Capitolo 2

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Mio padre sorrise così tanto che quasi gli si deformò la faccia.
Aprì la porta.
Ero super curiosa, chissà com'è Charlotte? Mio padre si è innamorato o è solo un'amica? Sarà gentile con me?

Le risposte a queste domande si trovavano proprio dietro la porta.

Dalla porta uscì una donna di circa una trentina d'anni, era alta e snella e aveva un grande sorriso contagioso. Aveva la pella scura e tanti capelli ricci di un colore più scuro del marrone.

Portava un lungo vestito che gli arriva fino alle caviglie di una bellissima tonalità di verde. "Ciao io sono Charlotte, tu dovresti essere Elena, giusto?" mi disse rivolgendomi un sorriso che mi rallegrò e soprattutto mi tranquillizzò.

Avevo molta ansia, questo giorno era un giorno triste e non sopportavo l'idea che mio padre portasse una donna in casa proprio questo giorno. Mi stava per cadere una lacrima ma mi trattenni e risposi dolcemente "Sì mi chiamo Elena."

Ci sedemmo a tavola e vidi che Charlotte e mio padre si scambiavano delle occhiate dolci. Avevano appena risposto a una mia domanda senza neanche aprire bocca; mio padre amava quella donna tanto quanto abbia amato mia madre. Mio padre non guarda così una persona da molto tempo, neanche io ho avuto l'onore di essere guardata con così tanto amore da mio padre.

Il pasto si fece più interessante quando aprì bocca rivolgendomi alla coppia
"E voi come vi siete conosciuti?"
A quella domanda mio padre si sentì male dentro, stava per strozzarsi con il sorso d'acqua che aveva in bocca. Non capii questa sua reazione ma attendevo con ansia la risposta.
Questa volta fu Charlotte a parlare.
" Ci siamo incontrati al bar quello qua' sotto, hai presente?" disse guardandomi.
"Io ero seduta in un angolo e lui mi si avvicinò sorridendo e pagandomi quelli che avevo chiesto. Quando gli chiesi il perché mi rispose che ero una bella ragazza. Io mi innamorai subito!"
Mentre lo raccontava guardava mio padre e gli teneva la mano.

"Che storia romantica." dissi io un po' sarcastica perché stavo iniziando ad arrabbiarmi. Ero arrabbiata con mio padre perché mi aveva nascosto tutto e me lo aveva detto all'ultimo momento. Era una cosa importante per me.

Mio padre stava perdendo la pazienza e si vedeva perché cambiò subito faccia.
"Cosa scusa?" disse lui quasi alzandosi dalla sedia.
Charlotte aprì bocca "Non fa niente" ma non venne sentita.

Iniziavo a sentire il bisogno di urlare per la rabbia, ma ovviamente non lo feci.
Aveva superato il limite, "Ma ti senti quando parli?!"
Mi uscì dalla bocca, non volevo farlo apposta.

Questa volta mio padre si alzò veramente e vidi i suoi capelli castani raddrizzarsi per la rabbia e i suoi occhi diventare rossi.
Mi disse in faccia che dovevo andare subito in camera.
Lo feci con piacere, volevo andarmene da quella situazione.

Prima di andare via diedi un ultimo sguardo alla coppia; Charlotte era pietrificata, forse dal mio comportamento, ma lei non sapeva che avevo ragione io.
Mio padre invece era diventato tutto rosso aveva la faccia di uno consapevole
che doveva dirmi prima come stavano le cose.

Entrai in camera e mi chiusi dentro. Era bello stare un po' da soli. Presi le cuffie e mi sdraiai sul letto ad ascoltare un po' di musica. Sapevo che avevo ragione io e non c'era motivo di arrabbiarsi per qualcosa che è giusto ma non riuscì a chiudere occhio.

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