Lavinia pov's
[Qualche giorno dopo l'episodio di discordia tra I Medici e I Pazzi avvenuto al palazzo di quest'ultimi]Scendo velocemente le scale per recarmi al piano inferiore per l'arrivo di uno dei nostri domestici con un'importante lettera da consegnare alla famiglia,quella mattina ero sola al palazzo in quanto i miei fratelli,accompagnati da mio zio,avevano deciso di bearsi della bella giornata e di discutere della nostra banca in giardino, quindi toccó a me riceverla e leggerla.
Arrivata al piano inferiore vidi una lettera posizionata sul tavolo della sala da pranzo,proprió lì,ben visibile,contornata da un nastro rosso ed un sigillo a me conosciuto.
Così curiosa di leggere il suo contenuto mi sedetti al tavolo e presi la lettera avvicinandola al mio viso per poter individuare chi fosse il mittente di quest'ultima:accarezzai il sigillo,riconoscendo tre lettere siglate che stavano a rappresentare i nominativi del mittente.
LDM erano le lettere riportate sul sigillo,subito la mia mente sembró ricollegare tutti i pezzi,infatti riconobbi chi scrisse quella lettera:Lorenzo.
Cosa voleva ancora quell'uomo dalla mia famiglia dopo l'episodio accaduto proprio qui pochi giorni fa?
Il desiderio di ignorarla sembrava farsi spazio in me ma la voglia di poter scoprire il contenuto della lettera era più forte,d'altronde ero sola e nel caso quella lettera risultasse compromettente potevo sempre ridurla in mille pezzi e tenere solo per me il suo contenuto.
Così feci un bel respiro,e con estrema cautela,inizia a sciogliere il nastrino che l'abbelliva,poi l'aprii:
"Per la famiglia Pazzi,
possiate perdonare l'intemperanza di mio fratello Giuliano,
e il nostro accusarvi ingiustamente.
Saremmo davvero felici se accettaste un invito al nostro palazzo per un piccolo banchetto,indetto per la guarigione,desiderata quanto improvvisa,di nostro padre."
Lessi più volte quella lettera,tanto da imparare il contenuto a memoria,non era una lettera di accuse!Volevano solo che condividessimo con loro un bel traguardo per il povero e vecchio Medici:la sua guarigione.
Lorenzo voleva la pace!Lorenzo voleva la pace!
Allora non era intenzionato a scatenare una guerra tra le nostre famiglie,come è avvenuto in passato,anzi al contrario richiedeva la pace,di cui speravo di potermi beare.
Sono stata una stupida!pensai mentre continuavo a colpevolizzaemi,dopo aver accusato ingiustamente Lorenzo e suo fratello,dopo averli guardati con sdegno e freddezza,dopo aver creduto alle falsità di mio zio!
Quanto sono stata sciocca,ancora una volta ho lasciato che mio zio mi manipolasse,intromettendosi nei miei rapporti di conoscenza!
Così amareggiata quanto emozionata per quell'invito mi alzai dal tavolo,lasciando la sedia fuori posto,e mi recai in giardino,dove vidi i miei fratelli chiacchierare e scambiarsi battute tra loro,accompagnati dal volto senza emozioni di mio zio,capace di non far trasparire nemmeno un sentimento.
-zio,Francesco,Guglielmo-dissi avvicinandomi a loro a passo spedito
-buongiorno Lavinia-disse Francesco baciandomi la fronte seguito da Guglielmo che si limitò solo ad imitare il suo gesto.
-Prego Lavinia,unisciti a noi-rispose mio zio con un finto sorriso stampato sulle labbra.Così mi accomodai alla sua destra ricambiando a mia volta con un finto sorriso.
-sapete stamattina è arrivata una lettera!-presi coraggio per mettere a corrente loro dell'invito ricevuto.
-E cosa affermava?Chi la mandava?-rispose Guglielmo.
-era per te sorellina?-disse Francesco.
-un'ammiratore Lavinia?-continuó sarcastico mio zio.
-Niente affatto zio,la lettera non era per me,era indirizzata a tutti noi,un'invito per un banchetto in onore di Piero De'Medici all'omonimo palazzo-dissi io togliendo loro la stessa curiosità provata poco prima aprendo quella lettera.
-E chi la invia?-rispose mio zio,utilizzando un tono diverso,quasi contrariato.
-Lorenzo zio.-gli risposi
-Ah ecco perché ti brillano gli occhi Lavinia-mi rispose poi continuó:
-sappi che non metteremo piede a quella festa,non vorrei essere proprio io a ricordarti quanto successo pochi giorni fa!-
-In realtà zio,è un invito di pace.-risposi io cercando di giustificare il gesto di Lorenzo e per evitare la brutta piega che quel discorso stava prendendo.
