𝘾𝒂𝙥𝒊𝙩𝒐𝙡𝒐 2 𝙎𝑰𝙉𝑻𝙊𝑵𝙄𝑨 𝑰𝙈𝑷𝙀𝑹𝙁𝑬𝙏𝑻𝘼

22 5 0
                                    


Faustino rientrò in classe dopo circa cinque minuti, tornò al suo posto e, come se nulla fosse accaduto, ignorò completamente Mariella, aprendo il libro di storia sul suo banco.

« Nonostante tu non abbia il volume, sapresti per caso indicarmi a quale pagina siamo? » chiese alla compagna con la consueta pacatezza che lo caratterizzava.

Perché invece non torniamo al discorso lasciato in sospeso e cerchi di fornirmi delle spiegazioni?» replicò fra i denti, la ragazza visibilmente infastidita dal suo atteggiamento superficiale.

« Mi scusi, professore, su quale pagina dobbiamo studiare la lezione? » domandò Faustino all'insegnante, che rispose irritato: « Pagine 13 e 14: l'invasione dei barbari e la nascita degli imperi romano-barbarici. Adesso, per favore, silenzio! »

« Ok, grazie! » disse lui, Poi, rivolgendosi di nuovo a colei che nervosamente picchiettava col ginocchio destro contro la base inferiore del sottobanco: «Ora non è il momento opportuno! Vuoi seguire la lezione con me sul libro o preferisci arrangiarti con gli appunti come fai di solito? »

Ancora una volta la spiazzò. Come poteva essere a conoscenza anche di quella sua abitudine? E cos'altro poteva sapere di lei? In ogni caso, non celava grandi segreti che potessero comprometterla in modo significativo, ma la situazione stava assumendo toni decisamente surreali.

<< Faccio da me, ti ringrazio! >> rispose seccata scostando il suo banco da quello di Faustino di una ventina di centimetri.

Il ragazzo allora provò a trattenere una risatina sotto i baffi mentre lei accorgendosene, assunse un buffo cipiglio.

E così, in un alternarsi di smorfie di disappunto e espressioni di indifferenza, trascorsero tutte e quattro le ore scolastiche di quel lunedí.

Era mezzogiorno e dieci minuti quando, puntualmente, la campanella suonò a lungo. Mentre tutti si alzarono di scatto dalle sedie per precipitarsi fuori dall'aula, loro due rimasero seduti, l'uno accanto all'altro, fissando il vuoto.

« Ragazzi, e voi due? Non avete intenzione di tornare a casa oggi? Vedo che avete stretto amicizia. Bene, è importante socializzare di questi tempi. » Sentenziò il professor Rorò, mentre raccoglieva le sue cose dalla cattedra per poi allontanarsi con il suo caratteristico passo frettoloso a natiche rigide. «A domani!» concluse, lasciando la stanza.

Rimasti soli, respirando quell'aria stantia e intrisa di un miasma composto da sudore e scarpe da ginnastica, Mariella, irrequieta, prese coraggio e si voltò verso l'altro, cercando di spronarlo a parlare: «E allora? Ti decidi a dirmi qualcosa o intendi continuare a tenermi sulle spine?» e aggiunse, con tono sarcastico: «Non sarai mica uno stalker ? Una sorta di psicopatico che pedina la gente. Avanti, dimmi qualcosa! »

<< Nessuno dei due, non hai motivo di preoccupazione, ti prego di rimanere serena. >> Pronunciò Faustino alzandosi dalla sedia, troppo bassa per garantirgli un comfort adeguato. Si sedette sul banco, volto verso la nuova compagna, la quale continuava a mordicchiarsi il labbro inferiore per l'agitazione.

Quella vicinanza le procurava una sensazione del tutto singolare, mai sperimentata prima. Ancora, quello strano calore che sembrava propagarsi da dentro il petto. Anche lei, liberandosi dall'oppressione del banco, si alzò trascinando la sedia all' indietro sul pavimento, che emise un fastidioso suono stridente.

<< Io so chi sei, Mariella. Conosco la parte di te più recondita, quella che spesso dimentichi o non ricordi affatto. Quella te onirica, che nel sonno varca i confini di questa realtà, viaggiando per le dimensioni e altri piani dell'esistenza. >> si espresse Faustino con serietà, fissandola con uno sguardo penetrante.

𝙎𝑶𝙂𝑵𝙄 𝘼𝑳𝙏𝑹𝙐𝑰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora