𝑪𝙖𝒑𝙞𝒕𝙤𝒍𝙤 7 𝑪𝙊𝑰𝙉𝑪𝙄𝑫𝙀𝑵𝙕𝑬 𝑺𝙄𝑵𝙂𝑶𝙇𝑨𝙍𝑰

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Tutto quel discorrere di Faustino, con la complessità e le dinamiche delle questioni di cui parlava, le avevano provocato un intensa emicrania. Appoggiando la tempia contro il finestrino, incurante della polvere e dello sporco, provava a mantenere gli occhi chiusi mentre la musica su Spotify nelle cuffie, si era interrotta bruscamente a causa della mancanza di rete.

Il mezzo, tremolante in marcia, scuoteva quei pensieri già sconvolti, come fossero in uno shaker, preparando un cocktail di lacrime.

Fuori, i fari delle auto sulla corsia opposta, le insegne dei locali e la sequenza dei lampioni a luce bianca lungo il corso torturavano la sua vista, filtrando attraverso le palpebre serrate. Dentro, però, il buio continuava a dominare, e la luna, per ragioni opposte, non era visibile in nessuno dei due mondi.

Quanto le mancava mamma.

Eliana, incarnazione della positività, portava sempre un sorriso accogliente sul viso lentigginoso e dispensava parole colte con generosità. La sua eleganza naturale e la grazia nei movimenti parevano quasi divine mentre la sua chioma biondissima ondeggiava, e gli occhi azzurri cangianti sembravano riflettere l'umore stesso di Dio.

Eppure Mariella non la ricordava così.

L' immagine che si era impressa nella sua memoria era quella degli ultimi giorni, quando quell' aura di positività si era offuscata, sopraffatta da una fragilità tangibile. Il suo sorriso si era affievolito e le parole, una volta ricche di saggezza, faticavano ad emergere. Quella grazia naturale era stata usurpata dalla malattia, i suoi capelli biondi, prima fluenti, risultavano spenti, mentre gli occhi cerulei, solitamente vivaci, riflettevano oramai stanchezza e dolore.

La mattina di capodanno, poco prima che la donna passasse a miglior vita, in quel letto d'ospedale, Mariella ebbe l' impressione di sentire la presenza di un'entità sinistra che aleggiava intorno a sua madre, come se lo stesso cancro fosse diventato un mostro famelico che era sull' orlo di divorarle l' anima.

Tra tutti gli esseri mostruosi, creature demoniache, non morti, fantasmi e vampiri del suo universo gotico, fu quello l' unico a infonderle veramente paura.

Si sentiva ancora colpevole per essersi allontanata da lei in quel periodo così difficile; non riusciva a darle conforto con un abbraccio, un bacio, una carezza, nulla. Si limitò solo ad osservarla consumarsi, perché sapeva di non poter alleviare la sua sofferenza.

Era sul punto di maledirsi quando la corriera si arrestò per la prima fermata, e un ragazzetto spavaldo salì a bordo, trascinandosi nei suoli calzoni a palazzo con la catena e atteggiandosi a duro mettendo il cappuccio della sua felpa extralarge sulla testa e una sigaretta spenta in bocca. La sua attenzione fu subito catturata dall'abbigliamento; era un'assurda coincidenza: il capo a righe verticali bianche e nere, con la grande scritta "DREAMS" stampata sul retro in stile tagging, aveva un che di incredibile.

Non poté fare a meno di interpretare ciò come il segno per cui avrebbe dovuto approfondire l'argomento che stava snobbando per cercare di spiegare il motivo per cui i suoi sogni, da quel giorno funesto, erano diventati monocromatici, scoloriti.

Constatò che la connessione internet era di nuovo disponibile sul cellulare e, prima che si spegnesse per batteria scarica, approfittò per scrivere a Faustino, due semplici parole ma intrise di rinnovata fiducia: " Mi guiderai ? "

Il messaggio fu ricevuto con una risposta pronta e confortante: " Ti guiderò ! " Poi, il telefono si spense.

La corriera si fermò di nuovo, vicino al prestigioso Cinema Teatro Olimpo, elegante struttura situata sotto la galleria di uno dei sontuosi palazzi del centro, con un'insegna imponente in caratteri maiuscoli. Quando le porte si aprirono, il tipo strambo, sempre trascinando le suole delle sue Jordan One per terra, scese e si diresse verso un gruppo di giovani, suoi imperfetti cloni, che lo attendevano per la proiezione.

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