-Non importa Lavinia,non mi interessano le intenzioni del giovane Medici,continueremo a mostrare indifferenza verso quella famiglia come avveniva fino a qualche mese fa quando hai deciso di fare amicizia con quel buffone,inesperto di Lorenzo-continuó lui deridendo Lorenzo
-Ma zio,io pensavo che quest'invito potesse essere un'occasione di pace,quella giusta per dimostrare che in realtà la nostra famiglia non odia la sua-gli risposi per niente contenta delle parole negative utilizzate poco prima su Lorenzo.
-Sei così ingenua Lavinia-disse ridendo con molto gusto.
-Quante cose hai da imparare ancora,ma ti capisco,non è colpa tua.Non hai una figura femminile che ti possa indirizzare a crescere e a divenire una buona donna,moglie e madre.-disse rigirando il coltello nella piaga e ricordandomi di essere rimasta orfana e di non avere più con me mia madre.
-Mi vogliate scusare-dissi alzandomi di corsa dalla sedia e cercando di camuffare la voce spezzata dalle lacrime che iniziavamo a fuoriuscire dai miei occhi e a contornare il mio viso.
Non era di certo colpa mia la perdita dei miei genitori,la perdita di mia madre.
È vero non avevo nessuna figura femminile al mio fianco,
nessuna donna poteva aiutarmi a crescere,
non avevo nessuno con cui confidarmi dei miei primi amori,
delle mie prime avventure e delle mie prime cadute.
Si,c'erano i miei fratelli che per me erano tutto,loro si sforzavano di parlare con me dei cosiddetti argomenti da donne ma si notava lontano un miglio che non erano interessati e che in realtà erano inesperto quanto me.A volte affrontare certi discorsi con loro mi risultava imbarazzante quanto inappropriato ma apprezzavo la loro disponibilità e l'amore che provavano per me:la loro piccola sorellina.
Ero così intenta a camminare e a piangere al contempo che non mi accorsi nemmeno di aver bagnato la lettera,che tenevo ancora in mano.
Stavo per rimetterla via,nascondendola nella parte superiore del mio vestito quando vidi i miei fratelli arrivare alle mie spalle.
-Sorella-disse Francesco mettendosi dinanzi a me affiancato da Guglielmo,il quale continuó esordendo:
-non dare retta alle cattiverie che nostro zio continua a refilarti.Non riesce ad accettare che oramai siamo adulti e liberi di prendere le nostre scelte.Liberi di frequentare e conoscere chi vogliamo anche a costo di correre rischi in famiglia-capii subito a cosa stavo alludendo dal sospiro emesso dopo aver finto il suo discorso,pensava al suo amore "impossibile",la sua Bianca,sì,Bianca De'Medici,la sorella di Lorenzo,erano stati promessi fin da bambini,i nostri genitori erano in accordo con quelli di Bianca:raggiunta la maggiore età avrebbero coronato il loro affetto con un matrimonio.
La morte dei nostri genitori e il subentrare di un nuovo tutore per noi,zio Jacopo,ha portato alla fine di quell'accordo ma nonostante ciò loro continuano ad amarsi,seppur in segreto,continuano ugualmente a lottare per il loro puro amore e mi inducono a credere ancora in quest'ultimo.
-vi voglio bene fratelli,ma davvero non c'è bisogno di stare qui con me-risposi asciugandomi con la manica del vestito l'ultima lacrima fuoriuscita.
-Io non ce l'ho con lui per come mi ha trattata,ce l'ho con lui perché ha toccato un tasto dolente per me,per noi.Lo sa meglio di noi quanto abbiamo sofferto eppure è sempre lì a ricordarci tale dolore quando in realtà il suo compito dovrebbe essere quello di prendersi cura di noi e farci vivere giorni felici.-dissi loro abbracciandoli e trovando un po' di conforto nelle loro braccia che mi cullavano fin da piccola.
-Sorella,andremo a quel banchetto-disse Francesco sorridendomi in modo sincero
-Davvero Francesco?-chiese Guglielmo precedendomi!Sembrava mi avesse letto nella mente perché si voltó verso di me facendomi l'occhiolino
-Si davvero.Noi non siamo come lui,non odiamo quella famiglia e mi sembra opportuno quanto rispettoso accettare quest'offerta di pace-continuó Francesco togliendoci ogni dubbio
-Sono d'accordo-risposi io,cercando di nascondere il mio entusiasmo nel poter rivedere nuovamente Lorenzo approfittando del momento per potergli porre le mie più sentite scuse per il mio comportamento inopportuno dei giorni passati.
-Anche io-si defiló Guglielmo.
Così tutti e tre,porgendoci il braccio e scherzando come quanto eravamo bambini,ci recammo verso le nostre camere,molto curiosi di scoprire la reazione di nostro zio quando insieme avremmo lasciato il nostro palazzo per recarci alla festa di quello dei nostri "nemici".
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Amandoti||Lorenzo De Medici||
RomanceEssere donna nella Firenze del 500 non era di certo una cosa facile,sottostare al volere degli uomini di casa,ai loro voleri e a ciò che loro avevano predisposto per te era un'enorme responsabilità...Responsabilità che Lavinia De' Pazzi conosceva m...