Capitolo 6

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Charlotte mi guardò con aria dolce.
Mi guardò per circa cinque secondi e poi mi abbracciò.

Rimasi paralizzata per qualche secondo perché non capivo: perché mi ha abbracciata?

"Scusami." Charlotte si staccò da me.

"Perché sei qui? Cosa c'è di importante che mi devi fare vedere?"
Dissi io con tanta curiosità.

"Ecco...i miei genitori se ne furono andati via quando avevo solo 5 anni, così fui mandata in un orfanotrofio."
Ci sedemmo sul letto. Non capivo perché mi stesse raccontando questa storia, ma non la interruppi.

"All'orfanotrofio mi prendevano tutti in giro perché non sapevo parlare e avevo già 5 anni. Non era colpa mia se non ho avuto dei genitori che mi sono stati accanto, che mi hanno insegnato non solo a parlare ma anche a stare insieme."

Per un attimo pensai che mi stesse raccontando questa storia solo per farmi capire che ci sono al mondo persone che non hanno dei genitori mentre io ho mio padre e dovrei trattarlo bene, con amore.

Ma poi scacciai via quel pensiero perché la storia di Charlotte cambiò tonalità.
Charlotte prese in volto un'espressione più arrabbiata e continuò la storia.

"Così decisi di scappare, lontano. Lontano dal quell' orfanotrofio, dalle persone che mi hanno fatto del male, dai miei genitori."

Sì girò verso di me e mi guardò negli occhi. Vidi una lacrima caderli sulla guancia.

"Prima di scappare conservai questo."

Allungò la mano verso di me e mi fece vedere un libro. Era chiuso e non aveva inciso un titolo sulla copertina.

"Cos'è?" Gli chiesi.
"È un libro che ti farà cambiare vita."

"In che senso cambiare vita?"
"Lo scoprirai solo leggendolo."
Charlotte si alzò dal letto e raggiunse la porta. Prima di uscire mi guardò con aria dolce e se ne andò.

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