è un modo per esprimere l'essere presente nella vita di un'altra persona,
Essi sono la testimonianza del vero amore.
Lorenzo mi sorrise portando alla bocca un pezzo di un dolce che dall'aspetto mi sembrava buonissimo...
-Prego Lavinia,servitevi pure-mi porse il suo piatto in cui era poggiato un cucchiaino.
Assaporai il dolce dallo stesso cucchiaino portato alla labbra poco tempo prima da Lorenzo stesso ed esclamai:
-buonissimo ha un retrogusto di miele -
-e cannella- aggiunse Lorenzo sorridendomi .
-Siete sporca qui Madonna-mi disse indicando l'angolo destro delle labbra,
-posso?-continuó alzandosi e affiancandomi munito di fazzoletto
-certo messere-
Il suo fu un tocco così leggero,
dolce,soave,
era come se avesse paura di rovinare la mia pelle,
è come se avesse avuto dinanzi una bambola in porcellana.
Il mio cuore in quel momento sembrò uscire fuori dal petto,
il corsetto sembrò starmi stretto e gli occhi di tutti puntati su noi non facevano che aumentare il mio imbarazzo.
Sono sicura che anche Lorenzo ha percepito la magnificenza di quell'attimo,lo scorgo dai suoi occhi.
Quella mattina,
per la prima volta in vita mia,provai un qualcosa a me estraneo,sentii per la prima volta le cosiddette "farfalle nello stomaco",
non so bene come descriverlo,
non troverei le parole adatte ma è una bellissima sensazione,
piacevole e delicata.
Ero dannatamente attratta dal suo modo di fare,
la sua fama da adulatore ,al momento,non sembra più apparirmi una favola!

Amandoti||Lorenzo De Medici||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora