Lorenzo's pov
Il momento condiviso a colazione,non è passato di certo inosservato agli occhi dei presenti,
è come se io e Lavinia avessimo condiviso una scossa,che ha attraversato nello stesso momento il corpo di entrambi.
Ah,quando desidererei approfondire la conoscenza di quella giovane donna,
bella e delicata,
intelligente e acculturata,
dedita ai doveri e sempre impeccabile nei modi.
Eppure è come se sapessi che approfondire una conoscenza con quella giovine donna in realtà possa portare a problemi:
non sono un uomo che ama le relazioni stabili,
o per lo meno al momento,
la mia è una vita dedita al piacere perché come mi ricorda sempre il mio buon caro padre "Dal calice della giovinezza si beve una sola volta"ed io ho sempre preso alla lettera le sue parole che mi inducono a vivere a pieno la mia gioventù,
cosa che non potró fare quando saró signore di Firenze poiché il peso delle responsabilità graverà sulle mi spalle.
Perchè quando Firenze sarà sotto la mia guida,
si sentirà parlare molto di me,
ed un De'Medici non puó essere al centro di scandali,certo non tutti saranno consenzienti per la mia ascesa ma preferirei che almeno per la mia persona venissero spese parole positive.
Nostalgico pensai alla tenera età,
a quando tutto era più facile,
quando i pensieri non erano un mio problema,
quando giocavo per il palazzo con i miei fratelli e amavo passare del tempo con la mia cara nonna,
scomparsa qualche tempo fa perchè malata.
Quanto sento la sua mancanza,
mia cara nonna,"Contessina De'Bardi" era una grande donna,amante della famiglia,astuta e molto intelligente,molte cose mi sono state insegnate da lei...Ella è artefice della mia passione per l'arte e la filosofia.
Non so se lei sia fiera dell'uomo che sono diventato ma ricordo che un giorno,
dinanzi ad un dipinto che rappresentava tutta la nostra dinastia ed nel quale io ero rappresentato avanti in sella ad un cavallo bianco,mi disse:
-Lorenzo,tu sarai il prossimo che ci guiderà,come ha fatto prima di te tuo padre,tuo nonno e il tuo bisnonno-
ed io piccolo ed intimorito quel giorno le confessai la gran paura che avevo:
se non fossi stato all'altezza di un ruolo così importante?e se avessi fallito?Questo era il peso che portavo con me dal giorno in cui ho saputo che dopo mio padre sarebbe toccato a me lottare in nome della nostra città.
Mentre ripensavo alla mia amata nonna,
l'unica donna a cui avevo donato il mio cuore,oltre mia mamma e mia sorella Bianca,mi venne in mente il momento condiviso poco prima con Lavinia,
mi trovavo ancora in quella stanza,
nella libreria ed ero seduto allo scrittoio dove poco prima lei era adagiata.
Ci siamo ritrovati in una situazione del tutto surreale,
l'atmosfera che si era creata,
il suo respiro irregolare al mio avvicinarmi,
le mie battute taglienti ed ammiccanti,
la tensione era percepibile solo guardandoci motivo per il quale Giuliano non avrà creduto minimamente alla scusa refilata,è alquanto impossibile credere che quell'incontro sia avvenuto in modo casuale.
Giuliano è stato convocato poco fa da nostra madre ma al suo ritorno ha espresso il suo volere parlarmi ,e sono certo voglia parlare di quello che poco fa è successo.Mentre aspetto il ritorno di mio fratello,mi concentro sul lavoro da svolgere che negli ultimi tempi è triplicato,
da quando mio padre è malato ed allettato siamo io e Giuliano a doverci occupare di tutto sotto la supervisione di nostra madre.
Mentre riportavo gli ultimi prestiti della nostra banca sull'apposito registro sentii la porta aprirsi e Giuliano entrare,si sedette difronte a me ed esordì dicendo:
-Fratello,non so perché ma la storia che mi avete defilato poco fa non mi convince-affermó dandomi una pacca sulla spalla.
-Entrando in quella stanza,ho percepito una strana sensazione nell'aria,
mi sono sentito di troppo,
l'attrazione tra di voi era riconoscibile lontano un miglio.-Continuó sfogliando il registro sul quale poco prima scrivevo.
-Giuliano ti sbagli-dissi
-si è vero,l'atmosfera trasudava tensione ma posso assicurarti che ci siamo ritrovati per caso in questa stanza insieme-continuai poggiando le gambe sullo scrittoio
-come faccio a crederti se hai qual sorriso soddisfatto in volto-continuó spostando la sedia più indietro per mettersi nella stessa posizione in cui mi trovavo io.
-È una bellissima donna Giuliano,
lo pensi anche tu,a me non puoi mentire,
ma sai anche tu che tra di noi non puó esserci niente se non qualche conversazione veloce o un saluto-continuai distruggendo tutte le sue illusioni
-e perché mai Lorenzo,tu sei un buon partito per lei,
e lei sarebbe la donna perfetta per te,
e si,non posso negarlo,è bellissima-
-Giuliano,lo sai come sono...non amo le relazioni serie,quelle in cui dai il cuore e poi ti viene restituito distrutto,
a pezzi,
e ti ritrovi a sentirti sbagliato per aver donato tutto te stesso per una persona che ,in realtà,non era disposta a fare lo stesso.-continuai io
-ma lo sai anche tu che prima o poi dovrai legarti a qualcuna,sancendo il vostro amore con il matrimonio,
sarai il futuro signore di Firenze e dovrai dare una prole alla tua gente,
un erede per la nostra dinastia-mi rispose
-si lo so ma al momento voglio godermi la mia giovane età,proprio come te,ci sarà tempo per pensare al resto-gli risposi con disappunto
-certo,se lo dici tu-
-e con Madonna Ardinghelli?
anche quella è solo attrazione?
Sai vi ho visto parlare l'altro giorno in piazza-esordì sorridendo Giuliano
-con Madonna Ardinghelli non è altro che divertimento Giuliano,
lei è sposata,intrappolata in un matrimonio infelice ed io bisognoso di vivere la mia libertà,in modo passionale,niente di più-
gli risposi
-potrei definirvi amanti?-
-potresti sì,ma sarebbe meglio non darci etichette-gli risposi ridendo e subito fui seguito da lui
-e tu,invece,fratello?- gli chiesi
-ed io Lorenzo,sono come te,un uomo libero amante delle donne e della libertà-mi rispose dandomi una pacca sulla spalla.
La nostra conversazione fraterna venne interrotta da nostra madre che fece capolinea nella stanza senza nemmeno bussare mettendoci a conoscenza della riunione con i priori che si sarebbe tenuta il giorno seguente e a cui avremmo dovuto presiedere io e Giuliano in rappresentanza della nostra famiglia.
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Amandoti||Lorenzo De Medici||
Roman d'amourEssere donna nella Firenze del 500 non era di certo una cosa facile,sottostare al volere degli uomini di casa,ai loro voleri e a ciò che loro avevano predisposto per te era un'enorme responsabilità...Responsabilità che Lavinia De' Pazzi conosceva m...