𝘾𝒂𝙥𝒊𝙩𝒐𝙡𝒐 16 𝑽𝙊𝑳𝙊𝑵𝙏𝑨̀ 𝑰𝙉𝑬𝙁𝑭𝙄𝑪𝘼𝑪𝙀

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Mariella si fermò un istante, le dita sospese sulla tastiera del telefono, combattuta tra la voglia di contattare Faustino e la consapevolezza di dover mantenere le distanze. Il fatto che lui le avesse dichiarato apertamente i suoi sentimenti l'aveva in qualche modo destabilizzata. Solo pochi giorni prima, avrebbe categoricamente troncato ogni tipo di rapporto con chiunque l'avesse ingannata, senza possibilità di riconciliazione.

Ora, però, si sentiva confusa e si interrogava su cosa le stesse accadendo e perché stesse perdendo la capacità di razionalizzare. Stava forse davvero innamorandosi di quello che, alla fine, era un perfetto sconosciuto? E quanto avrebbe potuto influire questo sulle sue future scelte? A mente fredda, facendo ricorso a tutta la buona volontà di cui disponeva, provò a digitare delle frasi per spiegarsi, augurandosi di non peggiorare ulteriormente la situazione:

"Sono sconvolta! Nonostante ogni sforzo, non riesco a comprendere appieno tutto ciò. Se la scoperta che sia possibile dominare i propri sogni e influenzare quelli altrui mi sembrava già incredibile, figuriamoci scoprire di essere forse una sorta di 'eletta'. Sono semplicemente Mariella, la ragazza triste che ha scelto un rifugio oscuro per viverci, lontana dai giudizi e dai pregiudizi della società, al sicuro dalle malelingue e dai guai. Questa sono io e non la Vasilissa di qualche profezia. Sono una sognatrice, questo sí ed è il solo ruolo che desidero interpretare. Voglio comprendere i miei sogni complessi, affrontare i miei incubi e magari imparare a credere che un mondo a colori sia più bello di uno senza, perché i miei sogni sono monocromatici così come la realtà appare, tranne te..."

Premette Invio e proseguì:

"A questo punto, è innegabile che ci sia qualcosa tra noi, qualcosa che almeno da parte mia non riesco a capire bene. Non so esattamente cosa significhi, ma mi sento attratta da te più di quanto avrei mai pensato possibile e in così breve tempo...
Non è comune per me manifestare le cose in modo così aperto. Mi hai incasinato la testa e vorrei mi aiutassi a fare ordine."

E spedì anche il secondo messaggio, sentendo una.vampata di calore che le fece arrossire il viso e un profondo senso di vergogna la pervase nuovamente.

Con una sola spunta, i due messaggi su WhatsApp risultavano non recapitati, una circostanza alquanto insolita.

Ansiosa di ricevere una risposta, approfittò del tempo d' attesa per spogliarsi e indossare il pigiama per poi passare a rimuovere delicatamente il trucco con latte detergente e dischetti di cotone idrofilo. Una volta finito, nel mentre rileggeva l' intera conversazione in chat con Faustino, raccolse i suoi lunghi capelli in una treccia che adagiò lateralmente lasciandola sul davanti e si recò poi in bagno per espletare le proprie necessità e spazzolarsi i denti con cura, con un dentifricio sbiancante.

Tornata a letto, posò lo sguardo sullo schermo de telefono posto sul cuscino, constatando delusa che non c'era ancora alcuna risposta. Depose quindi il dispositivo sul comodino dopo avere impostato la sveglia quotidiana per le ore 06:45.

Dopo un lungo e rumoroso sbadiglio, sollevò le coperte e si infilò sotto di esse in posizione supina e confortevole, con le braccia lungo i fianchi e le gambe lievemente divaricate. Nonostante l' eccessiva stanchezza, mentale piú che fisica, era fermamente decisa a provare la tecnica WILD per indurre un sogno lucido.

Chiuse gli occhi e cominciò a concentrarsi sul suo respiro lento e profondo contando fino a quattro. Tratteneva quel respiro per quattro secondi, espirava lentamente e ne attendeva altri quattro prima di ripetere il ciclo. Sentiva il suo corpo diventare sempre più pesante, le tensioni della giornata che si dissolvevano piano piano.

Dopo qualche minuto, iniziò a percepire le prime allucinazioni ipnagogiche: luci bianche scintillanti che si muovevano dietro le palpebre chiuse, tonfi simili a battiti di tamburi e sensazioni di movimento, come leggere scosse elettriche che le percorrevano il corpo. Sapeva che non doveva farsi distrarre, ma doveva insistere nel mantenere la concentrazione sulla consapevolezza.

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