Capitolo 9: La cena

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La sera calava lenta, avvolgendo la casa di una luce calda e soffusa. Paulo e Sophia si erano appena seduti al tavolo da pranzo, aspettando l'arrivo dei genitori. L'atmosfera era rilassata, ma sotto la superficie tranquilla ribolliva una tensione sottile, un segreto sussurrato solo tra loro due.

"Sembri particolarmente nervosa stasera, Sophia," sussurrò Paulo con un sorriso malizioso, il suo sguardo fermo su di lei. Sophia sentì un brivido correrle lungo la schiena. Indossava un abito leggero che lasciava poco all'immaginazione, e ogni volta che Paulo la guardava, si sentiva esposta.

"Cosa stai dicendo, Paulo? Sto benissimo," rispose lei, tentando di mantenere un tono disinvolto, ma la sua voce tradiva un tremito. Le sue mani giocherellavano nervosamente con il tovagliolo di stoffa sul grembo.

"Ah, eccoli," annunciò Paulo con un tono neutro, distogliendo lo sguardo dalla sorellastra mentre i loro genitori entravano nella sala da pranzo.

La cena iniziò in modo tranquillo, con conversazioni generiche sul lavoro e la scuola. Ma la tensione tra Paulo e Sophia aumentava, alimentata da sguardi furtivi e gesti sottintesi. Paulo si chinò leggermente verso di lei, sussurrando qualcosa all'orecchio che fece arrossire Sophia.

"Paulo, ti dispiacerebbe passarmi il sale?" chiese lei con un sorriso forzato, cercando di mantenere la calma.

"Certo, sorellina," rispose lui, allungando la mano in modo deliberatamente lento, le dita sfiorando quelle di lei in un contatto fugace ma carico di elettricità.

Mentre i loro genitori discutevano animatamente, Paulo e Sophia continuavano a provocarsi. Un piede che sfiorava una gamba sotto il tavolo, un dito che tracciava una linea invisibile sul dorso della mano. Ogni gesto, ogni sguardo era una promessa non detta, un invito a spingersi oltre.

"Vado a prendere il dolce," annunciò Sophia, alzandosi dal tavolo con un certo nervosismo. Paulo si offrì subito di aiutarla, e i due si ritrovarono soli in cucina. Il silenzio era palpabile, carico di aspettative.

"Sophia, non possiamo continuare così," mormorò Paulo, avvicinandosi a lei. "Questa tensione... sta diventando insostenibile."

Lei lo guardò, gli occhi lucidi di emozione. "Lo so, Paulo. Ma cosa possiamo fare? Non possiamo... non dobbiamo."

"Ma lo vogliamo," sussurrò lui, avvicinandosi ancora di più, fino a che i loro corpi non si sfiorarono. Sentirono il respiro dell'altro, il battito dei loro cuori accelerare.

In un momento di abbandono, Paulo la prese per il viso e la baciò. Fu un bacio profondo, intenso, che li lasciò senza fiato. Sophia sentì il corpo rispondere con un calore travolgente. Era vergine, ma in quel momento non c'era esitazione, solo desiderio.

"Sì," sussurrò lei contro le labbra di Paulo, le mani che si intrecciavano dietro la sua nuca. "Voglio farlo. Adesso."

Paulo la sollevò, portandola fuori dalla cucina, attraverso il corridoio, fino alla sua camera. Ogni passo era una dichiarazione, ogni sguardo una promessa. Chiusero la porta alle loro spalle, isolandosi dal resto del mondo.

Fu una notte di scoperta e passione, di sussurri e sospiri. Sophia si lasciò guidare da Paulo, fidandosi di lui completamente, aprendosi a lui in modi che non aveva mai immaginato. Quando finalmente giacquero insieme, il mondo sembrò fermarsi, lasciando spazio solo a loro due, uniti in un legame che andava oltre il semplice sangue.

E mentre le stelle brillavano nel cielo notturno, Paulo e Sophia seppero che nulla sarebbe mai più stato lo stesso.

𝓕orbidden 𝓑onds/ Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora