Imprevisti

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Lorenzo's pov
Dopo una notte piacevole passata a bere con Polizano e Botticelli non mi sentivo in gran forma,anche se passare del tempo con gli amici di sempre,quelli con cui sei cresciuto,è un lusso che non tutti posseggono.
Quella notte per completare il nostro quartetto mancava solo mio fratello Giuliano:uscito qualche ora prima a fare festa in qualche bettola.
Oggi avremmo dovuto viaggiare verso una città che si trova in periferia,con noi sarebbe venuto anche nostro padre che oramai era predisposto al cedimento,
i segni dell'età sembravano emergere.
Non so,peró,se ammetterebbe mai di non poter più gestire la nostra banca!
Era giunta l'ora di lasciare il suo lavoro e governare la sua amata città dagli spalti,mantenendo ancora vivo il suo personaggio da divo della politica e della sua città.
Qualcuno ,sentendo queste parole ,potrebbe pensare che esse celino avidità e attaccamento al potere,in realtà non è così!
vorrei solo che mio padre possa vivere il più lungo possibile senza affaticarsi troppo per via dei mille pensieri frutto dei mille problemi politici che Firenze,purtroppo,porta con sé.
L'ora della partenza si fece sempre più vicina,così facemmo preparare la carrozza per nostro padre ed io lo aiutai ad accomodarsi a bordo:
-padre,scusate il ritardo,sapete stanotte ci siamo fermati a bere qualcosa,io,Polizano e Botticelli,e tra una chiacchiera e l'altra il tempo è volato.Ci siamo ritrovati ad ammirare l'alba che sovrastava Firenze.-dissi ponendogli il bastone che suo malgrado doveva portare sempre con sé per potersi muovere.
-Lorenzo,sai sono stato anche io giovane,non ho nulla in contrario,è giusto che tu ti goda a pieno questi momenti,
sai dal calice della giovinezza si beve una sola volta nella vita-disse accarezzandomi amorevolmente la guancia.
Dopo questa breve conversazione avuta con mio padre,mi recai da Giuliano ed insieme iniziammo a preparare i cavalli per la partenza che si sarebbe tenuta di lì a poco.
-ore piccole Giuliano?-gli dissi sistemando il mio cavallo
-potrei dire lo stesso di te fratello-rispose a tono,
così scoppiammo in una fragorosa risata,
ed era proprio in questi momenti in cui mi rendevo conto di quando io e Giuliano fossimo così diversi ma per molti versi uguali ,non parlo della somiglianza tra di noi ma di alcuni aspetti del nostro carattere e soprattutto dell'amore che entrambe proviamo per la famiglia che ci spinge a fare di tutto pur di preservarla.
Dopo poco partimmo,accompagnati dalle donne di casa:mia madre e Bianca che nel frattempo si sarebbero recate al mercato fiorentino.
Mentre camminavamo,seguendo attentamente la carrozza di mio padre,vidimo il suo cavallo sbizzarrirsi e staccarsi dalla carrozza che rotoló capovolgendosi.
-padre-esclamai scendendo di corsa dal cavallo molto spaventato.
-è ferito-esclamò Giuliano già vicino alla carrozza
-nasconditi qui,dietro la carrozza,teniamoci bassi-gli dissi,facendo sì che mi imitasse per sfuggire alle minacce di uomini che si aggiravano per quelle strade.
Mio malgrado ci ritrovammo in una lotta,pur di difendermi e difendere i miei cari mi ritrovai ad ammazzare un uomo infilandogli la lama della spada nel petto,in modo brusco e fino in fondo.
-ho ucciso un uomo Giuliano-dissi disteso a terra con voce dispiaciuta perché stentavo a riconoscere me stesso,le mani piene di sangue non erano di certo un aiuto per la mia sporca coscienza.
-lo hai fatto per salvarci,per difenderci-disse Giuliano aiutandomi ad alzarmi da terra e mettendo il mio braccio attorno alle sue spalle .
Così ci catapultammo alla carrozza aiutando mio padre ad uscire da essa per riportarlo,grazie all'aiuto dei nostri soldati,al palazzo dove mia madre e mia sorella ci aspettavano da un bel po'.
L' imprevisto aveva ritardato il nostro rientro previsto molto prima.Entrando nel palazzo ci recammo subito nel mio studio dove nostra  madre e nostra sorella ci attendevano preoccupate.
-Lorenzo,Giuliano avete rischiato di morire-disse mia madre venendoci incontro,seguita da mia sorella Bianca,portando con sé una bacinella in oro ripiena di acqua con un asciugamano mezzo bagnato per ripulire le nostre ferite.
-stiamo bene madre!-disse baciandole la fronte
-Sapete madre,penso abbiano tentato di uccidere nostro padre poco fa-le accarezzai una guancia
-un'attentato alla sua persona Lorenzo?Credi sia così?-disse Bianca rivolgendomi il suo sguardo
-Si Bianca,un'attentato alla sua persona!Cos'altro potrebbe essere?,rischiava di morire!-dissi facendo comparire sul mio volto una smorfia di dolore dovuta al contatto del panno umido con le mie ferite
-perché farlo?-esclamó mia sorella quasi in un sussurro
-Tuo padre è debole e malato Bianca,quale momento migliore per prendere il potere e il controllo di Firenze-le fece eco mia madre
-In realtà,io temo di sapere chi sia l'artefice di tutto ciò,una sola persona odia così tanto la nostra famiglia al punto di tentare di uccidere vostro padre!-continuó mia madre poggiando l' asciugamano oramai sporco di sangue nella bacinella.
-Jacopo De'Pazzi-esclamammo all'unisono io e Giuliano
-esatto-continuó nostra madre dandoci ragione
-ma non potete provarlo,non possedete nessuna prova-espresse Bianca
-le troverò sorella,le troverò costi quel che costi!-disse Giuliano dandole un bacio sulla fronte
-le troveremo Giuliano,costi quel che costi!
Chi ha provato a togliere la vita a nostro padre pagherà un caro prezzo,chiederemo aiuto al concilio,i priori dovranno ascoltarci-dissi organizzando tutti i possibili aiuti per risalire al possibile artefice del caso,mi alzai così dalla sedia,lasciando tutti lì,nel mio studio,ritirandomi nelle mie stanze dove mentre mi coricai iniziai a pensare a Lavinia:
quando mi dispiaceva per quella giovane donna,
bella,scaltra ed intelligente,
la sua unica colpa era quella di essere nata in quella famiglia,
in realtà a detta di mia madre lei è la copia del suo caro buon padre morto oramai da molto tempo.
Suo zio Jacopo,invece,è l'esatto contrario,
ella è costretta a vivere nelle grinfie di un uomo burbero che la utilizzerà per i suoi soli scopi politici,
usufruirà della sua immensa bellezza solo per combinare un matrimonio in cambio di un'alleanza che possa arrecargli altro potere.
Maledetta la sua sete di potere!Un tempo tra  le nostre famiglie,le più potenti di Firenze,si respirava aria di serenità,dopo la morte di suo fratello,padre di Lavinia,Jacopo ha eliminato ogni tipo di rapporto pacifico con noi,scatenando continui litigi.
Sarebbe stato impossibile vedere Lavinia libera dal controllo autorevole dello zio,
mentre pensavo al triste destino di quella meravigliosa creatura portai la testa al cuscino,e tanto stanco e distrutto da quella difficile giornata,mi addormentai ancora vestito e sporco di sangue.

Amandoti||Lorenzo De Medici||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora